In Ue proprio un cristianosociale tedesco, il leader dei Popolari europei Manfred Weber, ha sbrandellato il cordone sanitario contro l’estrema destra. Anche a livello nazionale, le barriere cadono una dopo l’altra, con l’ultimo caso eclatante proprio in Germania tra Cdu e AfD
E così il cerchio si chiude: era stato un cristianosociale tedesco – il leader dei popolari europei Manfred Weber – a sbrandellare in Europa il cordone sanitario contro l’estrema destra, ed è adesso un cristianodemocratico tedesco – l’aspirante cancelliere della Cdu Friedrich Merz – a dar segno di poter scavalcare il mitico Brandmauer, la “barriera tagliafuoco” contro i postnazisti di Alternative für Deutschland, ottenendo coi loro voti l’approvazione di una mozione anti migranti che tra le altre cose mette pure in discussione le regole europee sull’asilo.
E che concede all’autocrate ungherese Viktor Orbán di esplodere in un compiaciuto «Benvenuta nel club, Germania»: ai tempi in cui Angela Merkel difendeva l’accoglienza, l’autocrate ungherese già lanciava referendum anti migranti. Adesso ritrovare la Cdu, da lui sempre corteggiata, a fare il suo stesso gioco di propaganda, gli appare come una rivincita, mentre alla ormai ex cancelliera non resta che stigmatizzare l’operato di Merz, da sempre suo antagonista interno.
Una tendenza europea
La Germania non è l’Austria: dalle parti di Vienna i popolari sono venuti a patti coi postnazisti (amici di AfD) da un quarto di secolo, e guidati dagli stessi criteri di opportunismo politico stanno per fare cancelliere il leader di FPÖ, Herbert Kickl, in nome della bieca compatibilità di piani economici (all’industria austriaca Kickl piace più dei socialdemocratici).
Da quando, nel 2021, Weber in Ue ha avviato l’alleanza tattica con Giorgia Meloni, di cordoni ne sono stati scavalcati parecchi, sia a livello nazionale che europeo. Oltre all’Italia, con un cordone già slabbrato trent’anni fa da Silvio Berlusconi, e coi verdi tedeschi in Ue che usano il caso italiano come monito – «In Italia abbiamo già visto che succede quando i conservatori collaborano con l’estrema destra e cioè che quest’ultima prevale», dice l’eurodeputato Daniel Freund – c’è un elenco sempre più lungo: Ulf Kristersson che da moderato è passato a cercare l’appoggio esterno dei Democratici svedesi (estrema destra) per governare in Svezia, in Finlandia il partito della famiglia popolare europea (il Kok) che digerisce i Veri Finlandesi fino a fare Riikka Purra vicepremier e delegarle le Finanze, e che dire dell’Olanda? I liberali hanno a tal punto inseguito la retorica aspra di Geert Wilders da regalargli prima la vittoria e poi governarci insieme.
La Spagna negli ultimi anni è stata un laboratorio di alleanze tra Partido Popular e Vox a livello locale (al netto delle più recenti schermaglie), e altrettanto conta di fare un rinvigorito Andrej Babiš, noto come il Berlusconi dell’Est, che non disdegna le interlocuzioni con l’estremissimo Tomio Okamura.
Da quando, nel 2022, il leader del Ppe Manfred Weber fece digerire alla “maggioranza tradizionale” un vicepresidente dell’Europarlamento dei conservatori meloniani, le mosse di avvicinamento non hanno fatto che intensificarsi, fino a diventare manifestazioni di maggioranze variabili quando si è trattato di picconare i piani verdi o di esibire la linea dura sui migranti.
Quali scenari
Prima delle europee, una Marine Le Pen in cerca di normalizzazione, pensando anche a Orbán che non voleva infastidire né la Cdu né l’industria tedesca con lei, ha tatticamente lasciato per strada AfD, costretta nella nuova legislatura a creare un gruppo ancor più reietto mentre i Patrioti per l’Europa (Le Pen, Salvini, Kickl, Orbán...) tentavano l’assimilazione, al traino di quanto già fatto dall’apripista Meloni.
Va detto che il Ppe di Weber non si è fatto scrupoli neppure con l’AfD, arrivando a votarne una iniziativa sui migranti: anche su questo Bruxelles ha anticipato Berlino. Finora però all’opinione pubblica tedesca nessuno osava rivendicare sfacciatamente aperture all’AfD.
Con l’ultima mossa di Merz in campagna elettorale, dopo aver fatto un giro lungo tutta l’Europa ora il tabù del Brandmauer cade pure a casa. E i meloniani d’Europa, come Carlo Fidanza, guardano avanti: un po’ di normalizzazione e pure AfD diventa accettabile: «Auspico che, risolte le ambiguità, anche in Germania il dibattito interno ad AfD si evolva verso una destra alleabile col centrodestra tradizionale».
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