La chiesa torna a parlare di pedofilia e contrasto agli abusi sessuali. Mercoledì 29 maggio, all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, la Cei organizza “Abusi sui minori. Una lettura del contesto italiano (2001-2021)”, un convegno dedicato ad esaminare «il quadro sociologico sugli abusi», con «approfondimenti e testimonianze nel contesto più generale della società italiana».

La nostra inchiesta sugli abusi nella chiesa italiana

Un convegno e un libro

L'incontro, come si legge nella dichiarazione finale della 79esima assemblea generale dei vescovi italiani, conclusa la settimana scorsa, si inserisce nel solco del dialogo avviato dalla Cei con il Dicastero per la Dottrina della Fede e vuole promuovere «una cultura che contrasti e prevenga ogni forma di abuso».

Sono presenti il segretario generale della Cei Giuseppe Baturi, il segretario della Pontificia commissione per la tutela dei minori Luis Manuel Ali Herrera e John Joseph Kennedy, segretario per la sezione disciplinare del Dicastero per la dottrina della fede.

A parlare di pedopornografia online è stato chiamato, come sempre in queste occasioni, don Fortunato di Noto, presidente dell'associazione Meter contro la pedofilia. Durante il convegno sarà illustrata una nuova ricerca multidisciplinare, ed è questa forse l'unica vera novità del programma. Il resto sembra ripercorrere il canovaccio degli ultimi anni, che ha visto le istituzioni ecclesiastiche privilegiare un generico discorso sugli abusi nella società, nella famiglia e nello sport, e da cui non emerge mai lo specifico della chiesa in tutta la sua gravità.

Giovedì 30 maggio, inoltre, uscirà per le Edizioni San Paolo un libro che si occupa proprio della risposta della Chiesa al dramma degli abusi sessuali sui minori e gli adulti vulnerabili, e in particolare del trattamento da riservare ai sacerdoti pedofili. Il titolo è “Mostri o nostri? La prevenzione degli abusi e il trattamento dei rei: una sfida per la Chiesa” e l'autore è Paolo Baroni, sacerdote e psicologo. La prefazione è firmata dal presidente dei vescovi italiani, il cardinale Matteo Maria Zuppi.

La verità che manca

Il convegno all'Ambasciata si occupa per la prima volta degli abusi in un arco temporale di vent'anni e forse spiegherà in che cosa consiste l'annunciata collaborazione fra la conferenza dei vescovi e il Dicastero vaticano, deputato (anche) a sanzionare i delitti contro i minori e le persone vulnerabili.

Gli unici due report sugli abusi nella chiesa realizzati finora dalla Cei, infatti, prendono in esame l’attività dei Servizi diocesani e le segnalazioni arrivate ai centri di ascolto delle diocesi dal 2020 al 2022: si tratta di uno studio condotto da una équipe di ricercatori dell'Università cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, un'istituzione quindi interna alla chiesa.

Il 17 novembre 2022, in occasione della presentazione del primo report, la Cei ha anche rivelato la presenza di 613 fascicoli riguardanti casi di abuso depositati al Dicastero per la Dottrina della fede, di cui fino a oggi non si è saputo nulla; il convegno potrebbe essere quindi l'occasione per avere qualche informazione in più sul contenuto di questi documenti, come promesso ormai più di un anno e mezzo fa.

Sul fatto che l'indagine sia limitata a soli vent'anni, Zuppi ha precisato in diverse occasioni che in questo modo «si evita il rischio di basarsi su delle proiezioni». In realtà, circoscrivere l’indagine alle denunce degli ultimi vent’anni esclude a priori le vittime abusate in precedenza e non considera quanti non hanno ancora maturato la consapevolezza di aver subito una violenza (l'elaborazione del trauma può richiedere infatti anche trenta o quarant'anni).

Pink washing

Sempre in tema di abusi, il Consiglio episcopale permanente ha nominato a capo del Servizio nazionale per la Tutela dei minori la psicoterapeuta e laica consacrata Chiara Griffini, che succede a Lorenzo Ghizzoni, vescovo di Ravenna-Cervia. È la prima volta che viene scelta una donna per questo ruolo, come ha tenuto a sottolineare monsignor Gianluca Marchetti, sottosegretario della Cei. «Non è telecomandata», ha aggiunto Zuppi, mettendo le mani avanti, perché Griffini era già membro del consiglio di presidenza del Servizio nazionale della Cei.

Un'operazione di pink washing che non può certo cancellare le gravi mancanze della Chiesa sul fronte degli abusi, prima fra tutte il fatto che ad oggi in Italia non c'è una commissione indipendente che indaghi sul reale numero di pedofili nelle diocesi italiane, certo non rappresentato dai pochi e parziali dati forniti dai report sul lavoro degli sportelli diocesani in Italia.

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