Zuo yue zi. È l’espressione in mandarino che indica il periodo di riposo che per la medicina cinese dovrebbero osservare le donne dopo il parto. Con una specifica dieta per “raffreddare” il corpo. Una tradizione che oggi si traduce in soggiorni in hotel che si prendono cura delle neomamme
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola
Zuo yue zi è un’espressione in mandarino che significa “stare sedute per un mese”, ed è quello che, secondo la medicina cinese tradizionale, le donne dovrebbero fare dopo aver partorito. Ovvero, dopo una faticaccia così, che ha per lo più portato a perdita di sangue, “raffreddando” il corpo, le donne dovrebbero starsene secluse a recuperare energie, con una dieta mirata che cambia di settimana in settimana, che le riporti allo stato ottimale.
Freddo e caldo, nel microcosmo della medicina cinese, non corrispondono in modo diretto alle temperature, ma seguono per l’appunto i vari principi alla base di questo sistema medicinale che si basa su armonie non sempre evidenti ad occhio nudo (alcune di queste, messe in tempi moderni al vaglio di una sperimentazione scientifica, si sono rivelate fondate, altre quasi per nulla).
Per quello che riguarda gli alimenti, per esempio, lo zenzero è un alimento caldo, quindi ricostituente, così come lo è la carne, e gli oli, in particolare l’olio di sesamo. Freddi da nemmeno avvicinare invece sono tutte le insalate, i cibi amari, qualunque cosa si mangi cruda.
Sedute
Stiamo parlando di un sistema tradizionale antico di diversi secoli, per cui se guardiamo alla pratica dello “stare sedute un mese” troviamo anche diverse regole da seguire che mostrano una misoginia intrinseca, e il timore del potere femminile, che andava dunque ridimensionato: i vari fluidi corporali che erano stati sparsi durante il parto avevano “inquinato”, e la donna doveva dunque ritirarsi e astenersi da tutta una serie di cose per evitare di inquinare maggiormente.
Era proibito loro vedere persone, bere acqua o aprire le finestre, non si potevano lavare, non potevano ovvero fare nulla che portasse ulteriore “freddo” ad un corpo che aveva bisogno di riaggiustare la proporzione di “caldo”. Un incubo, più che un recupero.
Oggi però la pratica di “stare sedute un mese” ha ripreso vita, seguendo ancora molti dei dettami della medicina cinese, ma ripresentandosi in chiave moderna e confortevole, prendendosi soprattutto cura della madre. L’idea di riproporre lo zuo yue zi è venuta a Taiwan, dove sono stati messi a punto dei centri di cura post-parto, simili a alberghi di lusso. Costano circa 200 euro a notte, e li le mamme sono curate, massaggiate, aiutate con i primi cambi di pannolini e le difficoltà che possono insorgere con le prime poppate, consolate se soffrono di depressione post-parto, e monitorate per ogni tipo di problema di salute.
I bimbi dormono in un’altra stanza, garantendo notti di sonno ininterrotto per tutto il primo mese. La dieta, con ogni pasto preparato appositamente a seconda delle necessità di ogni ospite di questi alberghi post-parto, rispetta quanto previsto dalla tradizione medica cinese, seppur con aggiustamenti moderni.
Il primo mese dopo il parto è visto come un momento così delicato che si considera che la salute futura della donna possa dipendere interamente da quanto ha potuto riposare in questo periodo, e quanto abbia potuto contare sul sostegno per superare la prima fase della vita da genitore, che si tratti di altri familiari o persone assunte apposta. Non che il costo sia indifferente, dal momento che un mese in queste strutture rappresenta circa il 30 per cento del reddito annuo di una famiglia media – ma viene considerato necessario per non compromettere la salute della madre, e chi vuole figli, se non ha alternative, si mette a risparmiare per poter provvedere a questa spesa.
La dieta
La scrittrice taiwanese-americana Clarissa Wei, autrice del libro di cucina Made in Taiwan, lo scorso anno, dopo la nascita di suo figlio ha deciso di passare il primo mese ad un hotel post-parto, e ne descrive così la dieta: «Si tratta di nutrire il qi (il soffio vitale secondo la visione cinese) che si è indebolito durante il parto. Per questo, vengono preparati all’inizio una serie di brodi, dapprima meno saporiti poi via via più ricchi, e diversi tipi di stufati a base di carne di maiale o di pollo», racconta.
L’idea che il parto, per l’appunto, raffreddi il corpo fa sì che le proteine (calde) siano al primo posto: «I pasti negli alberghi post-parto, e nella tradizione medica cinese, sono molto proteici, e hanno lo scopo di scongiurare rischi di anemia. Vengono serviti brodi e stufati con fegato e altre frattaglie, con lo scopo di fornire quanto più ferro possibile alla nuova mamma».
Dal momento che Taiwan conta un alto numero di vegetariani e vegani, gli alberghi post-parto più sviluppati provvedono anche una dieta calibrata su questi principi nutritivi, con molta soia per la questione delle proteine. Clarissa Wei specifica anche che «le donne non possono bere acqua, ma solo infusioni e vino di riso bollito, per fargli perdere l’alcool: questo perché le fonti d’acqua disponibili potevano essere poco affidabili, e la prima regola per le neo mamme era di evitare ogni tipo di infezione. Anche oggi, negli alberghi post-parto, non viene servita acqua normale: solo te e infusioni, e brodi».
Il cibo inizialmente è quasi insapore, poi, dalla seconda settimana, e fino alla quarta, vengono reintrodotti gusti un po’ più interessanti grazie all’olio di sesamo, e alle erbe medicinali ed aromatiche che fanno capolino negli stufati e nei brodi. «L’obiettivo è di utilizzare le erbe per nutrire lentamente il corpo, e rinforzarlo», continua Wei: «Il piatto più importante di questa dieta così poco saporita ma altamente proteica è uno stufato di pollo bollito nel vino di riso, a cui viene aggiunto molto zenzero e olio di sesamo, ingredienti che aiutano a rafforzare il qi».
Prima dell’apertura di questi centri speciali post-parto (che esistono anche in Corea, dove la base alimentare per neo-mamme prevede molte alghe, per il loro apporto di iodio, anche se nel sistema cinese le alghe sono considerate “fredde”, e in Cina, dove la tradizione culinaria post-parto è simile a quella taiwanese) chi poteva assumeva una persona specializzata in cucina post-parto, che si occupava dei pasti della nuova mamma per tutto il primo mese successivo alla nascita.
«Quello che viene detto è di prendersi cura di sé al massimo, e gli alberghi post-parto lo fanno, dal momento che qui si crede che se la mamma è in salute, prendersi cura del bambino le sarà più facile». Fra le erbe più utilizzate, sia nei piatti che negli infusi, c’è l’angelica, la corteccia di eucommia (un albero cinese), molto zenzero per l’appunto, i datteri cinesi e le bacche di goji.
I centri non si affidano però soltanto alla medicina tradizionale cinese, ma oggi hanno un approccio combinato – ovvero, insieme agli esperti di medicina e nutrizione cinese, ci sono dottori laureati in medicina “occidentale”, fornendo dunque un’assistenza intera.
Mentre le mamme si riposano, e passano con i figli solo il tempo da loro stabilito – certe donne chiedono di essere lasciate sole fino a quando non devono allattare, altre passano la giornata intera con il bebé. Ma in questi centri, qualunque scelta venga fatta dalla madre viene accolta come quella giusta: un mese di cura di sé, aggiustamento alla nuova fase vitale, e preparazione per il futuro.
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