- Un innocente un sabato pomeriggio non sa cosa fare, si annoia, non ha voglia di andare subito a fare due passi e decide di andare a mettere in ordine il solaio.
- Ecco che un bel momento l’innocente apre una vecchia cassa per vedere che cosa c’è dentro e la trova piena di banconote; ma di fianco c’è un’altra cassa, l’innocente la apre e anche quella cassa è piena di banconote.
- Allora torna giù in casa e così, per curiosità, apre un cassetto, anche il cassetto è pieno di soldi. Allora apre un altro cassetto, anche sto nuovo cassetto è pieno di soldi. Allora chiama la moglie e le dice: «Ma sei tu che hai riempito di soldi questi due cassetti?» «No» gli fa la moglie, «Che soldi?» «Vieni a vedere».
A me piace quando ci sono queste storie con le valige piene di contanti. Mi piacerebbe di più con i lingotti d’oro e i sacchetti di diamanti. Infatti io continuo a sognare di trovare da qualche parte, mentre sto scavando un buco, una bella pentola piena di dobloni d’oro.
E quindi devo dirlo, da un lato strettamente estetico, mi piace se entrano nella casa di uno e gli trovano un armadio pieno di mazzette da cento o da cinquecento euro. E ero un po’ dispiaciuto che sia in Italia che in Europa non si trovasse più qualcuno con i puff e le imbottiture del divano ripiene di lingotti e diamanti, anche perché qualche anno fa avevo letto un libro di quel bravo scrittore cinese che si chiama Yu Hua, e ci trovavo dentro questo pezzo eccezionale, dal titolo L’economia dei funzionari corrotti, dove si raccontava del problema della corruzione in Cina e si davano alcuni esempi di come in Cina si fossero raggiunti vertici per adesso ancora ineguagliabili in Europa e credo in tutto l’occidente.
Eccoli: Ma Junfei, ex vicedirettore dell’ufficio ferroviario di Hohhot, condannato a morte per concussione e non tracciabilità dei flussi finanziari alla fine del 2013 (vorrei dire che io sono totalmente contrario alla pena di morte al 100 per cento e anche alle prigioni al 98 per cento). Ma Junfei aveva due case completamente stipate di denaro, in cui non si riusciva più a entrare, per una cifra totale di centotrenta milioni di yuan.
Durante il processo ha affermato di non aver mai toccato il denaro delle bustarelle e che per lui era una grande preoccupazione trovare il modo di nasconderlo, si vede che era obbligato a prenderle per non squalificarsi agli occhi dei corruttori.
Luo Yaoxing, ex direttore dell’Istituto di programmazione immunitaria del Guangdong, aveva dovuto affittare una villa (oltre alla casa dove abitava) per nasconderci dentro il denaro che teneva in sacchi neri di plastica. La casa era anche piena di carta idrorepellente e di agenti essiccanti, ma nonostante questo dodici milioni di yuan gli sono completamente ammuffiti.
Li Xiaoling, direttore dell’Ispettorato delle miniere di Qinhuangdao, invece aveva interrato nel cortile antistante la casa di campagna dei suoi genitori, attualmente abbandonata, più di quindici milioni di reminbi.
«Xu Qiyao, ex direttore della sovrintendenza provinciale ai lavori pubblici del Jiangsu, ha raccolto mazzette per oltre venti milioni di Juan. Parte della somma, impacchettata per bene in fogli di plastica, era nascosta rispettivamente nel cavo di un albero, sotto un cumulo di cenere, in un campo di riso, sotto le tegole del tetto e nella fossa di scolo». Così si racconta in Mao Zedong è arrabbiato, di Yu Hua. Però questi signori cinesi erano colpevoli e hanno confessato. E la cosa si chiude lì.
Ma noi in questo caso non siamo ancora davanti a dei colpevoli, magari ci troviamo davanti a degli innocenti. Immaginatevi la situazione di uno che è innocente e inizia a trovare dei soldi non suoi in casa sua, che non è facile come cosa da immaginare, indubbiamente sono casi molto rari e a me per esempio non è mai capitato, anzi, due o tre volte mi è successo il contrario, cioè perdere dei soldi miei per casa e non riuscire più a ritrovarli. Ma torniamo agli innocenti.
Un innocente un sabato pomeriggio non sa cosa fare, si annoia, non ha voglia di andare subito a fare due passi e decide di andare a mettere in ordine il solaio. Ecco che un bel momento l’innocente apre una vecchia cassa per vedere che cosa c’è dentro e la trova piena di banconote; ma di fianco c’è un’altra cassa, l’innocente la apre e anche quella cassa è piena di banconote.
Allora torna giù in casa e così, per curiosità, apre un cassetto, anche il cassetto è pieno di soldi. Allora apre un altro cassetto, anche sto nuovo cassetto è pieno di soldi. Allora chiama la moglie e le dice: «Ma sei tu che hai riempito di soldi questi due cassetti?» «No» gli fa la moglie, «Che soldi?» «Vieni a vedere».
Lei va a vedere e vede che i due cassetti son pieni di soldi. «Hai guardato anche nel cassetto delle mutande?» dice lei, lui apre il cassetto delle mutande, anche quello è pieno di soldi. «Guarda nell’armadio» le dice lui. Lei apre l’armadio, anche l’armadio è pieno di soldi. «Ma guarda che è strana sta cosa» si dicono l’innocente e sua moglie. Infatti è strano, sembra un po’ incredibile come situazione. Però tante volte capita anche l’incredibile. «Ma di chi saranno questi soldi?» si dicono. «Non è che li ha nascosti qui tua madre?» chiede l’innocente a sua moglie. «Ma quanti sono?» chiede la moglie. Si mettono a contarli.
«Qua in camera da letto sono duecentottantamila euro, sono un po’ troppi per mia madre», «Andiamo a vedere in cucina e in salotto». Trovano altri trecentomila euro e così via. Che in astratto non sarebbe neanche brutto trovarti in casa seicentomila euro.
Solo che se uno ha degli incarichi politici di un certo livello diventa anche imbarazzante trovare seicentomila euro in casa propria senza sapere da dove vengono. Mettiamo che dieci tuoi amici imbecilli hanno deciso di farti uno scherzo, ognuno ha tirato fuori sessantamila euro e poi, mentre tu e tua moglie eravate fuori a lavorare, li hanno infilati in tutti i mobili di casa tua. Dopo tu li trovi e non sai cosa fare.
Perché anche farne dei sacchi e buttarli nella spazzatura, non sapendo neanche di chi sono, non è così facile. Li butti nella spazzatura e il giorno dopo ti suona la mafia e ti dice «avevamo momentaneamente appoggiato seicentomila euro a casa vostra, siamo venuti a riprenderli», «ah, erano vostri, li abbiamo buttati nella spazzatura». Come va a finire dopo?
Invece, se non li butti nella spazzatura, arriva la polizia a fare una perquisizione, e ti dice «Come mai ci sono questi seicentomila euro infilati nei mobili?». È così la vita. È sempre difficile, e qualsiasi mestiere fai ci sono le sue preoccupazioni.
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