Beppe Grillo e Giuseppe Conte hanno fatto pace tra penne agli scampi e caciucco. L'annuncio è arrivato con un post sulla pagina Facebook del fondatore, la didascalia è laconica: «E ora pensiamo al 2050!» Nella foto si vedono il futuro presidente del M5s e il garante fondatore che scherzano insieme al ristorante Il Bolognese da Sauro di Marina di Bibbona. L'avvocato di Vulturara Appula sfoggia la t-shirt nera attillata che ultimamente indossa spesso anche in pubblico dopo aver detto addio a pochette e gemelli e ride di gusto insieme all'ex fumetto, che indossa una camicia a fantasia floreale con parecchi bottoni slacciati.

Tregua fragile

Un'intesa ritrovata, sembrerebbe, dopo che i due si erano detti cose non proprio amichevoli ed era già saltato un incontro organizzato per questa settimana a Roma. Ma dai giorni della lite tutto è cambiato: lo statuto «seicentesco» proposto da Conte è stato emendato, Grillo da padre-padrone è tornato papà affettuoso che vorrebbe accompagnare verso l'età adulta il suo Movimento.

Tradotto: l'ex presidente del Consiglio ha capito che non c'è per lui speranza di cavarsela fuori dal Movimento, e Grillo sa che per non finire ai margini della vita politica, confinato in un'opposizione condiviso solo con Giorgia Meloni, ha bisogno di Conte.

Insomma, i due rimangono insieme, con la speranza di portare la creatura, che ormai è un po’ di tutti e due, oltre il 15 per cento, già un grande traguardo per la situazione attuale, in cui il governo Draghi sta cancellando una per una tutte le conquiste del Movimento, a partire dalla riforma della giustizia penale voluta da Alfonso Bonafede e appena stravolta da Marta Cartabia. A stretto giro dalla pubblicazione sono arrivate le felicitazioni di tutti i maggiorenti del partito, sollevati per lo sblocco della situazione.

Tra una citazione di Machiavelli proposta da Vito Crimi e un «avanti!» di Luigi Di Maio, ora si guarda alla pubblicazione dello statuto, che a questo punto dovrebbe arrivare a breve così come il conseguente voto su SkyVote che potrebbe essere indetto a giorni visto che poi saranno necessarie due settimane per organizzare la piattaforma e valutare lo statuto.

Draghi

L’incontro sembra anche prodromo all’appuntamento di Conte a palazzo Chigi. Appena legittimato, infatti, il neopresidente del M5s dovrà accreditarsi con Mario Draghi, che finora si è interfacciato sempre e soltanto con il fondatore.

La relazione non parte con i migliori presupposti: l’avvocato ha già promesso battaglia sulla riforma della giustizia e ha dalla sua attivisti e parlamentari.

Ma Grillo, se deciderà di usarlo, ha un asso nella manica: il presidente del Consiglio deve un favore al comico, che gli ha permesso di evitare il problema dell’astensione dei ministri grillini quando il testo di Cartabia è stato approvato dal consiglio dei ministri. Il pranzo di oggi può essere quindi letto in due sensi: o come legittimazione di Conte da parte di Grillo in vista dell’incontro, per inviarlo a palazzo Chigi forte della sua benedizione, oppure come un via libera temporaneo. Nulla impedisce infatti a Grillo di ritirare il suo sostegno al presidente in pectore nel giro di pochi giorni, esattamente come in sole due settimane i rapporti tra i due sono tornati ottimi.

I gruppi

Informati soltanto dell’incontro i parlamentari guardano ormai con una certa fiducia al rilancio del Movimento, ma a tutti è chiaro che Conte parte da una situazione di svantaggio e deve costruirsi una posizione quasi da zero.

Stretto tra due che contano come Draghi e Grillo, oltre alla giustizia il futuro presidente non ha ancora preso posizione su quasi nulla: l’eco che ha avuto il suo silenzio in risposta a una domanda sul ddl Zan posta a margine di un evento romano nei giorni scorsi ne è la dimostrazione. Ma per il momento Conte sembra più impegnato a imporsi sui gruppi parlamentari, con cui l’intesa non è mai stata ottima.

Il primo a dover lasciare il suo posto potrebbe essere il capogruppo alla Camera, Davide Crippa. Vicino a Grillo, aveva causato un piccolo caso col suo rifiuto di assumere Rocco Casalino.

Sarebbe già pronto a sostituirlo Riccardo Ricciardi, giovane deputato toscano, ex regista teatrale amante delle attenzioni del pubblico molto più del criptico Crippa.

Nei giorni in cui lo scontro tra i maggiorenti si è fatto più aspro e Conte era in forte difficoltà, lui e la collega Gilda Sportiello, nonostante il clima di generale insofferenza per i modi dell’ex presidente del Consiglio, si erano spesi molto per lui. Ora Ricciardi spera di raccogliere i frutti del suo impegno, ma per raggiungere il suo obiettivo dovrà vincere il voto del gruppo, previsto dal regolamento della Camera.

Un ostacolo difficile da superare, perché Ricciardi tra i suoi colleghi non raccoglie troppi consensi: se Conte dovesse spalleggiarlo e la sua elezione non andare in porto, il presidente potrebbe complicarsi ulteriormente la vita.

Tra gli altri candidati spicca Lucia Azzolina. L'ex ministra dell'Istruzione gode di parecchie simpatie e potrebbe avere i numeri necessari per portare a casa l'elezione. Anche lei contiana, potrebbe essere una scommessa più sicura.

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