Gli studenti del Torquato Tasso, liceo romano balzato alle cronache per le punizioni severe proposte dal dirigente scolastico dopo l’occupazione della scuola, spiegano le ragioni della loro protesta
Rivolgiamo questa lettera all’opinione pubblica, al ministro Giuseppe Valditara e al dirigente scolastico Paolo Pedullà, i quali si sono espressi pubblicamente in merito alle sanzioni a noi imposte, in seguito all’occupazione del nostro istituto.
Ancor prima della nostra manifestazione di disagio e di dissenso, resa concreta attraverso cortei, occupazioni, proteste, eravamo pienamente consapevoli delle possibili conseguenze che si sarebbero presentate.
Non abbiamo mai avuto intenzione di sfuggire alle nostre responsabilità, e lo abbiamo dimostrato autodenunciandoci e rivendicando consapevolmente il gesto politico.
Ciò che ha attirato l’attenzione della stampa, del ministero e dell’opinione pubblica, non sono state le nostre richieste e il nostro dissenso, come speravamo, bensì il modo in cui è stato represso, non educativo ma punitivo.
Le risposte ricevute sono state la dimostrazione lampante di tutto ciò che fino ad ora abbiamo denunciato.
Mentre le istituzioni si complimentano a vicenda per la tutela dell’ordine democratico, quanto detto e fatto da loro fin ora risulta estremamente autoritario.
Tuttavia una scuola democratica, che tanto viene decantata, è quella cui noi aspiriamo e per cui ci siamo sempre impegnati.
Con questa lettera il nostro intento è quello di porre al centro le motivazioni politiche per cui ci battiamo, confidando di diventare per la prima volta una parte attiva del dibattito politico. La piattaforma politica che abbiamo proposto è stata condivisa nel comunicato del coordinamento autonomo romano, il gruppo di collettivi studenteschi di cui il nostro fa parte.
Riteniamo fondamentale il nostro ruolo, e siamo fiduciosi che la nostra risonanza mediatica, la maggiore in questo momento tra i licei, possa permettere la diffusione delle istanze comuni alle altre scuole, che come noi speriamo possano avere il proprio spazio ed essere ascoltate.
Crediamo che sia necessario avere una scuola transfemminista aperta alle esigenze di tutte e tutti, che sia inclusiva e accessibile da ogni punto di vista; una scuola che si curi anche della salute mentale di ogni studentessa e studente e che non lasci indietro chi non ha gli strumenti per potervi accedere.
In risposta alle dichiarazioni del ministro Giuseppe Valditara riguardo la presa di posizione del dirigente scolastico, invitiamo la comunità studentesca, il corpo docenti, i genitori, il personale ata, della nostra e delle altre scuole, e chiunque sia interessato, a prendere parte venerdì 19/01, al termine dello svolgimento delle lezioni, a un sit in silenzioso, di fronte al nostro istituto, per riprenderci la libertà di espressione e di dissenso.
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