Oggi ricomincia il viaggio nei sentimenti di Temptation Island ed è così diventato patrimonio culturale del Paese, almeno quanto le partite dell’Italia, che viene proiettato per una visione collettiva anche nelle librerie. Per i padovani, la prima puntata si potrà recuperare il giorno dopo, nella storica Zabarella.

Facendo un passo indietro: questa sera su Canale Cinque ricomincia il reality meno reality del palinsesto televisivo, che in nove anni di messa in onda estiva è passato dall’essere il piacere poco presentabile che riempiva le calde nottate di chi non andava al mare, a diventare un fenomeno di massa, punto di contatto tra la casalinga col ventilatore e l’hipster con la tote bag di Adelphi, intorno a un immaginario falò di confronto.

Per chi non conoscesse il format, Temptation Island è quell’esperimento sociale sempre catastrofico che prende sette coppie, le porta in una località marittima sarda in bassa stagione e le separa in due distinti villaggi. Ogni coppia è in crisi a modo suo – chi per la differenza di età, chi per gelosia, chi per noia – e pensa che passare 21 giorni divisi davanti alle telecamere sia un buon modo per risolvere i problemi. Le sette donne condivideranno sdraio, piscina e serate alcoliche con altrettanti bellocci palestrati, con il compito di sedurle o almeno di farle lamentare del fidanzato dall’altra parte della palizzata di bambù. Altrettanto vale per la controparte maschile.

Le giornate passano tra un ballo sulle note di un lento degli anni Novanta e un pianto di rabbia per le mancanze del proprio partner confessato al flirt del momento, tutto ripreso dalle telecamere e pronto per essere mostrato all’ignara metà. Che, in buona parte dei casi, sta facendo altrettanto.

«Ho un video per te» è il tormentone del conduttore Filippo Bisciglia che fa sbiancare i concorrenti, i quali ogni settimana si ritrovano davanti a un falò per vedere i filmati della settimana e decidere se proseguire comunque il loro «viaggio nei sentimenti». L’alternativa, estenuati dalle immagini dei propri partner che fanno i cretini o le gatte morte con altri, è quella di chiamare il «falò di confronto»: la coppia si rincontra e si rinfaccia tutte le cose viste e ascoltate nei video, poi decide se uscire insieme o se lasciarsi.

Per i veri affezionati, alcune coppie sono rimaste nel cuore. Mirco e Perla, la quale per sei puntate si lamenta di essersi trasferita per lui da Salerno a Rieti, usciti separati e con lui fidanzato con una delle tentatrici. Ma anche Tommaso e Valentina, 21 anni lui, 40 lei, che vivono in casa con la madre di lui ed escono dal programma più uniti che mai, nonostante lui si sia fatto venire una crisi di gelosia il primo giorno, quando lei si è mostrata con un costume a due pezzi in piscina.

Quest’anno la coppia più promettente è quella di Siria e Matteo, poco più che ventenni fidanzati da sette anni. Lei ha appena perso 85 chili e ora «ha una voglia matta di far vedere chi è», lui è rimasto stupito che lei abbia scritto al programma, perché nel rapporto «va tutto bene».

Antropologia sociale

A rendere Temptation Island imparagonabile a qualsiasi altro reality sono i particolari. Il principale è che non c’è nessun premio in palio, ma chi esce vincitore e chi sconfitto dipende dalla prospettiva: c’è chi si lascia alle spalle una relazione tossica (spesso); chi si convince che il fedifrago o la traditrice cambieranno e ci rimane insieme (altrettanto spesso); chi trova un nuovo amorazzo estivo (talvolta) e chi chiede il falò di confronto dopo appena qualche giorno e se ne va – in coppia o da solo – ma con la reputazione ancora più o meno intatta (di rado).

Poi ci sono il montaggio non lineare, che permette di tenere la tensione per tutti e sei gli episodi fiume da quasi quattro ore, chiudendoli tutti con un colpo di scena, e la colonna sonora da discoteca pop-commerciale sulla riviera romagnola, che sottolinea ogni dramma sentimentale con canzonette deja vu.

La vera forza di Temptation Island, però, è quella di essere lo specchio della media della società, senza la pretesa di farle alcuna morale. Il programma porta in televisione ciò che più si avvicina al paese reale, mostrando che – da nord a sud – esiste una generazione che va dai giovanissimi fino agli ultratrentenni, cresciuti con la tv pomeridiana di Maria De Filippi (che non a caso produce Temptation, in fondo uno spinoff di Uomini e Donne girato in esterna), il cui principale problema nella vita è il proprio stato sentimentale.

Così Temptation Island diventa un distillato di antropologia con i toni da soap opera argentina, mostrando spaccati di vita angoscianti e un po’ ridicoli, in cui la realtà supera di gran lunga la fantasia del peggior sceneggiatore. Quando, dopo i primi venti minuti di puntata, la sospensione dell’incredulità è riuscita, scatta inevitabile l’empatia per i poveri sprovveduti che cercano di far pace con la vita mentre bevono mohito insieme a sconosciuti in costume. Così è facile capire perché Temptation Island si è insinuata nella programmazione settimanale dei telespettatori come e più del calcio. Più nazionalpopolare del pallone, ci sono solo i sentimenti.

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