Debuttante, forse sarà un alieno sul palco dell’Ariston. Il cantante non tradisce la sua persona e chi lo segue: porta a Sanremo un canzone che riflette il suo stile, un inno anti-machista
Con la canzone Volevo essere un duro, Lucio Corsi debutta al Festival di Sanremo. L’edizione 2025, che vede il ritorno alla conduzione di Carlo Conti dopo il quinquennio targato Amadeus, si tiene da martedì 11 a sabato 15 febbraio.
Ci sono grandi aspettative sul cantautore toscano che fino ad oggi ha fatto un percorso assolutamente parallelo a quelle che sono le regole della discografia odierna.
Il brano che porta alla kermesse parla di un «mondo che ci vorrebbe infallibili, perfetti come fiori, ma che non ci dice che tutti i fiori sono appesi a un filo in qualche modo», ha detto ai microfoni della Rai. Si potrebbe definire un inno anti-machista. La canzone dunque riflette il suo stile e non mancheranno il rock, il folk genuino, il glam degli anni 70, tipici della sua persona.
Classe 1993, Lucio Corsi prima di essere fra i Big in gara ha pubblicato nel 2014 il suo primo EP, intitolato Vetulonia Dakar. Nello stesso anno si è esibito al MI AMI Festival con la canzone Le api. Un anno dopo il suo primo album in studio, intitolato Altalena Boy/Vetulonia Dakar che ha ottenuto da subito un ottimo riscontro da parte della critica.
Nel 2017 è uscito il suo secondo album, Bestiario musicale, a tema favolistico, ognuna dedicata ad un animale presente nella Maremma. Nello stesso periodo ha aperto i concerti e i tour teatrali di Brunori Sas e Baustelle.
Nel 2023 è uscito il suo quarto album intitolato La gente che sogna. Nel 2024 è stato pubblicato il singolo Tu sei il mattino. La canzone è stata inserita nella terza stagione di Vita da Carlo, la serie tv con protagonista Carlo Verdone. Nello show compare anche l’artista che veste i panni di sé stesso. Da qui la scelta di Carlo Conti di averlo in gare a Sanremo 2025.
Il testo di Volevo essere un duro
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro
Un robot
Un lottatore di sumo
Uno spaccino in fuga da un cane lupo
Alla stazione di Bolo
Una gallina dalle uova d’oro
Però non sono nessuno
Non sono nato con la faccia da duro
Ho anche paura del buio
Se faccio a botte le prendo
Così mi truccano gli occhi di nero
Ma non ho mai perso tempo
È lui che mi ha lasciato indietro
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro no
Un robot
Medaglia d’oro di sputo
Lo scippatore che t’aspetta nel buio
Il Re di Porta Portese
La gazza ladra che ti ruba la fede
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Cintura bianca di Judo
Invece che una stella uno starnuto
I girasoli con gli occhiali mi hanno detto
“Stai attento alla luce”
E che le lune senza buche
Sono fregature
Perché in fondo è inutile fuggire
Dalle tue paure
Vivere la vita è un gioco da ragazzi
Io
Io volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio
Non sono altro che Lucio
Il significato
Il brano di Lucio Corsi è un ironico autoritratto in cui i consigli di una madre si scontrano con la disillusione della vita vera. «È una ballata, la forma di canzone a cui sono più legato: mi consente di utilizzare parole in comodità, considerando la ricchezza della nostra bella lingua italiana», ha spiegato il cantautore che non ha timore del palco dell’Ariston. «Non mi fa paura, mi emoziona. È un posto magico se ripenso a chi l’ha calcato. Poi suonare con l’orchestra è un onore. Mi incuriosisce l’aspetto che conosco meno, quello televisivo: chissà come sarà stare dentro alla televisione».
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