Da Afragola a Roma e viceversa, conservando il doppio incarico di governo e amministrativo in una situazione forse non unica, ma sicuramente rara. Pina Castiello riesce infatti a sdoppiarsi, tanto che non ha mai voluto rinunciare al ruolo di vicesindaca del comune di Afragola, 60mila abitanti in provincia di Napoli, nonostante l’incarico di sottosegretaria ai Rapporti con il parlamento.

Il suo sogno, racconta chi la conosce, sarebbe quello di diventare ministra del Sud, dopo essere stata sottosegretaria nel primo governo Conte. Intanto, deve accontentarsi di quello che c’è.

Da vicesindaca è talvolta costretta ad assentarsi dalle riunioni di giunta per gli impegni legati al dipartimento di palazzo Chigi, almeno fino a che non avrà promozioni. Di sicuro era presente nel luglio 2023, quando c’era all’ordine del giorno il Piano urbanistico comunale (Puc) di Afragola, che ha cambiato la destinazione d’uso di alcuni terreni, rendendoli da agricoli a disponibili per la costruzione di un impianto di compostaggio.

E, come svelato da Domani, due di quei terreni appartengono – tra gli altri eredi – al cognato di Castiello, Francesco Laezza, procurando un potenziale del valore di quella zona.

Esposto in procura

Dopo gli scontri politici, la vicenda può avere un’appendice in procura. Il Pd locale sta infatti pensando di continuare la battaglia in altre sedi. «Stiamo valutando di rivolgerci alle autorità competenti per eventuali profili di carattere amministrativo e penale», ribadisce a Domani il segretario del Pd di Afragola, Pasquale Rosario Iazzetta. I dem potrebbero accogliere l’invito, lanciato con modo derisorio da alcuni esponenti della destra locale, di rivolgersi alla procura con un esposto o con un ricorso al Tar.

Sotto la lente di ingrandimento è stata messa un’eventuale violazione del Testo unico sull’ordinamento degli enti locali.

Secondo un articolo del Tuel, infatti, gli amministratori pubblici «devono astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado». Certo, «l’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici».

Ma il discorso non vale «nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado». E il cognato è considerato un affine di secondo grado. Castiello ha già sostenuto di «non essere a conoscenza di chi fossero quei terreni». Solo dopo ha saputo che quelle aree erano un’eredità di Laezza e di altri. La questione sarà valutata in punto di diritto.

I guai giudiziari del mentore

Poco male, comunque. Castiello è intenzionata a tirare dritto, sia ad Afragola che a Roma. Sul territorio la ricchezza è l’eccellente intesa con il mentore politico, Vincenzo Nespoli, ex parlamentare di An e già sindaco del comune in provincia di Napoli.

I due hanno costruito un feudo nell’hinterland napoletano, mai scalfito, nonostante i problemi giudiziari di Nespoli, recentemente condannato – in sede civile – dalla Corte di appello di Napoli.

L’ex parlamentare dovrà pagare un risarcimento di 16 milioni di euro al curatore del fallimento della società di vigilanza, La Gazzella, per fatti risalenti al 2005. Il processo penale, ripartito da zero nel 2022 dopo la decisione della Cassazione, è ancora in corso. Gli inquirenti contestano il reimpiego di denaro frutto di provenienza illegale.

Nespoli è ormai il regista e Castiello la frontwoman, la raccontano come potentissima, fino a prendersi il lusso di omaggiare la X Mas, il corpo militare della Repubblica di Salò, in stile Vannacci. «Tagliamo la torta con una decima», ha detto in un evento elettorale per le europee, laddove per decima c’era la “x”.

Il sindaco di Afragola, il civico di centrodestra Antonio Pannone, l’ha voluta come sua vice fin dalla vittoria alle comunali del 2021. E non ha rinunciato alla sottosegretaria nemmeno con il rimpasto del maggio scorso, assegnandole varie deleghe, dai rapporti istituzionali agli accordi di programma. A Roma, invece, per lei si è speso in prima persona Matteo Salvini, chiedendo a Giorgia Meloni un posto nel governo dopo la vittoria della destra alle politiche.

La leghista ha ottenuto il ruolo di sottosegretario come una sorta di risarcimento per la mancata elezione alle politiche del 2022: era deputata dal 2006 e, per la prima volta, aveva subito l’amarezza di non conquistare il seggio. Nel collegio uninominale di Torre del Greco (Napoli) è stata sconfitta da Orfeo Mazzella, del Movimento 5 stelle, per un pugno di voti, circa 2.500, e non era scattata nel listino del plurinominale.

Così, secondo le indiscrezioni, era data in avvicinamento a Fratelli d’Italia. Sarebbe stato in realtà un ritorno alla casa madre, sotto la fiamma, visti i trascorsi in Alleanza nazionale agli esordi politici. Salvini è riuscita a trattenerla. Senza mettere bocca nemmeno sul doppio ruolo di governo e di amministrazione.

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