- Lazio e Lombardia sono state le prime a introdurre il bonus psicologo, ma anche in Emilia Romagna si sta muovendo qualcosa.
- L’obiettivo è aiutare le persone ad affrontare le conseguenze psicologiche della pandemia dopo che che governo e parlamento hanno scelto di non intervenire.
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Anche i comuni si muovono, Rimini sta lavorando a un bonus per i residenti giovani oppure fragili e nel piccolo comune di San Giovanni in Marignano da 15 anni lo sportello psicologico è gratuito per tutti i cittadini.
Da quando a fine dicembre il governo di Mario Draghi ha scelto di non includere nelle agevolazioni della legge di bilancio il “bonus psicologo”, sollevando le proteste dell’ordine degli psicologi e di esponenti del suo stesso governo, alcuni enti locali si sono attivati autonomamente per affrontare l’emergenza psicologica causata dai due anni di pandemia.
I pionieri
La prima regione a muoversi è stata il Lazio, che ha stanziato 2,5 milioni di euro per un “bonus psicologo” diretto principalmente ai giovani, mentre il primo ente locale ad attivarsi è stato il municipio 9 di Milano, che ha destinato 30mila euro al sostegno di un primo ciclo di sedute psicologiche.
La presidente Anita Pirovano ha spiegato così l’iniziativa: «Abbiamo voluto dare un segnale ostinato e contrario rispetto a questa scelta del governo che, oltre a non prendersi carico di un problema di portata nazionale, rischia ora di dare anche un segnale culturale sbagliato». Sebbene un ciclo di sedute consista in tre o quattro appuntamenti, Pirovano assicura che, secondo la letteratura scientifica, sono sufficienti per avere un quadro iniziale esaustivo della persona per individuare i casi più gravi e urgenti.
«Dopo la nostra iniziativa, oltre alle tante manifestazioni di solidarietà, abbiamo ricevuto numerosi messaggi da altri amministratori locali di altre città che ci chiedevano come avessimo fatto e che volevano replicare questa iniziativa nel loro territorio», conclude Pirovano.
Tre giorni fa è stata la volta della regione Lombardia, che ha approvato la mozione del consigliere di Azione Niccolò Carretta che prevede l’istituzione dello psicologo di base. «Ogni lombardo avrà a disposizione una figura territoriale, di fiducia, accessibile, quotidiana e soprattutto gratuita», ha commentato Carretta, annunciando la notizia sui suoi canali social.
Anche l’Emilia Romagna sembra indirizzata su questa strada. La vicepresidente Elly Schlein e l’assessore alla salute Raffaele Donini potrebbero imitare, almeno in parte, le iniziative di Lazio e Lombardia sul tema del sostegno psicologico. Il 17 gennaio la regione ha stanziato 600mila euro per finanziare 119 progetti che favoriscono l’aggregazione e varie attività per i giovani.
«La fascia degli adolescenti e dei preadolescenti sono fra i più colpiti dagli effetti della pandemia», ha detto Schlein che, oltre a essere vicepresidente della regione, ha anche la delega alle politiche giovanili.
L’assessore alla salute Donini ha dichiarato lunedì scorso in assemblea regionale che verrà istituita la figura dello psicologo nelle case di comunità «per ampliare la platea di cittadini che possono accedere a servizi per rispondere a situazioni di disagio», e ha poi insistito sull’urgenza di avere un confronto a livello nazionale per «un intervento organico e complessivo su questi importanti servizi».
I comuni
Sempre in Emilia Romagna, a Rimini l’assessore alla salute Kristian Gianfreda ha annunciato che il comune sta lavorando a un progetto che garantisca un bonus psicologo per i residenti giovani oppure fragili.
Una storia piccola ma curiosa è quella del comune di San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini, di appena 9443 abitanti. Da 15 anni è attivo uno sportello psicologico gratuito per tutti i cittadini, istituito grazie all’impegno di Michela Bertuccioli, allora semplice cittadina e oggi vicesindaco del comune. Secondo Bertuccioli: «Si fa ancora troppo spesso in Italia l’errore di dividere salute fisica da salute psicologica. Se il governo avesse approvato questo bonus avremmo potuto alleggerire il nostro programma di assistenza psicologica. Mantenere e rinnovare i fondi destinati a questa iniziativa è anche un modo per dire al governo che ha fatto un errore».
Nel sud Italia non sono ancora arrivati provvedimenti simili a quelli di Lombardia e Lazio, ma sono molte le sollecitazioni: l’ordine degli psicologi pugliesi ha rivolto un appello alle regioni perché provvedano a istituire un bonus psicologo, e sempre in Puglia i Giovani Democratici, giovanile del Pd, hanno lanciato un appello alla regione governata da Michele Emiliano perché affronti le ripercussioni psicologiche che la pandemia ha avuto sui giovani. In Basilicata i Giovani Democratici della provincia di Potenza hanno lanciato una raccolta firme per l’istituzione di un bonus psicologo nella regione. Infine nella regione Sicilia è in discussione in assemblea regionale una proposta di legge per l’istituzione di uno psicologo di base a cui hanno lavorato diversi gruppi politici, tra cui Lega, Pd e M5s.
«La pandemia ci ha aiutato a renderci conto di quanto sia diffusa la necessità di queste iniziative», dice Elisa Vianello, psicologa, psicoterapeuta e divulgatrice sui temi della salute mentale. La figura dello psicologo, spiega, è sempre stata oggetto di pregiudizio, ora, invece, «sta diventando chiaro che lo psicologo di base è una figura necessaria».
Le ragioni sono due: chi si rivolge al pubblico finisce per dover aspettare troppo, chi si rivolge al privato finisce con il pagare troppo. «Così si è rischiato di farlo diventare un professionista “di lusso”, ora come ora psicologo e massaggi sono messi sullo stesso piano», dice Vianello. «È stato calcolato che i disturbi post traumatici della pandemia dureranno almeno tre anni – continua – anche perché ogni variante ha portato con sé un carico psicologico diverso e nuovo.
Non è, specifica Vianello, un problema recente o che riguarda solo questo governo. «A inizio pandemia l’ordine degli psicologi aveva chiesto al governo Conte di includere uno psicologo nel Comitato tecnico scientifico, richiesta che era stata ignorata. Non è solo un problema del governo Draghi, è un problema culturale».
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