- Si chiama Alessandro Onorato, imprenditore della ristorazione, veterano del consiglio comunale, coordinatore della lista che porta il nome di Gualtieri e già indicato come possibile assessore al commercio.
- Il suo percorso politico inizia con il Pd di Veltroni, prosegue con l’Udc, per arrivare poi alla lista Marchini. Profilo centrista apprezzato dagli imprenditori, in affari ha avuto qualche sbandata a destra.
- Amico dell’influencer vicino alla destra romana “Er Faina”, che diceva che avrebbe votato anche Calenda se lo avesse candidati, ha lavorato con Massimiliano De Santis, arrestato insieme a un ex boss della Banda della Magliana.
«Mi hanno cercato sia Calenda che Michetti, ma io ho scelto Gualtieri». Alessandro Onorato, 41 anni, imprenditore, è seduto nella sede della lista civica Gualtieri sindaco, affacciata sul Circo Massimo.
Conteso da tutti i candidati, Onorato ha preferito il centrosinistra e, anche se non si presenta alle elezioni del 3 e 4 ottobre, il suo è un ruolo fondamentale: coordina la lista civica che porta il nome del candidato sindaco e “copre” il fianco destro della coalizione. Il suo è un profilo che piace agli imprenditori, che infatti abbondano nella sua lista: dall’ex senatore Pd e albergatore Raffaele Ranucci all’ex presidente dei giovani imprenditori romani, Monica Lucarelli. Si parla già di Onorato come futuro assessore al Commercio, una possibilità che né l’interessato né il Pd smentiscono.
Ma nella coalizione del centrosinistra romano il sostegno di Onorato fa storcere più di un naso per le sue relazioni personali ed economiche, a volte ben più “estreme” del centrismo di cui si fa bandiera.
Da Veltroni a Berlusconi
Nato e cresciuto a Ostia in una famiglia cattolica, Onorato dice che è accusato di essere vicino alla destra perché suo fratello ha militato nel Fronte della gioventù. Ma a casa sua, spiega, non si parlava di politica.
Attivo negli scout e nell’organizzazione di feste di liceo, sua prima «attività imprenditoriale», nel 2006 Onorato conosce Walter Veltroni a una cena. Onorato dice al futuro segretario del Pd che lo voterà come sindaco di Roma, ma che al municipio di Ostia è indeciso tra un candidato di Forza Italia e uno dei Verdi. Qualche giorno dopo, Veltroni gli offre una candidatura.
Sostenitore del Pd «post ideologico» di Veltroni, come lo descrive lui stesso, Onorato si allontana prima che nel partito arrivi Pier Luigi Bersani. Eletto nel frattempo al consiglio comunale di Roma nel 2008, Onorato passa con l’Udc e fa opposizione al sindaco Gianni Alemanno, nonostante il corteggiamento della destra.
Nel 2013 entra nel progetto di Alfio Marchini, costruttore romano sostenuto tra gli altri dalla potente famiglia Caltagirone. «Marchini voleva formare una vera lista civica a Roma. Mi infatuai del suo progetto politico in maniera un po’ adolescenziale», dice oggi. Le trattative per costruire una coalizione quell’anno non vanno bene. Marchini va da solo e Onorato torna in consiglio comunale, dove sarà uno dei più duri oppositori del sindaco Ignazio Marino.
Alle elezioni successive Marchini ottiene l’appoggio di parte del centrodestra. Quando Silvio Berlusconi arriva in Campidoglio a presentare la coalizione, Onorato è al suo fianco.
«Nel 2016 non riuscimmo a vincere, il centrodestra ci ostacolò perché “non eravamo di destra”. Il problema è sempre quello con la destra romana». Onorato ricorda che chiamavano Marchini “Marxini”. «Non ho grande stima della destra romana, mentre rispetto Giorgia Meloni nella sua solidità e nel suo percorso», dice.
Dopo le ultime elezioni, Onorato ha contestato Virginia Raggi con la stessa intensità che aveva riservato a Marino. I suoi numerosi post contro la sindaca sono quasi tutti accompagnati dal suo emoticon preferito: la faccina che vomita.
