Nonostante la promessa di un’accessibilità universale in vista delle Olimpiadi, la città rimane ancora poco agibile per le persone con disabilità e mobilità ridotta, con gravi carenze nei trasporti pubblici e negli alloggi
I gradini per entrare nella stazione Sevres - Babylone della metro nove di Parigi sono una ventina. Sarah gira la sua sedia a rotelle di spalle rispetto alla rampa, così può essere portata giù più facilmente. Emanuela alza la carrozzina e Sarah si tiene in equilibrio aggrappandosi al corrimano. Mentre conta con lo sguardo i gradini, uno per uno, Sarah fa un sorriso stanco.
Sarah Will, pittrice ed ex sciatrice alpina paralimpica, è a Parigi con la Fondazione Al Oerter, che ogni quattro anni organizza nelle città che ospitano i Giochi Olimpici e Paralimpici esposizioni artistiche che celebrano lo sport. Per spostarsi da un evento all’altro, Emanuela Pierantozzi, ex judoka italiana, la aiuta a entrare in metro.
«Sono sconvolta nel vedere come una persona disabile non si possa muovere in sicurezza in una città come questa», dice Pierantozzi. «In queste settimane qui, mi sono resa conto che non è assolutamente pensata per questo tipo di accessibilità».
Mentre sono circa 350mila i visitatori con mobilità ridotta e disabilità arrivati a Parigi per assistere ai Giochi, all’apertura delle Paralimpiadi la città è ancora lontana dal rendersi universalmente accessibile.
Trasporto su terra e sotto terra
Nel 2017, prima che Parigi si aggiudicasse ufficialmente di ospitare i Giochi Olimpici, gli organizzatori avevano promesso «infrastrutture accessibili e atteggiamenti consoni al Paese più visitato del mondo». Ad oggi, nonostante i progressi fatti, la città presenta ancora gravi carenze in questo senso.
Il problema è stato riconosciuto anche da Andrew Parsons, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, che ha detto alla Bbc di comprendere la «frustrazione» della gente, ma sottolineando i «massicci investimenti» fatti almeno negli spostamenti pubblici su terra della città.
Negli ultimi dieci mesi, infatti, almeno 1.750 pensiline degli autobus a Parigi sono state ristrutturate, in modo da renderle compatibili con le rampe per sedie a rotelle, con un investimento di circa 22 milioni di euro. Purtroppo, però, questo non garantisce sempre l’accesso al mezzo per le persone con disabilità.
Gli autobus negli orari di punta sono affollati e capita frequentemente che non si riesca a trovare lo spazio per infilare le sedie a rotelle nell’area dedicata a bordo del mezzo, racconta Sofyane Mehiaoui, giocatore di basket in carrozzina di Parigi qualificato per i Giochi Olimpici 2024.
«E anche quando il bus è vuoto, ci mette troppo tempo rispetto alla metro. Quando devo andare ad allenarmi alle sette, devo partire da casa alle cinque, e se finisco alle dieci torno a casa a mezzanotte. Questa non può essere una soluzione,» dice Mehiaoui.
La situazione più problematica per chi ha una mobilità ridotta riguarda, però, il trasporto su rotaie. Delle quattordici linee della metro, infatti, solo una, la numero 14, è completamente accessibile, costituendo quindi solo il tre per cento dell’estesa rete metropolitana della città.
Anche il responsabile della rete di trasporti regionali di Parigi ha ammesso lunedì che la rete metropolitana della città è praticamente impossibile da utilizzare per le persone disabili.
Un portavoce del gruppo Régie autonome des transports parisiens (RATP), che gestisce il trasporto pubblico a Parigi, ha dichiarato che, poiché la metropolitana parigina «è molto vecchia e tra le più fitte al mondo», è difficile e dispendioso apportare modifiche di grande portata.
Eppure, altre metropolitane più vecchie e altrettanto complesse hanno già affrontato con successo la stessa sfida. Londra, che ha ospitato i Giochi Olimpici nel 2012, aveva lanciato un programma per fornire percorsi più accessibili e ad oggi la sua metro è al 33 per cento accessibile.
L’accessibilità di alloggi e ascensori
Un’altra problematica sono gli alloggi. Molti dei palazzi di Parigi non hanno ascensori e, anche quando li hanno, spesso non sono adatti a contenere una carrozzina.
Pierantozzi spiega che lei e Will hanno alloggiato in un appartamento che, se Will non avesse avuto una sedia a rotelle su misura, con una tela dalla larghezza ridotta, non sarebbe stato accessibile per lei.
«L'ascensore era talmente piccolo che lei andava portata in braccio per le scale, che tra l’altro erano molto strette. Poi c’è da dire che Sarah fisicamente è estremamente abile, essendo una super campionessa, ma per un non atleta quello sforzo sarebbe insostenibile», spiega Pierantozzi.
