Il 2024 si conclude con un fitto calendario di scioperi. Da quello dei mezzi pubblici del 13 dicembre a quello degli aerei del 15. Il ministro dei trasporti Matteo Salvini ha già annunciato che interverrà tramite precettazione sul trasporto pubblico, come già avvenuto per lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil contro la manovra del governo dello scorso 29 novembre, riducendo lo sciopero a 4 ore, «per evitare agli italiani l'ennesimo venerdì di caos».

Queste mobilitazioni sono il frutto di legittime rivendicazioni dei lavoratori legate a richieste di migliori condizioni di lavoro, stipendi più equi e nuove politiche di gestione aziendale. «Il governo attacca il diritto di sciopero», l’accusa che muovono sindacati e opposizioni. 

Proprio perché il tema ha creato un acceso dibattito abbiamo chiesto alle nostre abbonate e ai nostri abbonati iscritti alla newsletter “Oggi è Domani” cosa pensano, se prevale il diritto dei lavoratori a scioperare o quello dei cittadini a spostarsi senza disagi; e se lo sciopero è ancora uno strumento utile per migliorare le condizioni di lavoro.

Le risposte dei lettori

  • «Lo sciopero non è utile se fatto a singhiozzo e con le stesse motivazioni generali anziché elementi precisi che la gente può comprendere e condividere. Veniamo da anni di scioperi a venerdì alterni e chi è pendolare è veramente stanco di questi disservizi e li interpreta come scuse, applaudendo poi ad azioni propagandistiche del governo che nascondono la mancanza di quelle necessarie».
  • «Certamente il diritto dei lavoratori a scioperare è sacrosanto ed è l’unico strumento per migliorare le condizioni di lavoro. Vorrei però sottolineare il fatto che persone che hanno prenotato da molti mesi esami specialistici possano avere la possibilità di poterli espletare anche nel giorno dello sciopero».
  • «Lo sciopero prevale sempre. Tuttavia, il sacrificio economico che comporta fa sì che molti vi rinuncino. Ecco perché lo sciopero tradizionale andrebbe accompagnato da uno sciopero dei consumi. Chi non può scioperare risparmi 100 euro questo mese. Chi sciopera dovrà risparmiare per forza. Un calo dei consumi, anche modesto, darebbe un segnale importante. Sia alle controparti datoriali che alla politica. La rinuncia ai consumi è l’unica bestia realmente temuta, l’unico gesto “rivoluzionario” rimasto possibile. Silenzioso e letale».
  • «Secondo me prevale il diritto a scioperare. Teniamo conto che lo sciopero generale negli ultimi anni viene indetto solo una volta l’anno... Al netto dei trasporti, non si sciopera abbastanza in Italia!».
  • «Prevale il diritto a scioperare. Uuno sciopero è efficace se democraticamente induce la controparte a trattare sulle richieste ed istanze; va da sé che se i treni "vanno" la controparte non subirà nessuna "spinta" a trattare. Aggiungo che lo sciopero è più efficace quanta più gente ne eserciterà il diritto. Il vero problema è che i lavoratori e i sindacati non hanno più nessuna rappresentanza politica in parlamento / senato, quindi la sensazione di impotenza e sfiducia imperversa tra le file.... E come si suol dire, il gatto si magia la coda».
  • «Il diritto allo sciopero deve essere inviolabile e non in mano a un incompetente come l'attuale ministro. I cittadini che si spostano, sono gli stessi che scioperano, quelli che non scioperano sono gli stessi che non ne hanno bisogno. Il paese è in crisi e questo diritto fondamentale sta per essere leso da un adeguamento della legge, che stringe ancora di più le regole. La commissione, eletta dai partiti, già si oppone a tutte le richieste, figuriamoci quando avrà ancora più possibilità di diniego, fare sciopero sarà impossibile. Lo sciopero deve creare disagio, deve coinvolgere tutto il popolo che deve unirsi, anche solo per comprenderne i motivi, alla lotta. Per questo lo sciopero va modificato, ma nella comunicazione non nella esecuzione. Le fasce di garanzia sono sbagliate non dovrebbero proprio esserci, inoltre per ogni giorno di sciopero al lavoratore vengono tolti i soldi della sua giornata dalla busta paga. Lo sciopero costa a tutti. Invece di farli fare potrebbero andare in contrattazione, invece no, si spinge sempre di più da un lato solo fino a che i lavoratori, tutti, non ce la faranno più. Medici, infermieri, trasporti, attori, etc sono tutti nei guai e la cosa peggiorerà con i nuovi contratti in arrivo. Lo stato si facesse l'esame di coscienza e mettesse mano ai contratti collettivi nazionali di lavoro, almeno solo per regolamentare la malattia nel commercio o gli orari di lavoro nel trasporto, la sicurezza ovunque. No, si preoccupano solo dei neri, il problema in Italia è solo l'immigrato. Quando scapperemo noi per colpa del clima vorrei esserci per ricordare a questa Italia dove eravamo, dove siamo e dove saremo».
  • «Io vivo a Parigi. Gli scioperi sono all'ordine del giorno. Ma non c'è un francese che si sognerebbe di mettere in dubbio il valore e il significato dello strumento. E nemmeno io. Il ministro dei trasporti Salvini non mi rappresenta per fortuna e non vedo l'ora che smetta di requisire degli esseri umani per salvare la mia patria dall'invasore e, tantomeno, di "evitarmi l'ennesimo venerdì di caos". Abbiamo già il caos di treni che partono in anticipo per… arrivare in orario, e senza avvisare. A casa vicepremier e… a lavorare, se sai fare qualcosa». 
  • «Credo che sia fondamentale ristabilire la verità e cioè che a danneggiare i cittadini sono le politiche di un governo di destra e non chi sciopera per contrastare la finanziaria. Fatta questa premessa è evidente che lo sciopero è ormai uno strumento spuntato, proprio perché ha perso la sua sostanza di lotta comune degli sfruttati contro gli sfruttatori. Ormai siamo tutti contro tutti e non si ha più consapevolezza di un bene comune e collettivo che la convivenza serena e solidale all'interno della comunità nazionale. Facciamo piccole manifestazioni di quartiere contro piccoli e presunti soprusi, ma non siamo più capaci di mobilitarci per affermare il nostro diritto a vivere bene nel nostro Paese, con una sanità che funziona, stipendi adeguati, clima e territorio non così minacciosi. Senza la paura del futuro che in Italia assume sempre più i contorni dell'incubo».
  • «Il governo dovrebbe almeno provare a risolvere i problemi che ci sono alla base degli scioperi, che non sono solo economici, ma anche di peggioramento delle condizioni di lavoro. Invece dà sempre l'idea di essere di parte, non dice nulla su una miriade di micro scioperi e tenta sempre di bloccare quello più rilevante e "pericoloso" in termini politici. Poi provoca la classica guerra tra poveri e non si assume mai le sue responsabilità, che dovrebbero essere di gestire e risolvere i problemi. Lo sciopero è sicuramente un’arma spuntata, ma è difficile immaginare alternative, soprattutto che abbiano un peso».

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