Il risultato di AfD in Sassonia e Turingia di domenica 1° settembre ha scosso la Germania. Anche negli ultimi sondaggi nazionali, il partito di estrema destra arriva a sfiorare il 20 per cento. Quel livello di consenso è stato il picco per AfD, che aveva raggiunto a fine 2023, poco prima che il magazine d’inchiesta Correctiv rivelasse che alcuni membri del partito hanno incontrato noti neonazisti e imprenditori d’area in riunioni segrete in cui venivano discussi piani di “remigrazione”, cioè di espulsione coatta degli stranieri dalla Germania. 

A quel momento erano seguite imponenti manifestazioni che avevano portato in piazza centinaia di migliaia di persone in tutto il paese e un tonfo del partito nei sondaggi. Le dimostrazioni si sono ripetute per diverse settimane di seguito, ma alla fine alle elezioni europee di giugno quasi il 16 per cento degli aventi diritto ha scelto di esprimere la propria preferenza per il partito di Alice Weidel. Un cortocircuito che non ha fermato l’impegno degli attivisti antifascisti.

Nelle settimane precedenti alle elezioni in Sassonia e Turingia, sono state tante le manifestazioni contro la progressiva affermazione di AfD nei sondaggi. Le proteste sono state anche un’occasione per mostrare solidarietà alle persone che vengono esplicitamente prese di mira dall’estrema destra: non sono mancate le contromanifestazioni organizzate da quegli ambienti, com’è accaduto per molti cortei indetti per il Christopher Street Day nelle regioni orientali, che gli estremisti neri (o bruni) hanno cercato di sabotare

Le Nonne

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Tra le organizzazioni più attive nel coordinamento delle manifestazioni antifasciste c’è anche Omas gegen Rechts (Nonne contro la destra). Si tratta di un’associazione nata nel 2017 in Austria, che già l’anno successivo aveva una gemella tedesca. Da allora il gruppo, composto da persone non più giovanissime che si mobilitano contro l’estrema destra, ha raggiunto 30mila membri.

Tra gli scopi principali, soprattutto nelle ultime settimane, c’era quello di invogliare le persone a recarsi alle urne. Il risultato è effettivamente stato raggiunto, probabilmente anche per la mobilitazione delle Nonne: in entrambi i Land l’affluenza ha toccato il valore record del 74 per cento. Non è però da escludere che la grande partecipazione si sia rivelata un boomerang. Le elaborazioni della Tagesschau mostrano infatti che oltre il 30 per cento dei consensi che AfD ha raccolto in Sassonia e Turingia arrivano per gran parte dagli ex astenuti. 

Resta il dubbio sull’efficacia delle manifestazioni. Ben frequentate, anche domenica scorsa, quando diverse centinaia di persone si sono riunite a Erfurt, Lipsia e Dresda per assistere insieme alla diffusione dei risultati, ma evidentemente incapaci di contenere l’ondata di persone che hanno visto trasformarsi la loro insoddisfazione in rabbia e voti ad AfD.

Le manifestazioni continueranno, promettono le Nonne, scese in campo con altre associazioni come i Fridays for future o Campact. Soprattutto nel caso in cui i partiti tradizionali decidessero di mostrare aperture nei confronti degli estremisti. Uno scenario più probabile in Turingia dove, in quanto primo partito, sono titolati a organizzare il primo giro di consultazioni, a cui però nessun avversario ha intenzione di partecipare. 

Un clima più ostile

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Il timore raccolto da chi ha parlato con le Nonne, però, è che adesso le cose possano farsi più complicate: già durante le campagne elettorali ci sono stati episodi di violenza verbale nei loro confronti, a cui per fortuna non sono seguiti attacchi fisici. Il contesto sempre più ostile preoccupa anche figli e nipoti delle Nonne, che però sono spesso la motivazione principale per cui queste persone decidono di mettersi in gioco. 

Secondo alcune di loro, intervistate da Domradio, alla base del trionfo dell’estrema destra c’è anche una declinazione distorta del significato della democrazia nei cosiddetti Land “nuovi”: «Credo che non abbiamo ancora imparato che la democrazia porta lavoro per tutti e tutte. Devo impegnarmi in prima persona se voglio cambiare qualcosa. Non basta delegare tutto», dice la sassone Astrid Bodenstein.

Ora l’orizzonte sono le elezioni federali di fine 2025. Che AfD possa sfondare anche a livello nazionale adesso non sembra più un’ipotesi astratta e gli organizzatori non hanno intenzione di fermare la mobilitazione permanente, qualunque sia l’efficacia.

C’è da trovare la chiave giusta per l’impegno però, soprattutto per quanto riguarda i giovani, che hanno votato in massa l’estrema destra (in Sassonia il 30 per cento delle persone tra 18 e 24 anni, in Turingia addirittura il 37): «Mi immagino che potremmo rivolgerci in maniera maggiore ai giovani, alla generazione dei nostri nipoti. C’è ancora tempo prima delle elezioni, potremmo pensare di creare legami con i centri per i giovani e integrare la collaborazione con altre associazioni», ha detto Bodenstein.

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