Doveva andare qualche giorno in vacanza, la prima da premier britannico. Ma i disordini scoppiati in tutto il Regno Unito dopo l’attacco a Southport, in cui sono morte accoltellate tre bambine, hanno cambiato i piani di Keir Starmer, che ora si trova ad affrontare la prima sfida da Downing Street.

Il laburista vuole mostrarsi risoluto, non ha altre possibilità. Una sua incertezza, su un tema delicato come la sicurezza, sarebbe un assist per gli attacchi da parte delle opposizioni dopo solo un mese dal suo insediamento.

La risolutezza di Starmer

Il premier ha condannato in maniera ferma «la criminalità di estrema destra» che ha sconvolto il paese, alimentata dalla disinformazione online. E ha rassicurato sia le comunità colpite dalle violenze, in particolare quella musulmana, sia il resto della popolazione rispetto alle conseguenze per i teppisti e i responsabili dei disordini.

«Coloro che hanno preso parte a questa violenza affronteranno tutta la forza della legge», ha detto Starmer. «Vi garantisco che vi pentirete di aver preso parte a questi disordini, sia direttamente sia chi ha fomentato azioni online», ha aggiunto il premier. Un impegno che da ex direttore della procura britannica ha un peso particolare.

Starmer ha convocato una riunione del Cobra, il comitato per le emergenze, proprio per fare il punto sui disordini. Premier, ministri e vertici delle forze dell’ordine hanno discusso di come affrontare la situazione. Solo nella giornata di domenica tra Rotherham, Middlesbrough e Bolton sono state arrestate più di 150 persone. Fermi sono scattati anche a Belfast, in Irlanda del Nord. In totale sono stati circa 420 i violenti fermati. La ministra Yvette Cooper ha promesso «procuratori aggiuntivi» nei tribunali e «che i posti nelle prigioni fossero pronti».

Nel weekend la caccia al migrante è proseguita, tanto che un hotel di Rotherham in cui sono ospitati richiedenti asilo è stato dato alle fiamme. Nel mirino è finita anche una struttura simile a Tamworth. Poi negozi incendiati, locali saccheggiati, taxi fermati per colpire gli autisti di origini straniere.

I facinorosi dell’ultradestra che sono scesi in piazza scatenando i riots hanno anche ferito decine di agenti di polizia. E nelle prossime ore potrebbero proseguire, con una nuova “chiamata alle armi” per mercoledì circolata online negli ambienti dei rivoltosi, pur frammentati in diverse sigle. Nel frattempo, alcuni paesi come la Malesia, la Nigeria, l’Australia e l’Indonesia hanno diramato degli avvisi di allerta per i viaggiatori nel Regno Unito.

I Tory e Farage

Dai conservatori non sono arrivati particolari attacchi al governo laburista, in carica da solo un mese. Il leader, ormai di facciata, Rishi Sunak ha condannato gli atti violenti degli ultimi giorni, stesso messaggio di James Cleverly, ex ministro dell’Interno e candidato alle leadership del partito. L’attuale ministro ombra ha criticato comunque l’esecutivo di Starmer per aver «agito in ritardo» contro le violenze.

A soffiare sul fuoco delle proteste, anche se non in maniera esplicita, c’è Nigel Farage. Ieri il leader di Reform, pur dicendosi sconvolto dalle violenze e pronto a sostenere l’idea di schierare l’esercito per fermarle, ha evidenziato come il problema siano le divisioni della società britannica causate «dall’immigrazione di massa». Divisioni per cui ovviamente Farage incolpa i laburisti. Per questo ha chiesto di convocare il parlamento per discuterne.

Ma Starmer non può permettersi né di dare troppo risalto a Farage né di subire la sua iniziativa e la sua retorica. Su quel terreno, il brexiteer può diventare una mina vagante, scalzando il partito conservatore come principale opposizione al governo. Per questo, il premier ha rifiutato di chiamare i militari e di convocare il parlamento. Un esercito ci sarà, ma per adesso sarà quello di «agenti specializzati» a supporto delle forze di polizia per riportare la quiete nel paese.

Esattamente l’opposto di Elon Musk che continua a spargere allarmismo. Il proprietario di X, in merito ai disordini nel paese, ha parlato di una «guerra civile inevitabile». Una sparata, per il governo inglese «senza scusanti», che spiega come sui social si diffonda la paura. E non solo quella. Le autorità britanniche stanno indagando sulle fake news che hanno portato alle violenze e sulla possibilità di una regia precisa da parte di potenze straniere.

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