Una filastrocca assegna a Verona il ruolo di patria della follia. C’è un veronese, di fama internazionale, che al tema del disagio mentale e alle sue implicazioni ha dedicato gran parte della sua esistenza: Vittorino Andreoli. Abbiamo chiesto al celebre psichiatra di raccontarci tre episodi che, dal suo punto di vista, rappresentano la vita della città di allora. Ascolterete un viaggio tra manicomi, droga e lotte sindacali
«Veneziani gran signori, padovani gran dotori, vicentini magnagati, veronesi tuti mati», la filastrocca che da Est a Ovest disegna le città venete, assegna a Verona il ruolo di patria della follia. C’è un veronese, di fama internazionale, che al tema del disagio mentale e alle sue implicazioni sociali, politiche e culturali ha dedicato gran parte della sua esistenza: Vittorino Andreoli. Il celebre psichiatra, dopo aver viaggiato per il mondo, è tornato nella sua Verona dove vive tuttora. Gli abbiamo chiesto di raccontarci tre episodi di cui è stato protagonista e che, dal suo punto di vista, rappresentano la vita della città di allora. Ascolterete un viaggio tra manicomi, droga e lotte sindacali.
Il podcast
Com’erano davvero gli anni Settanta? La plumbea fase della “strategia della tensione” o gli anni della “crescita democratica”? Il buio tunnel del terrorismo o il periodo della fantasia ribelle? Il nostro nuovo podcast, “Volevamo volare – noi ragazzi negli anni ‘70”, a cura di Paolo Butturini, Akùo e Overpress Media, racconta alcune storie di chi quel momento l’ha abitato prima adolescente, poi giovane.
Un’esperienza che non si svolge a Milano, Torino, Roma o Napoli, ma a Verona, una piccola, bellissima città, poco raccontata e ancor meno analizzata. Una zona allora periferica, ritenuta tale sino a poco tempo fa, nella quale, per contro, si annidavano le antinomie politiche, sociali e culturali che partorirono le tensioni generazionali e di classe, i terrorismi rosso e nero, gli squilibri e le questioni insolute che ci trasciniamo ancora oggi.
Il podcast è suddiviso in 10 puntate (ne esce una ogni mercoledì dal 4 maggio) che attraversano il decennio fermandosi all’anno prima del rapimento di Aldo Moro Moro, 1978, episodio che segna una rottura e l’entrata dell’Italia in un’altra fase storica. Ora che la moda, la musica, l’arte, ripropongono immagini, look e tic di quel tempo, cerchiamo di restituirvelo con uno sguardo dal basso, nella sua ingenua e indisciplinata vitalità.
Fateci sapere cosa ne pensate, scriveteci le vostre impressioni alla mail lettori@editorialedomani.it.
Le puntate precedenti
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