Una ricerca dell’Ordine degli psicologi con sei università mette in luce l’impatto positivo del bonus: la misura ha assicurato lo psicologo a chi non se lo poteva permettere e ridotto l’uso di antidolorifici. Promossa anche la ricaduta economica, fino ad oggi sottovalutata
Un forte calo del ricorso a medici di base e antidolorifici, ma anche una riduzione delle assenze dal lavoro di cinque giorni al mese. E un guadagno per le aziende di 312 milioni l’anno. Sono gli effetti del bonus psicologo, secondo i dati del monitoraggio realizzato dall’Ordine degli psicologi insieme a sei università. La ricerca fa riferimento al contributo erogato nel 2022 e che valeva fino a 600 euro.
Con il vecchio bonus sono state richieste 285mila sedute (di cui il 90 per cento effettuate) per 55mila persone che hanno ottenuto il voucher (su 400mila richiedenti). Il sostegno ha aperto le porte alla terapia soprattutto a chi non ne aveva mai usufruito: il 72 per cento non era in cura al momento della richiesta e, tra i nuovi pazienti, quattro su cinque non erano mai andati da uno psicologo per ragioni economiche.
Su 2mila coppie paziente-terapeuta che hanno aderito al progetto PsyCare, il 43 per cento ha risposto di aver saputo del bonus attraverso la tv o i social media. Quasi l’85 per cento dei pazienti ha più di una motivazione per la richiesta di aiuto: tra le principali ci sono i sintomi psicologici e le relazioni in famiglia, ma anche il desiderio di una conoscenza approfondita di sé e il rapporto con il partner. L’intervento funziona sulla riduzione dei sintomi, con un -45 per cento per l’ansia e un -24 per la depressione.
Dopo le sedute, inoltre, migliora la qualità percepita della vita. Gli accessi dal medico di base si riducono da una media di due volte al mese a meno di una. E l’uso di antidolorifici scende da una volta a settimana a una al mese. «I dati raccolti finora ci dicono che i cambiamenti positivi persistono anche sei mesi dopo la fine del percorso», dice Laura Parolin, docente all’Università Bicocca di Milano.
Lo stato risparmia
Rilevante è anche l’impatto del bonus sulla produttività dei pazienti. Tra chi ne ha usufruito si osserva un calo del numero di giornate di lavoro perse a causa di problemi legati alla salute mentale: cinque giorni in un mese, che secondo i dati Eurostat sul costo del lavoro equivalgono a 1.200 euro risparmiati per persona. Cifre che, se parametrate alle persone con analoghi problemi nell’intera popolazione italiana, porterebbero a un impatto economico pari all’1 per cento del Pil.
«Le cure psicologiche incidono sull’economia producendo minori spese, come abbiamo documentato: l’investimento di 25 milioni ha portato a salute e risparmi enormemente superiori – spiega David Lazzari, presidente dell’Ordine degli psicologi – Ma riservare 10 milioni l’anno per la salute psichica degli italiani è troppo poco. Spero che il ministro Giorgetti possa valutare la portata economica della nostra indagine».
La speranza è che l’impatto positivo della misura, finora sottovalutato, possa spingere il ministero dell’Economia a non frenare futuri provvedimenti per la salute mentale. «Il bonus raddoppia il valore di quanto speso e su questo argomento il Mef è sensibile. Nella prossima legge di Bilancio non devono esserci tagli: con poca spesa siamo riusciti a dare una risposta importante e a far risparmiare il sistema sanitario», ha detto la senatrice Elisa Pirro (M5s), intervenuta alla presentazione di PsyCare.
La lotteria del bonus
Da un mese esatto, intanto, è possibile presentare domanda per le sedute da svolgere nel 2024. Le richieste per il nuovo sostegno sono aperte fino al 31 maggio. Per l’anno in corso è prevista una dotazione di 10 milioni: il finanziamento è più ristretto rispetto al passato, ma più ampia è la somma a disposizione del singolo paziente. Per il momento non ci sono dati ufficiali sulle domande arrivate. Dopo il boom di richieste del 18 marzo, dati ufficiosi parlano oggi di 300mila persone che hanno cliccato sul sito dell’Inps.
Considerando che l’importo disponibile va dai 500 ai 1.500 euro a seconda dell’Isee, i cittadini che potranno ottenere il contributo sulla base dell’importo minimo sono circa 20mila, cioè il 7 per cento di quanti l’hanno richiesto finora. Se invece si considerano solo i potenziali beneficiari dell’importo massimo (quelli con Isee fino a 15mila euro), la platea si riduce a meno di 7mila persone. Appena il 3 per cento del totale.
Le graduatorie regionali per il nuovo bonus saranno pubblicate durante l’estate, non prima di luglio. A quel punto i “vincitori” saranno avvisati via e-mail e potranno usare il voucher per pagare le sessioni. I terapeuti dovranno quindi caricare le ricevute sul portale dell’Inps e attendere il rimborso, operazione che può richiedere diversi mesi: è probabile che i professionisti vedano i soldi nel 2025, considerando che le regioni hanno appena finito di rimborsare le sedute del 2022.
Lo psicologo di famiglia
La nuova tornata del bonus si incrocia poi con un’accelerazione verso l’istituzione dello psicologo di famiglia, che nel pubblico dovrebbe affiancare medici di base e pediatri. Gli “psicologi delle cure primarie” lavoreranno nelle Case di comunità, strutture create con il Pnrr per svuotare i pronto soccorso da prestazioni non emergenziali. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dato il via libera al testo in discussione alla Camera, ma ci vorranno altri passaggi prima di assumere gli specialisti.
La legge prevede uno psicologo ogni 4-7 medici di base. Ciò significa che si dovranno mettere in conto oltre 5mila assunzioni, dato che i professionisti dipendenti di Asl e ospedali sono oberati di lavoro. Per farlo non basteranno i fondi già stanziati (25-30 milioni): il contributo economico delle regioni sarà indispensabile e sempre a loro spetterà l’onere di organizzare il servizio.
La Camera sta lavorando per unire le proposte di vari gruppi parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione. «Introdurre un terapeuta di base è un’ottima cosa e abbiamo già fatto un percorso con la ministra Bernini per potenziare il servizio nelle università – ha detto Raffaele Nevi, deputato di Forza Italia – Il bonus è un tassello di una rete che deve includere la psicologia scolastica e lo psicologo di famiglia, come tre vertici di un triangolo».
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