Un fedifrago pasticcione, una crepa sulla fronte, un’operazione alla Lemonade di Beyoncé. Ma soprattutto: come si spendono 258 euro per un treno diretto a Milano? Lo guidava Leclerc?
Vi ricordate quando il problema più grande di Gennaro Sangiuliano era Geppi Cucciari che lo insolentiva al Premio Strega? It was the best of times, it was the worst of times direbbe qualcuno (ma non Sangiuliano, che immagino avere poca familiarità con Charles Dickens e la lingua inglese).
Lui direbbe piuttosto che si stava meglio quando si stava peggio, e capirei appieno la sua nostalgia: da giorni ormai non riusciamo a staccare gli occhi dall’incidente a catena che è diventata la sua vita, da quando la più classica vicenda di corna si è trasformata in un affare di Stato. Chissà cosa darebbe ora per tornare a fare figure barbine a Villa Giulia.
Qui invece c’è tutto il potenziale per il grande romanzo italiano, ma essendo io una cialtrona con mezza pagina di giornale a disposizione mi limiterò a redigere una playlist dei miei momenti preferiti di questi ultimi giorni.
L’intervista
Iniziamo dall’intervista al Tg1, un exploit patetico se mai se n’è visto uno. Difficile non provare un po’ di tenerezza per un uomo che si presenta al telegiornale del servizio pubblico per rendere conto di alcune decisioni che con ogni evidenza ha lasciato prendere al proprio pene alla coque.
In fronte ha uno sgarro importante: chissà se gliel’ha procurato la moglie scagliandogli contro un posacenere, una scarpa, la chiave d’oro di Pompei, dopo quella passeggiata mano nella mano alla Mostra del Cinema di Venezia, durante la quale lei sembrava felice di camminare al fianco del marito come se fosse accompagnata da Ted Bundy, mentre lui era alla mercé dei passanti come un giullare qualunque. Gli mancava solo un pomodoro in faccia e uno sparticulo a tradimento.
Fronte crepata a parte, Sangiuliano si è presentato al Tg1 sventolando dei fogli A4 che proverebbero che le trasferte della dottoressa Boccia – la chiama solo così – le ha pagate lui con la sua brava carta di credito, non con i soldi pubblici. Soldi pubblici di cui mi importa assai poco in questo momento, sicuramente meno che di sapere come abbia fatto Sangiuliano a spendere 258 euro per un treno per Milano. Il treno partiva da Bucarest? Lo guidava Leclerc? Viaggiava nel tempo?
Le scuse
Alla fine dell’intervista a Sangiuliano si spezza la voce e chiede scusa alla moglie e a Giorgia Meloni e mi aspetto che stia per chiedere scusa anche alla propria madre, già che c’è, quando infine io sento un po’ di magone stringermi la gola e un brivido di compassione per questo fedifrago pasticcione, perché come lui ce ne sono migliaia, ma nessun altro deve fare harakiri in preserale.
L’intrattenimento però è appena iniziato ed è subito chiaro che le soddisfazioni più grandi ce le darà lei, la dottoressa Boccia. Maria Rosaria Boccia ha avviato la sua operazione Lemonade (l’album con cui Beyoncé si vendicò dei tradimenti del marito), in italiano possiamo chiamarla operazione Sputtanamento. Non tanto perché delusa dalla fine di un amore – possiamo ipotizzare che dormire con Sangiuliano sia stata più un’incombenza che un privilegio – quanto per la carica promessa e poi negata di Consigliere Grandi Eventi del ministro.
A differenza di Sangiuliano, che dai suoi predecessori non ha imparato niente (soprattutto dal vate delle corna, Silvio Berlusconi, che Boccia l’avrebbe già messa a sedere in Parlamento da mesi senza nessun segno di rimorso), Boccia ha imparato da Monica Lewinsky che nel dubbio è meglio avere delle prove.
Screenshot sull’avanzamento della sua nomina, telefonate registrate con dirigenti del ministero, ma soprattutto video girati di nascosto con degli occhiali muniti di fotocamera, un dettaglio che se lo trovassi in un romanzo direi che l’editor avrebbe dovuto tagliarlo, perché non è verosimile. E invece, ora che la realtà supera di molto l’immaginazione, mi chiedo: cosa possiamo aspettarci ancora? A quando il sex tape?
Gli hashtag
Boccia intanto procede con la sua Lemonade sul suo profilo Instagram, che da giorni noi tutti (cioè io e le mie amiche) consultiamo con l’insistenza che non abbiamo riservato nemmeno alla reunion degli Oasis. Qui apprendo che Boccia è presidente di Fashion Week Milano Moda, che non so cosa sia ma potrebbe valerle un paio di diffide (dalla vera Fashion Week? Da Beppe Sala? Da Miuccia Prada? Le possibilità sono infinite). La sua bio recita “Vorrei spiegarvi cosa si prova nel creare emozioni, MA È IMPOSSIBILE” (sic). Forse possiamo chiederlo a Sangiuliano, a cui Boccia deve aver creato diverse emozioni, non ultimo il brivido di perdere il lavoro.
A seguire ci sono due hashtag, #intergruppoparlamentare e #dietamediterranea, che preannunciano l’uso spregiudicato dei cancelletti che incontreremo nel feed. #sorry #gabinetto #giornalisti si legge infatti in uno dei suoi post più recenti, ma troviamo anche un tag a Claudio Baglioni sotto un selfie davvero molto ravvicinato. «Il vaso delle menzogne è colmo» scrive nel post del 5 settembre che ci fa sperare che sarà questa improbabile eroina dalle figure retoriche confuse a far finalmente crollare il governo. Se non è un Grande Evento questo, non so cosa sia.
L’intervista sulla Stampa è una discreta delusione: Boccia non si sbilancia, e nel video di anticipazione risponde alle domande guardando in camera con sguardo vitreo, facendomi sorgere il dubbio che Maria Rosaria Boccia non sia mai esistita davvero, se non come creazione dell’intelligenza artificiale programmata per sabotare il governo. Nella versione integrale ci regala comunque alcuni citabilissimi momenti (“settore del wedding”), svelandoci il dettaglio più agghiacciante di tutti: Sangiuliano l’ha portata a un concerto del Volo. L’onta a questo punto forse è troppo grande e mentre Boccia, inarrestabile, annuncia un’intervista su La7 per quella sera stessa, Sangiuliano si dimette.
Chiamale emozioni
L’intervista di Marianna Aprile e Luca Telese va in onda e stavolta la dottoressa Boccia è meno Beyoncé e più Django Unchained. Mi chiedo quante querele le arriveranno domani mentre racconta che Sangiuliano e la moglie sono praticamente separati da anni, che lui ha lasciato che ascoltasse al telefono una conversazione tra i due in cui lei chiedeva al marito di stracciare la nomina di Boccia, che ci sono «una talpa al ministero» e altre donne coinvolte. Il tutto sempre sfondando continuamente la quarta parete con quegli occhi privi di emozioni (d’altronde lei le emozioni le crea, non le prova).
Allude a documenti in suo possesso con un sorriso inespressivo, forse è davvero un replicante, forse ha visto cose che noi umani… Quando la nostra attenzione sta ormai scemando e nella località di mare da cui è collegato Molinari parte il pianobar in sottofondo, Boccia pronuncia le parole «pellicola privacy», riferendosi a un regalo che avrebbe fatto a Sangiuliano per proteggere lo schermo del suo cellulare da sguardi indiscreti, e io penso che non è finita, questa donna ha appena cominciato. Non c’è velo pietoso che tenga davanti a una pellicola privacy.
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