Alcune audizioni fanno sorgere il sospetto che la commissione parlamentare sulla gestione del Covid non persegua davvero il fine di fare chiarezza. L’obiettivo sembra invece essere quello di dare una qualche veste giuridica a opinioni indimostrate e fake news. Va anche detto che, se in pandemia ci fosse stata maggiore trasparenza, forse sarebbero mancati i presupposti per costituire questa commissione
Forse non erano infondate le polemiche che hanno preceduto l’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla «gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate» per prevenirla e affrontarla. Alcune delle audizioni sembrano non solo travalicare le finalità per cui la Commissione è stata voluta, ma anche distorcerle del tutto.
La commissione Covid
La commissione Covid, prevista da una legge del marzo 2024, ha iniziato i lavori nell’ottobre scorso. Il suo ambito di indagine riguarda vari profili: dalla verifica della tempestività e dell’adeguatezza degli interventi del governo nelle diverse fasi della pandemia, alla valutazione della comunicazione istituzionale e delle informazioni diffuse alla popolazione.
L’istituzione della commissione ha presentato sin dall’inizio profili poco chiari. Ad esempio, dal perimetro di inchiesta sono state escluse le regioni, cui compete assicurare il servizio sanitario e che hanno avuto un ruolo essenziale nella gestione dell’emergenza a livello territoriale. Non può non sorgere il dubbio che questa scelta sia stata volta a coprire le inefficienze operative di presidenti di regione appartenenti all’attuale maggioranza di governo.
Le audizioni
Molti gli auditi: dai rappresentanti familiari delle vittime del Covid alle associazioni di medici, di infermieri e di farmacisti; dalla Fondazione Gimbe al Siulp (Sindacato italiano unitario lavoratori polizia).
E se gli esponenti di società scientifiche forniscono contributi utili a comprendere la valenza delle misure messe in campo, altre testimonianze stanno rendendo la commissione una sorta di sfogatoio, utile a dare risalto non solo a dichiarazioni sprovviste di elementi di prova, ma anche ad affermazioni antiscientifiche o a fake news. Da chi ha sostenuto che vi sia stato un complotto di Aifa e Istituto superiore di sanità per bloccare studi che dimostravano l’efficacia di cure in grado di salvare vite, rendendo così inevitabile il ricorso ai vaccini, a chi ha dichiarato che i camion sulle strade di Bergamo furono solo una messinscena.
La legittimazione dei complottismi
A quest’ultimo riguardo, Antonio Porto, segretario nazionale di Osa Polizia, ha detto in audizione di essersi chiesto perché ci fosse «una bara a camion quando ne potevano andare due, tre», salvo poi aggiungere di non poter dimostrare «che vi fosse solamente una salma per mezzo». Sorge spontanea una domanda: perché fare un’affermazione di tale portata e gravità senza essere in grado di comprovarla? E perché essa non ha provocato decise obiezioni da parte del consesso dinanzi a cui era stata resa?
Questo passaggio, come altri ascoltati in alcune audizioni, induce a chiedersi se la commissione persegua davvero il fine di fare chiarezza; oppure se l’obiettivo sia anche quello di conferire una qualche “legittimità” a certe farneticazioni emerse negli ultimi anni a proposito del Covid, cioè una sorta di veste giuridica data dal fatto che esse siano pronunciate in un organo parlamentare.
La commissione Covid sta finendo per rappresentare la cassa di risonanza di dichiarazioni che, pur se indimostrate, sono rilanciate con enfasi da media inclini a certi complottismi, e divengono così “verità” per molte persone.
Le multe ai No-vax
Sulla scia di ciò che accade nella commissione Covid si pone la cancellazione delle multe per i No-vax. Si tratta di un “condono” che premia chi non solo ha rifiutato di assolvere all’obbligo vaccinale, ma non ha nemmeno pagato la relativa sanzione. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha affermato che annullare le multe è segno di «pacificazione nazionale». Ma di certo non è pacificata la maggioranza di governo. Perché mentre Fratelli d’Italia, con Giovanni Donzelli, parla del vaccino come di una scelta «non scientifica», secondo Forza Italia la cancellazione delle sanzioni per chi l’ha rifiutato «è inaccettabile e significa far finta di dimenticare cos’ha rappresentato il Covid per l’Italia», come ha dichiarato Licia Ronzulli. Le spaccature tra gli alleati di governo sono ormai sempre più frequenti.
La mancanza di trasparenza
Se oggi accade tutto questo probabilmente è anche perché l’epoca della pandemia è stata connotata da una ostinata opacità. Del resto, anche sulla scelta di annullare le sanzioni per i No-vax oggi manca una spiegazione univoca e chiara da parte del governo. Su queste pagine, abbiamo chiesto sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria che da parte delle istituzioni vi fosse maggiore trasparenza. Se ci fosse stata, forse sarebbero mancati i presupposti per istituire una commissione d’inchiesta. Ma soprattutto certe “bufale” avrebbero potuto essere stroncate sul nascere, anziché proliferare nel brodo di cottura dell’opacità. Opacità che non sarà di certo dissipata da questa commissione.
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