La maggioranza delle persone non è interessata al potere. Non vuole stare in cima, non scalpita per decidere tutto, non desidera le responsabilità. Del resto, se la maggioranza delle persone mirasse al potere ci troveremmo nei guai, perché sarebbe una lotta costante di tutti contro tutti. Il fatto che la maggioranza delle persone non sia interessata al potere è una buona notizia. No?

Egoismo e dilemmi

La maggioranza delle persone, però, è anche egoista, almeno un po’. Io lo sono di certo, voi quasi sicuramente. Vogliamo avere un certo comfort nella vita. La quantità di comfort desiderato varierà da persona a persona, alcuni saranno più disposti a rinunciare a una parte del proprio agio per condividerlo con gli altri, per determinare vantaggi comunitari. Ci sono gradi diversi di egoismo, ma di fondo possediamo un istinto di auto preservazione. Pochissimi sono completamente altruisti, disposti a rinunciare a ogni bene materiale, e persino alle relazioni e agli affetti. Disposti a sacrificare la propria vita a totale vantaggio degli altri.

Che rapporto c’è fra le (poche) persone veramente altruiste e le (poche) persone interessate al potere? Si avranno persone interessate al potere che non sono per nulla altruiste. Si avranno persone interessate al potere che sono altruiste nella media. Ma si avranno anche persone estremamente altruiste che hanno la forza di accettare il potere, di volerlo per aiutare meglio gli altri. Il potere è un dilemma morale interessante, come il denaro.

Una persona con un’etica che la porterebbe a non collocare il potere in cima ai propri desideri può trovarsi nella posizione morale di dover accettare il potere perché non sarebbe etico rifiutarlo, nel senso che dal potere deriva la possibilità di fare del bene per gli altri. Sospendiamo un attimo il discorso sul potere e parliamo di denaro (è un oggetto più semplice).

Assumiamo la posizione morale di una persona che dica: «Non esiste una cifra in cambio della quale sarei disposta a fare quella certa cosa». (Decidete voi quale). In realtà questa posizione, che ha un contenuto etico (“Non potete comprarmi”), pone anche un dilemma etico.

Quando una persona dice “Non esiste una cifra”, potrebbe esserci in realtà una cifra sopra la quale diventa paradossalmente immorale rifiutarsi di fare non dico qualsiasi cosa, ma moltissime cose. Per esempio, se la cifra che ricevi è tale per cui puoi creare una fondazione benefica e cambiare la vita di tante persone proprio facendo la cosa che per ragioni etiche di norma non vorresti fare. Il denaro distorce.

Non interessati

Ma torniamo al potere, al fatto che la maggioranza delle persone non sia interessata ad averlo. Iniziamo a vedere come si tratti di una forma di rifiuto solo apparentemente nobile. Accettiamo che altri soggetti abbiano il potere, ma vogliamo che questi soggetti promuovano quella che, secondo noi, è un’idea di benessere (personale o anche comunitario) che ci soddisfa. Il fatto che molti non siano interessati al potere, dicevo all’inizio, è un bene, perché altrimenti saremmo in guerra tutti contro tutti.

Però è anche un male, perché quando non siamo interessati a qualcosa — e oggi più che mai ce ne rendiamo conto — non esercitiamo i “muscoli intellettuali” che servono per comprendere quella cosa. Non esercitandoci a capire come funziona il potere, non ci mettiamo mai nella posizione di comprendere come agisca. Rimaniamo ignoranti intorno ai meccanismi del potere.

Il nostro disinteresse, in realtà, crea un dilemma etico, che è quello di non capire, di non essere per nulla attivi, e di diventare, nel frattempo, manovrabili. È interessante osservare come ha funzionato la presa di potere di Elon Musk, ossia dell’attuale — lasciatemelo dire — presidente degli Stati Uniti, President Musk, che ha di fatto superato in perversione il personaggio di Frank Underwood di House of Cards. Musk è riuscito a diventare un uomo di straordinario potere utilizzando il denaro, e fin qui ci arriviamo, ma l’ha fatto seguendo un percorso poco ovvio, partendo da un atto bizzarro: l’acquisizione di Twitter. Il carrozzone Twitter.

Quando Musk ha comprato Twitter, molte persone, anche sui mercati finanziari, hanno pensato fosse una mossa di potere mediatico, sì, ma un po’ priva di senso. I costi esorbitanti, l’inefficienza, un social asfittico. Invece è stato l’inizio non accidentale della costruzione di un castello di carte coerente. Data la nostra scarsa capacità di comprensione del potere, partirei dal presupposto che in futuro possa accadere di tutto. Qual è l’obiettivo finale? Aspettate a rispondere. Pensate. Temete la vostra ignoranza.

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