L’ecologista: «Siamo al fianco di Cgil e Uil, qualcuno precetti Salvini». «Basta litigi a sinistra, ma il nodo Renzi non si può non affrontare» dice il capo dei Verdi
È un «salto di qualità» quello che annuncia Europa Verde all’assemblea nazionale che si apre domani a Chianciano. Angelo Bonelli, che sarà rieletto portavoce con Fiorella Zabatta, la anticipa così: «Dobbiamo correggere un errore del passato, ovvero dividere l’ecologia e i suoi giusti obiettivi dalle ragioni del lavoro, e di chi il lavoro non ce l’ha. Sono felice che a Chianciano vengano Landini e Bombardieri: dobbiamo innestare la transizione ecologica nelle trasformazioni industriali». Con i sindacalisti dello sciopero generale di oggi, ci saranno anche i leader del futuribile centrosinistra: Schlein, Conte, Calenda, Magi. E naturalmente Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, socio dell’Alleanza verdi sinistra.
La destra è davvero spaccata?
Al loro interno ci sono problemi seri. Sembra un film surreale di Buñuel: Forza Italia attacca la Lega e le fa saltare il taglio del canone Rai, la Lega si vendica e fa saltare un altro emendamento, Forza Italia dice che Salvini è un «paraculetto». Il punto è che siamo in una fase delicata, con una manovra tragica: avevano mascherato i tagli ma l’ufficio parlamentare di Bilancio della Camera ha evidenziato che c’è un aumento delle tasse per il ceto medio, alle pensioni minime hanno dato un’elemosina da 10 centesimi al giorno, il trasporto è in ginocchio perché il governo porta il fondo per il Ponte sullo Stretto a più di 14 miliardi di euro.
E se qualcuno fa sciopero viene precettato.
Salvini usa la precettazione come strumento di propaganda politica. Ma sappiamo chi è: quando c’era il governo Renzi chiedeva lo sciopero generale per bloccare l’Italia e mandare a casa il governo. Ora usa la precettazione per ledere un diritto costituzionale, l’unico rimasto a lavoratori e lavoratrici per far valere i propri diritti, e modifica il codice penale per portare fino a 7 anni la pena per chi blocca le strade. Qualcuno precetti Salvini: ha fatto collassare il trasporto pubblico. Si scaglia contro un giorno di sciopero, il resto dell’anno ogni giorno ci sono treni in ritardo o cancellati. Chi deve fermare Salvini?
Le opposizioni. Ma sono pronte?
Come si fa nei cantieri, mi sento di dire agli italiani «ci scusiamo per il disagio, stiamo lavorando per costruire un’alleanza alternativa a questa destra».
Ma i lavori di questo cantiere sembrano bloccati.
No. Le ultime regionali sono state un passo in avanti. Dobbiamo continuare su questa strada, capendo che i litigi non aiutano. La Costituente M5s, nonostante il gesto distruttivo di Grillo, va in una direzione positiva. Siamo già uniti sul salario minimo e sulla difesa della sanità pubblica. Dobbiamo dirimere altri punti: dobbiamo avere il coraggio di prendere risorse dai grandi monopoli per rimettere in sesto la sanità. Per una transizione ecologica sostenibile. Dire in maniera chiara che il futuro è rinnovabile. Non sono contrario alla ricerca sulla fusione nucleare, ma sbaglia chi pensa di portare l’alleanza verso la tecnologia obsoleta della fissione.
Ce l’ha con Renzi e Calenda?
A Calenda dico: confrontiamoci, dati alla mano. La fissione nucleare vive solo grazie ai finanziamenti pubblici. Pd e M5s la pensano come noi.
Lei dice: i litigi non aiutano. Ma dice anche: no a Renzi.
Ma questo non è un litigio, è un tema programmatico. In più la storia di Renzi non aiuta la capacità espansiva della futura alleanza. Il passato conta, non ragionare su questo sarebbe irresponsabile.
Dove dovete ragionare se non convocate un tavolo?
Si devono trovare le forme per confrontarci sui temi su cui ancora non c’è un punto d’incontro. Magari in una prima fase non fra leader ma fra gli esperti. Non abbiamo molto tempo. Non credo che il governo cadrà, ma la destra scricchiola.
La destra si è divisa anche sulla Commissione Ue. Con voi al governo, la scena sarebbe uguale.
Von der Leyen si è assunta una responsabilità enorme. L’asse dell’Unione si è spostato a destra. Purtroppo, e lo dirò ai Verdi europei al prossimo congresso di Dublino, è stato un errore quello dell’esigua maggioranza che ha votato a favore. I Verdi hanno una profonda radice pacifista, non acritica certo, ma votare per il riarmo no.
Sulle armi voi siete divisissimi.
Dobbiamo avere coraggio: le spese per le armi nel 2023 hanno superato i 2mila miliardi, ma sono aumentati i conflitti e la povertà globale. Servono i negoziati. Raggiungere il 2 per cento del Pil per le armi per noi è impensabile, in Europa le spese militari toccano i 470 miliardi di dollari, più del doppio di quanto spende la Russia; questo investimento sottrae risorse imponenti allo sviluppo dei paesi più poveri, e anche del nostro.
Un Pd che cresce vi preoccupa?
No, anche noi ci siamo molto irrobustiti. Siamo la seconda forza dell’alleanza in quasi tutte le regioni. Ma è importante ragionare su come ogni forza sia valorizzata per la sua vocazione. A Conte auguro di proseguire l’azione intrapresa con la Costituente, lo stesso augurio faccio a Schlein. Serve una regia che aiuti questo processo.
La regia a chi tocca?
Deve essere una regia plurale. Se la domanda è chi fa il leader, io sono laico: o chi prende più voti, oppure si sceglie insieme una modalità diversa. La vera questione è ricostruire una liaison sentimentale fra i cittadini e la politica. E non si costruisce solo con l’alleanza, ma con i comportamenti, con i messaggi alle paure, alle preoccupazioni, contro la propaganda di Meloni del “tutto va bene”. E quella di Salvini, che ha governato con Conte, Draghi e Meloni, e ora racconta che quelli che c’erano prima hanno fatto un disastro: ma c’era lui. Se cominciamo a dire quello che vogliamo fare, la connessione sentimentale torna.
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