Sette mesi dopo l’arresto, l’ex presidente della Regione ha patteggiato due anni e tre mesi, convertiti in 1620 ore di lavori socialmente utili
Si è chiusa la vicenda giudiziaria per Giovanni Toti. Oggi, sette mesi dopo i suoi arresti domiciliari, l'ex governatore della Regione Liguria ha patteggiato due anni e tre mesi, convertiti in 1620 ore di lavori socialmente utili. Il giudice per l'udienza preliminare Matteo Buffoni ha ratificato quanto concordato tra Toti e la procura. I lavori socialmente utili verranno svolti presso la Lega italiana per la lotta ai tumori di Genova: si occuperà della comunicazione e risponderà al telefono per gestire le prenotazioni dei pazienti.
Potrà fare anche più di 15 ore settimanali, avendo ricevuto una deroga, e non solo nel capoluogo ligure ma su tutto il territorio italiano. Oltre alla posizione di Toti si è chiusa anche quella dell'ex presidente dell'autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini (tre anni e cinque mesi e 28 giorni) e dell'imprenditore portuale Aldo Spinelli (tre anni e tre mesi). Toti è accusato di corruzione per l'esercizio della propria funzione e finanziamento illecito ai partiti.
I lavori socialmente utili per Toti inizieranno «verosimilmente i primi di gennaio» ha spiegato l'avvocato dell'ex presidente della Regione, Stefano Savi. Il patteggiamento, ha poi precisato il legale, «non è un'ammissione di colpa, ma un'applicazione di pena che prescinde sia da un accertamento della responsabilità che dall'ammissione delle responsabilità». Non sarà un ufficio stampa il suo ruolo nella Lega tumori, ma si occuperà di attività legate alla comunicazione, quali campagne.
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