La chiameranno goliardia, perché è la giustificazione regina, ma è nei fatti un altro attacco, a tutto tondo, contro Domani e il giornalismo in generale. O meglio, focalizzata sulla stampa sgradita al governo. La pagina di Atreju, la festa ufficiale di Fratelli d’Italia, ha pubblicato un post su Instagram per puntare ancora una volta il dito contro gli avversari della destra, quelli che Giorgia Meloni ha messo all’indice come nemici: i giornalisti e talvolta anche i comici.

Lei detta la linea e la macchina della propaganda esegue il compito. L’ultimo affondo è arrivato appunto ieri, quasi dal nulla. Nel post c’era l’immagine di una persona sdraiata al sole con l’avviso: «Fate attenzione! Se prendete troppo sole, potreste: iniziare a leggere Repubblica e Domani» con il nome delle testate, piazzato come bersaglio facile della colata di odio social.

Tra i commenti, inevitabilmente, ci sono state delle offese gratuite. Impossibile immaginare una reazione diversa.

Blacklist Atreju

La carrellata del post su Instagram continuava con altri due “rischi”, secondo la visione del mondo di Atreju, legati all’esposizione eccessiva al sole: «Ridere alle battute di Luciana Littizzetto» o «rivedere i servizi di Piazzapulita», ovviamente con le fotografie in bella mostra della comica torinese e di Corrado Formigli, giornalista conduttore del programma di La7.

A chiudere il cerchio c’era il pericolo di «avere allucinazioni a forma di asterisco», ironizzando sull’uso dell’asterisco per mantenere la neutralità di genere. Infine il consiglio: «Mi raccomando bevete tanta acqua». Il post potrebbe essere derubricato a un colpo di sole estivo e di una disidratazione eccessiva, di Atreju, se non fosse che ormai il canovaccio è consolidato: di tanto in tanto vengono fatte le liste di proscrizione, alimentando l’odio contro i nemici.

Durante la campagna elettorale per le europee è stata una clava costante usata contro chiunque figurasse nella blacklist dei Fratelli d’Italia.

Così adesso è toccato a Domani finire di nuovo nel mirino social. Del resto il nostro quotidiano è uno dei bersagli preferiti dell’offensiva avviata dal governo, a cominciare dalla premier in persona. L’ultimo esempio risale a qualche giorno fa. Nel corso della visita ufficiale in Cina, Meloni aveva definito Domani, Repubblica e il Fatto Quotidiano come «stakeholder», quindi dei «portatori di interessi», lasciando intendere chissà quali foschi progetti solo perché avevano collaborato a un report sulla situazione della stampa in Italia. Quando è all’estero, peraltro, la presidente del Consiglio diventa ancora più veemente contro la stampa sgradita a palazzo Chigi.

Versione estera

Prima della Cina, durante la passerella in Albania Meloni ha annuito ed espresso solidarietà al premier Edi Rama che attaccava direttamente una testata italiana, Domani.

«Lasciatemi esprimere il mio sollievo di vedervi tutti qui sani e salvi in quest’area dove, secondo un giornale italiano, Domani, c’è il cuore della malavita albanese, agiscono clan legati al traffico di esseri umani», ha detto il primo ministro albanese con sprezzante ironia verso un’inchiesta pubblicata da questo giornale.

La leader di Fratelli d’Italia è in buona compagnia al governo, la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, nell’aula del Senato, ha attaccato Domani responsabile di aver dato la notizia che era indagata, ovviamente trascinandosi dietro le dichiarazioni di fuoco di altri parlamentari della maggioranza.

Affermazioni che sono poi il preludio all’uso della querela, a cui proprio Meloni aveva fatto ricorso contro Domani prima della decisione, a sorpresa, di rimetterla.

La pagina del mistero

Ma non ci sono solo i leader a prendersela con chi svolge il compito di fare informazione. La macchina della propaganda prevede delle operazioni unofficial, in modo da avere le mani libere. La pagina Instagram di Atreju è ormai il braccio armato della propaganda social: lancia affondi molto duri, crea liste di proscrizione, potendosela cavare con la scusa che non rappresenta ufficialmente il partito. E con la scusa che si tratta di ironia, di ragazzi che si divertono.

Certo, quando Domani ha cercato di capire chi gestisse il profilo social, è stata innalzata una cortina fumogena. Si tratta di volontari, da quanto si apprende di militanti di Gioventù nazionale, la giovanile di Fratelli d’Italia finita al centro dell’inchiesta di Fanpage, che ha raccontato le abitudini estremiste di alcuni esponenti dell’organizzazione. Liberi di agire indisturbati. E prendersela con la stampa seguendo la rotta della loro leader.

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