Roma, Milano, Torino e Napoli: dove si vota e come, cosa dicono i sondaggi, chi sono i candidati favoriti e quelli che non hanno possibilità
Il 3 e 4 ottobre si vota in Italia per le elezioni comunali 2021. Andranno al voto 1.342 comuni, tra cui tutte le principali città italiane: Roma, Milano, Napoli e Torino.
Dove si vota
In tutto si voterà in sei capoluoghi di regione (oltre a Roma, Milano, Napoli e Torino si vota anche a Bologna e Trieste) e quattordici altri capoluoghi di provincia: Benevento, Carbonia, Caserta, Cosenza, Grosseto, Isernia, Latina, Novara, Pordenone, Ravenna, Rimini, Salerno, Savona e Varese.
Quando si vota
Il voto si svolgerà il 3 e 4 ottobre, con l’eventuale secondo turno previsto per il 17 e 18 ottobre. Domenica 3 si voterà dalle ore 7 alle 23, mentre lunedì 4 i seggi saranno aperti dalle 7 alle 15.
In Trentino Alto Adige, e nell’unico comune al voto in Valle d’Aosta (Ayas), si voterà soltanto il 10 ottobre, con eventuali ballottaggi previsti per il 24. In Sicilia e Sardegna si voterà il 10 e 11 ottobre con ballottaggi fissati per il 24 e 25.
Le sfide principali
A Roma si affronteranno in tutto 18 candidati, anche se sono quattro gli sfidanti principali. Il Movimento 5 Stelle candida la sindaca uscente Virginia Raggi. Il centrodestra candida l’avvocato Enrico Michetti, un civico senza precedenti esperienze politiche scelto dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Il centrosinistra candida Roberto Gualtieri, ex ministro dell’Economia del Pd e uno dei fondatori del partito. Infine, si candida da indipendente Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico e leader del partito Azione.
I sondaggi danno in vantaggio al primo turno Michetti, seguito a breve distanza da Gualtieri. Al ballottaggio, Gualtieri è dato in vantaggio. Raggi e Calenda si contendono il terzo posto, con la maggioranza dei sondaggi che favoriscono la sindaca uscente.
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A Milano si sono candidati in tredici, ma tutti sondaggi danno un significativo vantaggio al sindaco uscente di centrosinistra, Beppe Sala, che potrebbe riuscire nell’impresa di vincere al primo turno. Il principale sfidante di Sala è Luca Bernardo, dirigente di pediatria all’ospedale Fatebenefratelli, scelta a cui il centrodestra è arrivato dopo un percorso molto travagliato. Il Movimento 5 stelle, infine, candida l’imprenditrice Layla Pavone. In caso di ballottaggio, è probabile un apparentamento con Sala.
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A Napoli si affrontano sette candidati, di cui quattro sono gli sfidanti principali. Il centrosinistra e il Movimento 5 stelle candidano l’ex rettore dell’Università di Napoli ed ex ministro dell’Università Gaetano Manfredi. Il centrodestra appoggia Catello Maresca, magistrato in aspettativa che ha avuto un rapporto molto complicato con la sua coalizione. Da indipendenti sono candidati anche Alessandra Clemente, ex assessora ed erede politica del sindaco uscente Luigi De Magistris, e l’ex sindaco di Napoli ed ex presidente della Campania Antonio Bassolino.
I sondaggi assegnano a Manfredi un significativo vantaggio su Maresca, con possibilità di vittoria al primo turno.
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A Torino sono candidati tredici aspiranti sindaco, ma non la sindaca uscente del Movimento 5 stelle Chiara Appendino, condannata in primo grado per l’incidente di piazza San Carlo del 2017 e quindi non ricandidabile per le regole interne del partito. Il favorito è il candidato di centrodestra, l’imprenditore dell’acqua minerale Paolo Damilano. Il suo vantaggio sul candidato del centrosinistra, il professore del politecnico Stefano Lo Russo del Pd, si è però assottigliato e ora la partita è molto aperta. Il Movimento 5 stelle ha scelto la capogruppo uscente del comune, Valentina Sganga che non ha possibilità di vittoria, ma il cui appoggio potrebbe essere determinante al secondo turno.
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A Bologna i candidati sono otto, ma la vittoria è già quasi sicuramente nelle mani di Matteo Lepore, due volte assessore ed erede designato del sindaco uscente del Pd, Virginio Merola. Contro di lui, il centrodestra ha candidato l’imprenditore bolognese Fabio Battistini.
Secondo i sondaggi realizzati a settembre, da Noto sondaggi e Quorum, Lepore dovrebbe ottenere circa il 60 per cento dei voti al primo turno.
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A Trieste ci sono dieci candidati, ma, caso unico tra i comuni capoluogo di regione, è anche l’unico dove la vittoria del centrodestra sembra assicurata. Qui infatti si candida il sindaco uscente Roberto Dipiazza, imprenditore della grande distribuzione che ha già governato in città per tre mandati. Contro di lui, il centrosinistra si presenta diviso, con il Pd e le liste civiche che appoggiano il vicepresidente del consiglio regionale Stefano Russo, mentre la sinistra sostiene Riccardo Laterza, ricercatore e candidato del progetto Adesso Trieste.
I sondaggi realizzati a settembre, da Bidimedia e Noto Sondaggi, assegnano a Dipiazza quasi il 50 per cento dei voti al primo turno e oltre dieci punti più di quelli assegnati a Russo.
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Come si vota
Il voto alle comunali è piuttosto complicato. Si può votare per il sindaco, per le liste che lo sostengono, si possono esprimere preferenze per i candidati al consiglio comunale e infine si può votare per un sindaco di uno schieramento e allo stesso tempo per una lista diversa da quelle che lo appoggiano, il famoso voto disgiunto.
Nella scheda, gli elettori troveranno i nomi dei vari candidati sindaci e sotto l’elenco delle liste che li appoggiano, con accanto a ognuna di esse lo spazio per scrivere due nomi.
L’elettore può:
- Barrare solo il nome del sindaco, in questo caso il voto sarà assegnato soltanto al sindaco.
- Tracciare un segno soltanto su una lista che sostiene un candidato. In questo caso il voto andrà alla lista e anche al candidato sostenuto. Lo stesso accade se si barra sia il nome del sindaco che una delle liste che lo sostengono.
- L’elettore può tracciare un segno sul nome di un candidato sindaco e di una lista diversa da quello che lo sostengono. In questo caso, il voto andrà al candidato sindaco scelto, alla lista diversa, ma non al sindaco sostenuto da quella lista.
- Infine, l’elettore può esprimere due preferenze, scrivendo il nome di due candidati della lista che ha scelto. Se indica due nomi, devono essere obbligatoriamente di una donna e di un uomo.
- Il sindaco eletto è quello che ottiene la maggioranza assoluta dei voti al primo o al secondo turno (previsto per i comuni con più di 15mila abitanti).
- La composizione del consiglio comunale è determinata dai risultati dei candidati e delle liste che li sostengono (con un meccanismo che garantisce alle liste del sindaco vincente almeno il 60 per cento dei seggi).
- I singoli candidati delle varie liste sono eletti in base alle preferenze ricevute.
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