Il nuovo governo è in carica.

Francesco Fotia / AGF

Si è concluso questa mattina nel salone delle feste del Quirinale il giuramento.

Giorgia Meloni ha giurato di governare «nell’interesse esclusivo della nazione», come da formula, e altrettanto la sua squadra.

Francesco Fotia / AGF

Il VIDEO.

Dal lato delle opposizioni, «ora contano gli atti concreti del governo in carica: su quelli sarà misurata la destra e su quelli il Pd organizzerà opposizione e proposte», fa sapere la capogruppo dem alla Camera Debora Serracchiani.

Carlo Calenda cerca già le crepe nel nuovo esecutivo: «A sostegno del governo c'è una coalizione molto disunita – dice – con Berlusconi e Salvini intenzionati a sabotarlo. Questo è il rischio di questo governo, non il fascismo».

Giuseppe Conte, il leader dei 5 Stelle, proietta in avanti i lavori e lancia il tormentone della legge elettorale, sul quale vuol avviare un dialogo con la destra al governo: «Una legge elettorale è assolutamente urgente. Lo dirò forte alla maggioranza di centrodestra: volete discutere di riforme istituzionali e siete in buona fede? Allora subito mettiamoci intorno a un tavolo, ragioniamo insieme su una legge elettorale che assicuri adeguata rappresentatività soprattutto oggi che abbiamo ridotto il numero dei parlamentari».

Arrivano nel corso della giornata anche le reazioni internazionali.

Gli Usa, Kiev e Bruxelles

Il messaggio del presidente degli Stati Uniti:

I congratulate Giorgia Meloni on becoming the new Prime Minister of Italy. Italy is a vital NATO Ally and close partner as our nations together address shared global challenges. As leaders in the G7, I look forward to continuing to advance our support for Ukraine, hold Russia accountable for its aggression, ensure respect for human rights and democratic values, and build sustainable economic growth.

Joe Biden si congratula con Meloni, ribadisce che l’Italia è un paese cruciale per l’Alleanza atlantica e un partner stretto degli Usa. «Non vedo l’ora di continuare insieme – come leader del G7 – a supportare l’Ucraina, a chieder conto alla Russia per i suoi misfatti, per l’aggressione». Stando al messaggio di Biden la cooperazione con Meloni serve anche a «assicurare il rispetto dei diritti umani e dei valori democratici», oltre che a promuovere una «crescita economica sostenibile». 

Dall’Ucraina il presidente Volodymyr Zelensky non vede l’ora di «proseguire la fruttuosa cooperazione» con l’Italia e si congratula con Meloni.

Altrettanto fa la Commissione europea, e per voce della presidente Ursula von der Leyen twitta: «Congratulazioni a Meloni, la prima donna a ricoprire questo ruolo. Sono pronta e sono lieta di lavorare insieme al nuovo governo in modo costruttivo per rispondere alle sfide che ci attendono».

A gestire i rapporti con Bruxelles sarà Raffaele Fitto, che ha giurato da ministro degli Affari europei, della coesione e del Pnrr.

Si insediano i due vice

Ha giurato di essere «fedele alla Repubblica» e di agire «nell’interesse esclusivo della nazione» anche Antonio Tajani, berlusconiano, ora ministro degli Esteri e vicepremier, nonostante gli scandali sulle «lettere dolcissime» tra Putin e Berlusconi. 

«Fedeltà» e lealtà alla Costituzione dichiarate anche da Matteo Salvini, vicepremier per la seconda volta. Lo era stato anche nel Conte I. Dopo il giuramento, il leader leghista è corso a occupare gli spazi del suo nuovo ministero e ha esibito un sorriso smagliante. «Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili è nel suo ufficio al dicastero», ha prontamente informato il suo staff verso le 11:30.

Il nodo capitanerie

La Lega chiarisce anche che la battaglia retorica anti migranti e ong non è pregiudicata dalla delega per il Mare assegnata all’ex governatore siciliano Nello Musumeci, oggi ministro per il Sud, e per il Mare, appunto. «Le deleghe del ministro Musumeci non assorbiranno alcuna competenza attualmente in capo al ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili» in capo a Salvini, hanno chiarito i salviniani. «Guido io le capitanerie», è la linea del leader leghista.

Sovranisti galvanizzati

Complimenti per la premier dagli alleati polacchi.

Nella mattina del giuramento sprizza entusiasmo per il governo Meloni il premier ungherese, che da neofita di Twitter – ha aperto da poco l’account proprio per rafforzare la sua immagine internazionale – si congratula. «Un grande giorno per la destra europea!».

Sovranisti rivitalizzati anche in Francia: tweet di entusiasmi anche dalla leader del Rassemblement National, Marine Le Pen.

La nuova squadra

Dopo il giuramento da presidente di Meloni, e dei vicepremier designati Antonio Tajani (Esteri) e Matteo Salvini (Infrastrutture), hanno giurato tutti gli altri ministri del nuovo esecutivo, così composto: Interno Matteo Piantedosi; Giustizia Carlo Nordio; Difesa Guido Crosetto; Economia e finanze Giancarlo Giorgetti; Imprese e made in Italy Adolfo Urso; Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida; Ambiente e sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin; Lavoro e politiche sociali Marina Elvira Calderone; Istruzione e merito Giuseppe Valditara; Università Annamaria Bernini; Cultura Gennaro Sangiuliano; Salute Orazio Schillaci; Turismo Daniela Santanchè; Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani; Affari regionali e autonomie Roberto Calderoli; Affari europei, politiche di coesione territoriale e Pnrr Raffaele Fitto; Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo; Riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati; Sport e giovani Andrea Abodi; Disabilità Alessandra Locatelli; Sud e politiche del mare Nello Musumeci; Famiglia, natalità, pari opportunità Eugenia Maria Roccella.

La cifra politica

Ministri che passano dal ruolo di lobbisti a quello di governo, come Guido Crosetto che va alla Difesa, vecchie conoscenze come Giancarlo Giorgetti, unica figura del governo Draghi che permane anche con Meloni al dicastero dell’Economia. E conoscenze nuove per un governo, ma non del tutto, come il direttore del tg 2 Gennaro Sangiuliano che va alla Cultura.

Nuove definizioni per i dicasteri, che scatenano polemiche quanto i nomi stessi, e poi Antonio Tajani, il delfino di Berlusconi, che dopo lo scandalo vodka va agli Esteri e diventa vice così come Matteo Salvini. Qui tutta la squadra.

Alleanze scivolose

Ieri Giorgia Meloni ha accettato l’incarico da premier «senza riserva»: ciò le permette di non tergiversare in una fase in cui sulla strada di palazzo Chigi spuntavano audio imbarazzanti e mine varie. Vale anche come prova di forza agli alleati. Che pur avendo incassato cinque ministri a testa, e una vicepremiership per partito, non hanno manifestato entusiasmo.

Silvio Berlusconi, reduce dal caso vodka, ieri davanti ai cronisti ha alzato il sopracciglio quando Meloni ha riferito che la coalizione ha dato sulla sua premiership una indicazione «unanime».

La nuova premier ha definito i ministri quasi in solitudine. Se questo sarà lo stile della leadership, accentramento per insicurezza e diffidenza, è facile profetizzare guai, scrive Daniela Preziosi. 

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