In occasione della Giornata internazionale per i diritti delle donne, il governo ha approvato uno schema di disegno di legge che propone di introdurre nel codice penale il nuovo delitto di femminicidio

Per questo motivo, abbiamo chiesto alle lettrici e ai lettori della nostra newsletter quotidiana, Oggi è Domani, da un lato il loro parere sulla proposta del governo e dall’altro quali ulteriori misure dovranno essere adottate per tentare di ridurre la violenza di genere soprattutto in ambito domestico. 

La divisione dei lettori sul nuovo reato 

Sull’inserimento del femminicidio come reato autonomo e indipendente la maggior parte dei lettori sono convinti che sia un passo nella giusta direzione e una parte è anche convinta che la sola norma penale non basti e che servano altre misure per ridurre la violenza di genere e domestica. Per il 25 per cento dei nostri lettori, invece, l’introduzione della fattispecie non è un risultato soddisfacente. 

La necessità è l’educazione affettiva 

Abbiamo chiesto ai lettori quali misure ulteriori, se adottate, potrebbero permettere una riduzione della violenza di genere e domestica.

La maggior parte sottolinea la necessità di introdurre dei programmi di educazione all’affettività nelle scuole, ma c’è anche chi parla non solo della necessità di guardare al modo in cui le forze dell’ordine si comportano nei confronti delle vittime che denunciano, ma anche dell’aumento di misure di protezione per le donne oggetto di abusi. 

  • «Bastava un’aggravante al reato di omicidio. Questo provvedimento è solo uno spot pubblicitario. La vera necessità è l'educazione affettiva e sessuale perché in una società sempre più machista è necessario veicolare modelli diversi»
  • «Per prima cosa introdurre l'educazione sessuale in tutte le scuole con particolare attenzione al genere maschile. In secondo luogo costringere le forze dell'ordine, prevalentemente composte da uomini, a perseguire con maggiore determinazione le violenze denunciate dalle donne»
  • «Fondi alle associazioni antiviolenza. Programmi di protezione governativi per le donne abusate»
  • «Se si ritiene concreto un salto culturale, ci sarebbe da prendere atto, per modificarlo e superarlo, del "pensiero" che ancora alligna all'alba del 2025 sul nostro pianeta riguardo la donna, complici i monoteismi, e la lotta spietata che viene condotta nei riguardi di quelle realtà, vedi Rojava, che da quel punto di vista sono molto più avanti»

  • «Braccialetto elettronico e distanziamento della persona violenta»

  • «L'educazione all’affettività a tutti i livelli d’istruzione ed eliminazione degli spettacoli o pubblicità in cui la donna viene oggettificata»

  • «Introduzione dell'educazione relazionale nelle scuole dell'obbligo, sostenere i centri di supporto alle vittime di violenza»

I nostri ultimi sondaggi

Abbiamo chiesto alle lettrici e ai lettori iscritti alla nostra newsletter se vedono il riarmo europeo come un male necessario oppure come una forma di corsa agli armamenti che non porterebbe a nessun risultato. Ecco cosa ne pensano.

Abbiamo chiesto loro anche se introdurre corsi di educazione all’affettività all’interno dei programmi scolastici potrebbe essere utile nel contrasto alla violenza e alle discriminazioni. O se vedono un rischio, come sottolinea Pro-Vita, «di un indottrinamento ideologico Lgbt». Tutti sarebbero a favore, ecco perché.

Qualche settimana fa ci siamo invece concentrati sugli annunci roboanti del presidente Usa Donald Trump su clima, migranti, colonialismo e tanto altro: abbiamo chiesto ai lettori cosa li preoccupa di più e se, secondo loro, alle parole seguiranno i fatti. Ecco cosa ne pensano.

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