Il premier ha parlato ai senatori. Senza mai citare nessuno, ha lanciato dei messaggi precisi ai partiti: «Voi parlamentari siete pronti a ricostruire il patto?». Secondo il senatore di Forza Italia Renato Schifani il centrodestra può rinnovare il patto, ma solo se il Movimento 5 stelle esce dal governo
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato ai senatori, le prime parole dopo l’inizio della crisi di governo. Ha usato parole dure, sia con il Movimento 5 stelle sia con la Lega. Senza mai citare nessuno, ha lanciato dei messaggi precisi ai partiti: «Voi parlamentari siete pronti a ricostruire il patto?», ha detto facendo riferimento al governo di unità nazionale, nato all’inizio del 2021.
Subito dopo l’intervento, i senatori sono usciti in fretta dall’aula. I leghisti sono stati convocati per una riunione urgente: c’è da decidere se continuare ad appoggiare il governo o meno.
Renato Schifani di Forza Italia, senatore di lunga data e avvocato, passeggia in transatlantico, il corridoio centrale del Senato antistante all’aula.
Che impressione si è fatto del discorso di Draghi?
C’è stata una grande condivisione su quello che ha detto su Falcone e Borsellino. Mentre si è avvertita della freddezza da parte del Movimento 5 stelle sui passaggi salienti.
Qualche apertura però c’è stata.
Sì, sul reddito di cittadinanza, una riforma che acceleri l’avvio al lavoro. Non ha però parlato delle grandi truffe quindi ha cercato di fare un po’ l’equilibrista. Un accenno al salario minimo c’è stato, seppure a medio termine, ha toccato anche il tema del cuneo fiscale. Un’apertura su alcuni punti c’è stata, naturalmente è tutto da vedere.
È stato duro, invece, su tanti temi cari alla Lega.
In questi giorni abbiamo posto un’unica condizione: basta al Movimento nel governo. La loro presenza è motivo di instabilità. Vedremo se ce lo confermano in queste ore.
Quindi il “patto” per il centrodestra si può rinnovare?
La nostra posizione è nota. Il patto si può rinnovare, ma di fronte a un partito che si è assunto la responsabilità di far cadere il governo, con la mancata fiducia, bisogna mantenere l’unita. Questo però in una logica di compattezza per evitare il ricatto quotidiano.
È preoccupato per le scelte della Lega?
No, credo che ci sia piena sinergia. Si discuterà tutto assieme come sempre e prevarrà la responsabilità e la lucidità.
Vi sentirete prima del voto per coordinarvi?
Sono convinto di sì.
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