Dopo che l’invito al professore della Luiss accompagnato da un generoso cachet alla trasmissione di Rai3 Cartabianca aveva fatto scalpore, si è attivata la commissione parlamentare di Vigilanza, ma nella risoluzione di maggioranza in discussione i limiti agli ospiti da invitare e i loro compensi sono piuttosto deboli
La commissione di Vigilanza Rai questa sera inizierà a discutere una risoluzione come atto d’indirizzo su come gestire gli ospiti delle trasmissioni della televisione pubblica. Domani ha potuto visionare una bozza.
Pur essendo un elenco di indicazioni per i programmi delle reti, si tratta di un documento piuttosto vago, che difficilmente eviterà in futuro altri casi come quello scoppiato intorno alle ospitate di Alessandro Orsini, il professore Luiss più volte intervenuto a Cartabianca con opinioni considerate compiacenti nei confronti di Vladimir Putin e l’invasione russa.
Le sue prese di posizione controverse, che in alcuni casi sono risultate infondate, hanno attirato critiche a chi lo ha ospitato sulla propria testata o nel proprio programma, com’è successo a Corrado Formigli, che continua a invitare Orsini a Piazza pulita. Il professore ha anche visto concludersi la sua collaborazione con il Messaggero.
Le norme della risoluzione
Intorno all’opportunità di invitarlo in Rai e compensare ogni sua partecipazione con 2mila euro a puntate si è scatenato un dibattito in cui è stata tirata in ballo anche la libertà d’espressione.
Le indicazioni della commissione si muovono su un set di norme generiche. Ribadendo l’obbligo del servizio pubblico di essere sempre «imparziale e pluralistico» e la missione di «dividere le opinioni dai fatti» oltre a «non indugiare nella rappresentazione teatrale degli opposti alla ricerca del dato d’ascolto» perché «questa logica da infotainment dovrebbe essere sempre avulsa dalle reti pubbliche», la commissione stende una serie di raccomandazioni.
Innanzitutto, le trasmissioni dovranno «selezionare persone di comprovata esperienza e autorevolezza» e «prevedere meccanismi di rotazione delle presenza» per non dare sempre spazio agli stessi esperti. Difficilmente, dunque, Orsini potrà continuare a essere ospite fisso della trasmissione di Bianca Berlinguer.
Non va inoltre favorita «la ricerca della spettacolarizzazione e del dato d’ascolto»: no agli scontri tra tesi opposte pur di vincere la gara dello share.
Poi, un passaggio sulle false informazioni: secondo la commissione, bisogna continuare «a contrastare il fenomeno della disinformazione». Come? «Garantendo sempre la veridicità dell’informazione e la rigorosa selezione delle fonti, evitando qualsiasi discriminazione e, all’interno dei programmi televisivi, ad assicurare l’equilibrio corretto delle posizioni esposte».
Lo scontro
Si è aperto invece un conflitto interno alla commissione per quanto riguarda il punto della risoluzione che riguarda i compensi degli ospiti: bisogna «privilegiare le presenze a titolo gratuito» si legge nella bozza, «al fine di evitare disparità di trattamento tra commentatori e opinionisti, nonché di favorire la libera espressione delle opinioni».
Uno dei problemi del caso Orsini era stato il suo cachet: il professore della Luiss aveva risolto lo scandalo intorno al suo compenso offrendosi di partecipare gratuitamente.
Ma c’è chi obietta che a selezionare solo chi accetta gli inviti gratuiti il servizio pubblico si posizionerebbe in svantaggio rispetto alle reti private, rischiando di dover rinunciare a ospiti validi.
Il problema non è comunque risolvibile con un tetto ai compensi, simile a quello che esiste per i giornalisti del servizio pubblico, perché si rischia di creare una disparità o di pagare eccessivamente gli ospiti fissi delle trasmissioni. Una categoria, quella degli opinionisti fissi, difficile da individuare soprattutto negli ultimi tempi, in cui spesso i parterre delle trasmissioni non cambiano da una settimana all’altra.
Altro punto controverso è la formulazione della premessa della risoluzione. La bozza parla genericamente di «conflitto in Ucraina», ma il Pd spinge per cambiare l’espressione in una formula che faccia riferimento all’invasione da parte di Putin. Una modifica che farebbe diventare il testo una «risoluzione contro Putin» invece che per regolamentare la gestione degli ospiti, dicono dal centrodestra.
Ora si apre la discussione, ma che la risoluzione arrivi al traguardo è tutto da vedere. Se lo scontro si dovesse inasprire preannunciano i membri della commissione, il testo potrebbe anche saltare.
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