Se la legge francese prevederebbe un minimo di camere accessibili in ogni albergo, il numero totale di alloggi accessibili a Parigi in realtà non è noto. In risposta, il governo francese, in collaborazione con gli organizzatori delle Olimpiadi e delle Paraolimpiadi, ha creato la piattaforma online Accès Libre che mostra gli hotel, i ristoranti e i negozi la cui accessibilità è stata verificata prima dell'inizio dei Giochi.
Annette Masson, responsabile dell'associazione Turismo e Handicap in Francia, ha dichiarato a Franceinfo che il fatto che un hotel o un negozio inserito nei siti web non significa necessariamente che sia adatto a tutti i tipi di disabilità.
«I professionisti del settore alberghiero dicono di avere camere adattate, ma quando si chiede loro cosa significa, parlano solo di disabilità motorie», ha detto Masson. Le persone con problemi di udito, ad esempio, dovrebbero verificare che la struttura offra un allarme anche visivo o tattile per le situazioni di emergenza.
L’accessibilità della città
La città ha inaugurato a inizio luglio 17 “distretti ad accessibilità aumentata”, con percorsi specifici verso strutture sportive, sanitarie o culturali.
Ma secondo Nicolas Mérille, consigliere nazionale per l'accessibilità dell'associazione handicap Apf Francia, gli interventi sono minimi rispetto all’enorme problema di «segregazione» della capitale francese, in cui «le persone con disabilità non vivono affatto la stessa vita quotidiana degli altri», ha detto Mérille a La presse.
Anche gli ascensori pubblici, ad esempio, rappresentano un'altra forma di mobilità urbana teoricamente accessibile, ma praticamente difettosa. Secondo un test effettuato da Le Parisien nell'agosto 2023, infatti, 22 dei 28 ascensori pubblici della capitale non funzionano.
Mehiaoui pensa che questi interventi, mal integrati e spesso poco funzionanti, non fanno altro che sottolineare ancora di più una mentalità discriminante.
«La carrozzina io la uso senza problemi, ma se vado in un negozio e l’ascensore non c’è, è lì che mi sento diverso. Io posso fare tutto, la disabilità non è dentro me, è il contesto che mi rende disabile», dice Mehiaoui.
Costi e soluzioni temporanee
La prima legge francese che ha promosso l'accessibilità degli spazi pubblici risale al 1975, ma la sua effettiva applicazione è evidentemente ancora oggi una sfida. Le Olimpiadi e le Paraolimpiadi hanno messo in luce un vecchio problema con una nuova urgenza, a cui la città sta cercando di rispondere il più in fretta possibile.
Tra le misure in atto, è stata richiesta l’aggiunta di mille taxi accessibili alle sedie a rotelle entro l'apertura dei Giochi, compresi i veicoli Uber, che sono aumentati a 170 macchine accessibili, rispetto alle precedenti quaranta.
Molti, però, lamentano che questo gravi ancora di più sulle spalle di fan e atleti di Giochi decisamente sotto finanziati rispetto alla loro controparte non paralimpica, oltre che a una spesa in termini di tempo.
«Noi a piedi arrivavamo prima di Sarah, che viaggiava in Uber. Praticamente alla fine in sedia a rotelle non solo paghi di più, ma ci metti anche di più», racconta Pierantozzi.
La città messo a disposizione delle persone con disabilità e mobilità ridotta e i loro accompagnatori, inoltre, duecento navette che collegano le stazioni ferroviarie ai siti sportivi, oltre che persone sul posto addette ad aiutare chi ne ha bisogno a superare eventuali gradini.
Numerose associazioni si chiedono, però, come questa soluzione temporanea si tradurrà in un intervento permanente anche al termine della vetrina internazionale che i Giochi costituiscono. Per ora, infatti, solo 900mila dei due milioni di esercizi aperti al pubblico, che in teoria saranno resi tutti accessibili entro fine settembre, hanno appena avviato il processo di adeguamento, secondo l'ufficio del ministro dimissionario per le persone con disabilità.
Sport e civiltà
Pierantozzi, che è stata membro del Comitato olimpico europeo e italiano, dice di conoscere bene l’impatto della politica sullo sport e viceversa. Secondo lei, le Olimpiadi devono essere una buona occasione per riflettere sulla fattibilità delle promesse elettorali e sullo stanziamento dei fondi, in modo da modellare una cittadinanza che sia più forte e inclusiva anche nel lungo termine.
«Come quando le donne hanno cominciato a partecipare alle Olimpiadi, perché si è superata quella discriminazione, anche oggi dobbiamo usare i Giochi per evolvere. Lo sport deve servire a questo, a diventare più civili», dice Pierantozzi. «Bisognerebbe pretendere veramente e fortemente un cambiamento perché è questo il momento giusto», aggiunge.
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