Marsiglia – Il corteo sfila nel porto vecchio di Marsiglia al ritmo dei cori “no pasarán” e “siamo tutti antifascisti”. È passata meno di una settimana dal trionfo del partito di estrema destra Rassemblement national (Rn) alle elezioni europee e dalla decisione del presidente Emmanuel Macron di sciogliere l’Assemblea nazionale e convocare nuove elezioni.

Per protestare contro l’ascesa dell’estrema destra e la possibilità sempre più concreta che il Rn salga al governo, sabato 15 giugno centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta la Francia. A Marsiglia, secondo il sindacato CGT, sono stati in 80mila a partecipare alla mobilitazione (secondo il prefetto di polizia sarebbero invece 12mila).

«Quello che sta succedendo in Francia è davvero angosciante» dice Annaëlle, manifestante di 30 anni, in riferimento alla vittoria del Rn alle elezioni europee con più del 30 per cento dei voti e alla possibilità che il partito di estrema destra ottenga la maggioranza alle elezioni amministrative anticipate che si terranno il prossimo 30 giugno e 7 luglio.

«Non mi aspettavo che il Rassemblement national avrebbe ottenuto percentuali così alte, sono rimasto molto scioccato» dice Félix, manifestante di 31 anni, che aggiunge di essere preoccupato per un’eventuale vittoria dell’estrema destra per quanto riguarda «i diritti delle donne, degli stranieri e delle minoranze, per il diritto all’aborto; la priorità nazionale diventerebbe l’espulsione in massa dei migranti, ci sarebbe una regressione in materia di diritti sociali. Tutto questo mi manda nel panico.»

«Ho tanta paura che il Rassemblement national vada al governo» fa eco Axelle, manifestante di 27 anni «c’è bisogno che ci uniamo tutti contro di loro». Axelle aggiunge di avere comunque speranza: «ho fiducia nei giovani, che ci sarà una forte mobilitazione dei giovani. Alle elezioni europee c’è stata una forte astensione (48,5 per cento ndr) spero che chi si è astenuto si mobiliti».

Il Fronte popolare

Molti dei manifestanti dicono di aver accolto con gioia la notizia che i partiti di sinistra, ovvero il Partito socialista, il Partito comunista, La France Insoumise e i Verdi, si presenteranno uniti alle elezioni anticipate, sotto il nome di Front Populaire.

«Sono qui, oggi, in sostegno al Front Populaire: finalmente c’è un’unione a sinistra. Questo mi dà speranza, e, in ogni caso, si tratta della nostra unica possibilità di impedire che la destra vada al potere», dice Olivier, manifestante di 67 anni, sventolando un cartello con la scritta Front Populaire.

Olivier aggiunge di non partecipare alla manifestazione solo perché contro l’estrema destra, ma soprattutto perché a favore «della pensione a 60 anni, di un salario minimo di 1.600 euro, di un una tassa sulle grandi fortune».

Oltre che a Marsiglia, si sono tenute manifestazioni contro l'estrema destra anche a Parigi, Tolosa, Bordeaux e decine di altre città francesi. Secondo le stime del sindacato CGT, sarebbero 640mila le persone che sono scese in piazza in tutto il paese, di cui 250mila solo a Parigi (secondo il prefetto di polizia, invece, il numero di manifestanti su scala nazionale sarebbe di 250mila persone di cui 75mila nella capitale).

Un paese diviso

Le manifestazioni di sabato non sono però che il culmine di una settimana che ha visto numerose altre proteste spontanee contro l’estrema destra dilagare in tutta la Francia. Una mobilitazione popolare massiccia, che mette in luce quanto il paese sia politicamente diviso a quindici giorni dalle elezioni.

A Marsiglia, la polarizzazione politica del paese si riproduce su scala cittadina: mentre nei quartieri più ricchi, a Marsiglia sud, il Rn ha ottenuto la maggioranza dei voti, nei quartieri popolari del centro città e del nord, dove si trovano le banlieues più povere e dove una parte consistente della popolazione ha origini migratorie, soprattutto maghrebine, è La France Insoumise (LFI) di sinistra radicale a dominare il voto. Per esempio, nel terzo arrondissement del centro città LFI ha ottenuto il 53,5 per cento dei voti, contro il 10 per cento scarso ottenuto dal partito su scala nazionale.

Ma le divisioni politiche non sono solo tra destra e sinistra: a sinistra, l’esclusione di alcuni deputati uscenti di LFI dalle candidature sta causando tensioni interne al partito. A destra, la dichiarazione del presidente dei Repubblicani Éric Ciotti di essere aperto a un accordo elettorale con il Rn ha portato alla sua espulsione dalla presidenza del partito, espulsione poi sospesa dai tribunali.

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