«Ho superato lo scritto il 13 marzo. Poi ho passato mesi a attendere che si formassero le commissioni esaminatrici. A fine ottobre, finalmente le commissioni erano pronte. Ma da quel giorno, il nulla. A oggi non so ancora se e quando dovrò affrontare l’orale. Nel frattempo è uscito il bando per il prossimo concorso per il reclutamento dei docenti. Quando l’ho visto ho provato molta rabbia». A parlare è Valentina Bartolucci, insegnante precaria, 53 anni, umbra.

Ha partecipato e superato la prima prova del concorso Pnrr1, per la sua classe di concorso, AB24, lingue e culture straniere alle superiori. Iniziato a marzo 2024, per i docenti che che vogliono lavorare nelle scuole d’infanzia, primaria e secondaria. Ed è ancora in attesa di svolgere la seconda prova, l’orale, per conoscere l’esito del concorso. E, sulla base di questo, capire se verrà immessa in ruolo, quindi otterrà un posto fisso nella scuola, dopo l’anno di prova e previa abilitazione e tutti i titoli in ordine. O se sarà tra i docenti idonei non vincitori, cioè tra quelli che hanno superato le prove ma con un punteggio non abbastanza alto da ottenere una cattedra.

Peccato che all’attesa estenuante di una risposta che potrebbe cambiarle la vita e alla preoccupazione di finire nella situazione paradossale in cui si trovano già migliaia di altri insegnati precari che anche se hanno superato il concorso non hanno niente in mano, per Bartolucci si aggiunge un’ulteriore beffa. Quella di dover decidere se partecipare al nuovo concorso per il reclutamento dei docenti indetto dal ministero dell’Istruzione e del Merito, prima ancora di sapere i risultati di quello che sta svolgendo. Questo perché mentre le procedure del Pnrr1 procedono a rilento per molte classi di concorso, in più regioni d’Italia, Calabria, Marche, Umbria, Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia, Veneto, per dirne solo alcune, il ministero ha deciso di partire con il nuovo bando per il Pnrr2, a cui ci si può iscrivere fino al 30 dicembre, per reclutare circa 19 mila insegnanti. E così raggiungere il target di 70 mila assunzioni stabilito con l’Unione europea entro il 2026. Per contrastare il precariato nella pubblica amministrazione, almeno in teoria.

Perché in pratica le cose non vanno per il verso giusto. Per consolare quegli insegnanti che hanno superato le prove del Pnrr1 ma non hanno ottenuto il posto di ruolo, non hanno beneficiato di nessuna graduatoria a scorrimento per sperare che prima o poi quel posto l’otterranno e quindi sono precari proprio come erano, il ministero ha deciso di offrire loro 12,5 punti qualora decideranno di partecipare al nuovo concorso, identico a quello superato, il Pnrr2. «Già questo non ha senso», aggiunge Bartolucci: «Ma per me è ancora peggio. Non potrò neanche beneficiare dei 12,5 punti di cui avrei diritto se fossi tra gli idonei non vincitori. Che differenza c’è tra il concorso vecchio e nuovo? Perché questa volta dovrei pensare di ottenere il posto? Una situazione peggiore di questa non si sarebbe potuta immaginare. Ma la storia ci insegna che al peggio non c’è fine».

E, infatti, Bartolucci non è l’unica in questa situazione. Sebbene sia difficile avere una stima precisa, perché le classi di concorso sono tante e per ciascuna la procedura concorsuale segue un iter in base alla Regione in cui si è svolta, Andrea Capodimonte, insegnante precario che vive nello stesso limbo di Bartolucci, costretto a iscriversi al Pnrr2 mentre è ancora in attesa di sapere l’esito della sua prova per insegnare lettere alle superiori nelle Marche, racconta di essersi messo in contatto, un solo giorno, con parecchie decine di docenti che vivono lo stesso paradosso: «Abbiamo creato un collettivo a cui si aggiungono nuove persone di continuo, per portare all’attenzione delle istituzioni la nostra situazione. Già è frustrante dover rifare il concorso. Ma qui la fregatura è doppia. Ti trovi a dover ricominciare senza nessun riconoscimento. Altro che scuola del merito… viene voglia di cambiare lavoro», conclude Capodimonte deluso: «Chiediamo il rinvio della scadenza del nuovo concorso per garantire a tutti i candidati di completare le prove. O almeno che venga prevista una clausola di riserva nel Pnrr2 per permettere a chi supererà il concorso di beneficiare dei 12,5 punti. Anche perché il problema riguarda tutto il sistema dei concorsi pubblici nella scuola».

Come spiega infatti, Manuela Pascarella, sindacalista di Flc Cgil, i ritardi nel Pnrr1 sono dovuti alle difficoltà per le commissioni nell’esaminare i candidati «perché i commissari sono docenti di ruolo che non vengono esonerati dal servizio ordinario per questo compito ulteriore. Così lo fanno nel tempo extra e per compensi ridicoli, tanto che molte volte si dimettono. Il ministro Valditara vuole fare nuovi concorsi a costo zero. E questo è il risultato»: un caos burocratico che non risana le sacche di precariato su cui si regge il sistema d’istruzione e pesa sulle spalle di chi ha ancora voglia di investire per qualificare la scuola: «Presenterò un’interrogazione parlamentare per fermare le procedure concorsuali almeno finché non si sarà concluso il Pnrr1», afferma senza indugi Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra: «Si tratta dell’ennesimo schiaffo a persone che non meriterebbero questo trattamento».

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