Dopo la caccia all’uomo, l’attentatore si è consegnato alla polizia, mentre il partito di estrema destra Afd soffia sul fuoco
La paura si è impossessata di Solingen. Le vie chiuse al traffico e presidiate da lunghe file di blindati della polizia, elicotteri in volo come in Vietnam, reparti speciali in assetto di guerra, agenti armati e volanti che percorrono il centro come scosse elettriche: è stato classificato come attentato l’attacco al coltello che venerdì sera ha sconvolto la cittadina di 180 mila anime, nel cuore della Renania, ad una quarantina di chilometri da Düsseldorf.
Lo sappiamo: alla “Festa della diversità” organizzata per celebrare i 650 anni di Solingen uno sconosciuto ha cominciato a colpire a caso le persone, mirando con il suo coltello direttamente alla gola e gettando nel panico centinaia di spettatori ad un concerto che era l’attrazione del momento.
Tre morti e otto feriti, di cui quattro «in gravi condizioni»: questo, finora, il bilancio di sangue nella “città delle lame”, che da sempre si fregia di questo titolo dato che, beffardo e crudele scherzo del destino, è famosa per la fabbricazione dei coltelli.
L’arresto
Ieri pomeriggio gli inquirenti hanno reso noto di aver proceduto ad un arresto: si tratta di un ragazzo di 15 anni. Un profugo kirghiso, vive in un centro d’accoglienza.
Alcuni testimoni dicono di aver visto il ragazzo parlare durante la festa con uno sconosciuto e avrebbero sentito i due parlare di una possibile attacco con un’arma da taglio, appunto. Il quindicenne ha rifiutato di rispondere alle domande, l’accusa per ora si limita alla mancata denuncia di reato penale.
Solo nella serata di sabato, l’attentatore si è consegnato. Si tratta di un siriano di 26 anni che ha confessato l’attacco con il coltello. La polizia di Düsseldorf ha intanto fornito anche qualche dettaglio sulle vittime: si tratta di due uomini, rispettivamente 67 e 56 anni, e di una donna, anch’essa di 56 anni. L’arma del delitto è stata trovata in un cestino dei rifiuti. Alcune delle sagre cittadine vicine a Solingen sono state annullate, in altre è stata vietata la vendita di coltelli.
Nel frattempo, nel quartiere Fronhof – dove una manciata d’ore fa c’erano ancora la musica, le animazioni per bambini e gli spettacoli acrobatici – qualcuno ha posto delle corone di fiori.
Il clima politico
È angoscia quella che in queste ore si è impadronita della Germania, e, sì, c’entrano anche le imminenti elezioni in Turingia e in Sassonia e il 22 settembre in Brandeburgo. In questi tre Länder dell’ex DDR si prevede un terremoto che potrebbe arrivare a destabilizzare gli equilibri di potere a Berlino: stando ai sondaggi l’AfD – il partito dell’ultradestra sotto controllo dei servizi segreti interni – potrebbe conquistare tra il 24 per cento e il 30 per cento dei consensi.
E al di là dell’identikit dell’attentatore di Solingen è un fatto che l’AfD giochi da sempre la carta della paura. La dice lunga il messaggio postato ieri da Björn Höcke, il leader degli ultradestri in Turingia: «Mettete fine alla via sbagliata del multiculturalismo! Proteggete i vostri bambini, mandate gli altri partiti nel deserto, votate per la svolta».
Idem la leader nazionale dell’AfD, Alice Weidel: «Un attentato terroristico guarda caso al festival della pluralità!». In Sassonia, il partito dà la colpa al governo, accusato di «perseguire la politica delle frontiere aperte».
Scia di violenza
In questo clima non è facile per il capo dello Stato, Frank-Walter Steinmeier, raccomandarsi alla coesione: «Il terribile atto di Solingen ha sconvolto il paese.
Dobbiamo rimanere uniti contro l’odio e contro la violenza». Sono parole che vanno oltre la formalità: in Germania nei primi sei mesi dell’anno i reati con una matrice di estrema destra sono cresciuti del 23 per cento, a 10mila, circa 3000 in più dell’anno scorso. Si tratta di numeri che alla cancelleria si studiano con crescente preoccupazione.
C’è una scia di violenza che non accenna a placarsi, dove i contrapposti estremismi sembrano aizzarsi l’un l’altro: il precedente attacco al coltello è quello di Mannheim dello scorso 31 maggio, il bilancio è un poliziotto ucciso e cinque feriti gravi. In quel caso il responsabile era un cittadino afghano, nel mirino c’era una formazione anti-islamica.
Ma solo nel 2023 se ne contano 17 di attentati, tra cui quello del 7 marzo ad Amburgo (otto morti e nove feriti), i due assalti al coltello a Duisburg in aprile, un attacco a Hanau (dove nel 2020 l’estremista di destra Tobias Rathjen aveva ucciso nove persone con un passato di migrazione) e un assalto ad un centro d’accoglienza per profughi in Assia.
Su social l’estrema destra continua a soffiare sul fuoco. Tra i tanti, su X il deputato Matthias Helferich ha postato un cartello: «La vostra diversità uccide».
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