Nelle ultime ore l’uomo più ricco del mondo ha deciso di attaccare a testa bassa il premier Keir Starmer, chiedendo al re Carlo di indire nuove elezioni. Ha poi chiesto la liberazione dell’estremista Tommy Robinson, confermando il suo appoggio a Nigel Farage
Condannato per frode, violenza, stalking, possesso di stupefacenti e diffamazione. L’ultima sua condanna è avvenuta lo scorso ottobre, quando gli sono stati comminati 18 mesi di carcere per aver violato gli ordini del tribunale: ordini che riguardavano il divieto di ripetere accuse diffamatorie su di un rifugiato siriano. Tommy Robinson, il cui vero nome è Stephen Yaxley-Lennon, ha una fedina penale interessante.
Sembra non interessare però a Elon Musk, intervenuto sul caso del fondatore dell’English Defence League, il movimento inglese nazionalista e anti islamista, ed ex esponente del neofascista British National Party. Il braccio destro di Donald Trump ormai ha una passione sfrenata per l’estrema destra europea e non solo, che tenta di normalizzare in tutti i modi. Sul suo social X ha chiesto l’immediata liberazione di Robinson, invitando di nuovo a guardare un controverso documentario pubblicato dallo stesso estremista sulle sue battaglie politiche.
Le ingerenze di Musk su Londra
Il ritmo incessante di post di Musk non è facile da seguire, soprattutto quando sceglie di intervenire su una specifica questione. Nelle ultime ore l’uomo più ricco del mondo ha deciso di attaccare a testa bassa il premier laburista Keir Starmer, di lodare Robinson e di dare il suo endorsement a Nigel Farage.
Non che sia la prima volta, visto che già in estate prevedeva una «guerra civile» britannica e aveva definito tirannico il governo laburista per la gestione dei riots causati dall’estrema destra. Ma Musk venerdì ha suggerito a re Carlo III di sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni, per la sicurezza del paese.
Lo scandalo delle violenze su minori
L’occasione per questo nuovo attacco è stata fornita dalla notizia della richiesta del consiglio della cittadina di Oldham di avviare un’inchiesta governativa sullo sfruttamento sessuale dei minori da parte di bande criminali. Un’iniziativa respinta dalla sottosegretaria per la Sicurezza delle donne Jess Philips che vorrebbe fosse il consiglio cittadino a guidarla, come successo in altri casi. Ma il suo “no” ha alimentato le proteste. Kemi Badenoch, nuova leader dei Tories, preme per un’inchiesta pubblica su quello che definisce «lo scandalo delle bande di stupratori», mentre Musk si è spinto oltre, chiedendo l’arresto di Philips.
Nel Regno Unito il caso è delicato. Diverse indagini hanno fatto emergere una serie di abusi nei confronti di migliaia di giovani andati avanti per decenni fino a circa il 2014, tra Rotherham, Cornwall, Rochdale, Bristol, Telford e altre cittadine. Indagini che oltre alle falle nella sicurezza, hanno evidenziato anche carenze tra i media, la polizia e la giustizia per non aver scoperchiato prima le vicende. Inoltre, il fatto che questi abusi fossero stati commessi in larga parte da bande di uomini della comunità pakistana del paese, ha scatenato negli anni la mobilitazione dell’estrema destra. Il documentario di Robinson, difatti, ne parla diffusamente.
Musk ha puntato il dito contro Starmer, accusandolo di non aver fatto abbastanza da procuratore generale del paese per incriminare i responsabili. In realtà, come ricostruito dal Financial Times, è stato proprio Starmer ad avviare il processo contro una banda di Rochdale e a far partire una revisione delle indagini, portando così alla riapertura di casi storici. Per Elon Musk, però, vale tutto, basta che sia utile al suo scopo: in questo caso attaccare Starmer e sostenere Farage.
L’endorsement di Musk a Farage
L’appoggio di Musk al leader di Reform Uk non è una sorpresa: Farage è molto vicino a Trump, è volato negli Stati Uniti ai suoi comizi, ha ricevuto la “benedizione” del tycoon come alleato nel Regno Unito. Gli endorsement di Musk, tuttavia, hanno un peso specifico particolare. Sia per l’attenzione mediatica che ne deriva, come confermato dal suo sostegno ad Alternative für Deutschland, il partito di estrema destra tedesco la cui leader, Alice Weidel, avrà un confronto su X proprio con Musk. Sia per i sostanziosi aiuti economici che può mettere in campo. Ne è un esempio Trump. E il patron di Tesla e SpaceX, secondo media inglesi, starebbe considerando l’idea di finanziare Reform con 100 milioni di dollari.
Nel frattempo, sul suo social il sostegno è totale verso la formazione nata sulle ceneri dell’Ukip e del Brexit Party: tra post in cui lo indica come unica possibilità per il Regno Unito fino a segnali meno espliciti ma comunque impattanti, come concedere al profilo di Reform la ‘spunta’ governativa su X (e quindi maggior risalto), cosa che attualmente non hanno né i laburisti al potere né i conservatori, principale partito di opposizione. Ma il sostegno a Robinson potrebbe mettere in imbarazzo Farage, visti i suoi tentativi almeno in superficie di allontanarsi dall’ultradestra più nazionalista. Gli esponenti come Robinson, già consigliere di un ex leader di Ukip, da anni sono considerati utili per raccogliere voti, ma anche scomodi per il loro estremismo.
L’obiettivo di Reform oggi è di ergersi a vera alternativa dei laburisti al governo, per questo attaccano duramente i conservatori. Farage, per esempio, ha criticato Badenoch e il lassismo dei Tories negli ultimi 14 anni di governo sul caso degli abusi su minori. I sondaggi sono incoraggianti per Farage e la sua truppa. Lo è anche il sostegno di Musk, a patto che non venga distratto troppo dalla vicenda Robinson.
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