Accanto a questi post se ne trovano altri dedicati a crimini o altri fatti di cui sono protagonisti cittadini stranieri. «Sono razzista? No, ma sono stanco e incazzato», scriveva Onorato alcuni mesi fa. «Intervieni e ti danno del razzista, chiami chi di dovere e non intervengono perché ormai sono rassegnati al buonismo italiano», aggiungeva commentando un video di una senzatetto straniera che si lava in una fontana. Negli ultimi anni, Onorato si è anche scontrato con alcuni tradizionali alleati della destra romana, come la famiglia Tredicine, che controlla numerose bancarelle in giro per la città. Ma non ha certo fatto la guerra a tutti i post o neo fascisti.
Affari e conoscenze
Oggi Onorato si occupa di ristorazione, con un locale a Largo Argentina, nel centro di Roma, dal quale è nato anche un servizio di catering, partner ufficiale della tribuna della S.S. Lazio, squadra di cui è tifoso. Onorato gestisce anche un secondo ristorante a Milano Marittima, il Mercerie Beach Restaurant.
Proprio tramite la Lazio, Onorato conosce, circa tre anni fa, Massimiliano De Santis, nome di spicco dell’estrema destra romana, arrestato e poi rinviato a giudizio nel 2020 con l’accusa di «concorrenza illecita mediante violenza o minaccia, con l’aggravante del metodo mafioso» e collaboratore dell’ex boss della banda della Magliana, Salvatore Nicitra.
De Santis e Onorato si sono conosciuti perché, secondo quanto ha ricostruito Domani, De Santis rappresentava Mamanero, la società che distribuisce il caffè nella tribuna della Lazio. Soddisfatto del servizio, Onorato decide di affidare alla società anche la fornitura del caffè nei suoi ristoranti.
Nella prima mail che ha scambiato con il giornale e in cui ci diffidava dal pubblicare notizie che potessero accostare il suo nome a quello di De Santis, Onorato scriveva che tra lui e De Santis «non è mai intercorso alcun tipo di rapporto, personale, amichevole o confidenziale». In una serie di scambi suoi social avvenuti la scorsa estate e successivi all’arresto di De Santis, i due però sembrano essere in rapporti amichevoli, si fanno battute e commenti. In almeno un’occasione, De Santis invita Onorato a un evento di uno dei suoi tanti progetti, l’associazione Stoplastica (Onorato precisa di non aver partecipato). Sul sito di un’altra delle imprese di De Santis, Dsm Consulting, viene indicata una partnership con i ristoranti di Onorato. Onorato smentisce l’esistenza della partnership e dice che provvederà a farla rimuovere. Nei commenti e nelle discussioni sui social tra Onorato e De Santis compare spesso anche Damiano Coccia, detto Er Faina, influencer romano vicino alla destra radicale, ma che in questa campagna elettorale è stato corteggiato da quasi tutti i candidati. Hanno fatto video con lui sia Gualtieri che Calenda. A quest’ultimo, Coccia aveva detto: «Se candidi Onorato io ti voto». I due, risulta a Domani, si conoscono da tempo.
Nel suo ufficio affacciato sul Circo Massimo, Onorato ripete che i rapporti tra lui e De Santis sono esclusivamente professionali. La familiarità sui social, dice, «è la stessa che posso avere con qualcuno che viene spesso nel mio locale a fare consegne».
Contattato da Domani, De Santis ha detto di non conoscere Onorato. Mamanero, la società che impiegava De Santis, ha rifiutato di rispondere alle domande. Da una visura, Mamanero risulta controllata da Prima Fiduciaria Spa, la società specializzata nella creazione di trust anonimi citata nell’indagine sui fondi pubblici della Lega.
Rischi e opportunità
Onorato è una figura perfetta per raccogliere fondi, arruolare imprenditori e intercettare il voto del centro e del centrodestra. La sua lista è ricca di risorse quasi quanto il comitato per Gualtieri sindaco, almeno stando ai bilanci di previsione: 220mila euro contro 290mila (lui però dice che per ora sono riusciti a trovare solo un quarto della cifra annunciata). Al contempo però, nel Pd inizia a serpeggiare il timore che il suo profilo politicamente ambiguo possa spingere gli elettori di sinistra meno convinti a tradire Gualtieri.
Appena fuori dall’ufficio di Onorato e della sua lista si nota una targa: segnala che nello stesso luogo del comitato ha sede l’Istituto Milton Friedman, l’economista liberista consulente di Margaret Thatcher e Augusto Pinochet. Non risulta che l’istituto abbia nulla a che fare con la lista. Si tratta solo di un’ironica coincidenza.
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