Poltrone doppie tra consulenze a Palazzo Chigi, e nei ministeri, che si sommano ai ruoli nei consigli di amministrazione delle società pubbliche. Una moltiplicazione di incarichi per parlamentari non rieletti o addirittura non ricandidati. Tutto legittimo, per carità. La legge lo consente. Ma la destra ostile al Reddito di cittadinanza sembra decisamente più favorevole a garantire un reddito a suon di consulenze agli ex peones, che appena salutato il parlamento hanno dovuto reinventarsi.

L’abitudine è particolarmente radicata in Forza Italia. Uno dei casi paradigmatici è Sestino Giacomoni, fedelissimo di Silvio Berlusconi e deputato per quattro legislature. Oggi consulente a palazzo Chigi del vicepremier e leader di Fi, Antonio Tajani, e presidente della Consap, la società del Ministero dell’economia che gestisce i servizi assicurativi pubblici.

Doppio ruolo

Giacomoni è un volto noto per chi si aggira nei palazzi parlamentari, non esattamente uno dei peones. Ben voluto e stimato per i modi gentili, nell’ultimo giro a Montecitorio è stato presidente della commissione Finanze a Montecitorio. Una valorizzazione delle competenze da “uomo dei numeri”. Chi lo conosce bene garantisce che avrebbe le potenzialità «per essere anche un buon sottosegretario».

La traiettoria politica è andata da un’altra parte, alle politiche è stato piazzato in lista in posizione non eleggibile. Andando verso una mancata rielezione. Nessuna preoccupazione per il futuro, però. Il 9 dicembre 2022 è stato nominato «consigliere per la politica economica e imprenditoriale» di Tajani alla presidenza del Consiglio per un compenso annuo di 50mila euro (lordi). Per questo fa spesso capolino in Transatlantico: è presenza quasi fissa quando il segretario di Forza Italia, da ministro degli Esteri, va alla Camera per vari impegni, come la risposta ai question time. Tutto fisiologico per un consulente con buona esperienza della Camera. Ma Giacomoni ha ottenuto qualcosa di più: è diventato, a settembre 2023, presidente del cda di Consap per un compenso totale di circa 85mila euro.

«Sono consigliere economico, sui grandi temi, del vice-presidente del consiglio, data la mia esperienza in ambito economico. Si tratta di un incarico che è compatibile con quello di presidente della Consap, avendo, in qualità di presidente, solo deleghe ai rapporti istituzionali, non ho deleghe operative», spiega a Domani Giacomoni. Che aggiunge: «Il doppio incarico è un valore aggiunto. Posso mettere a frutto le mie competenze e raggiungere i risultati, migliorare le istituzioni. Chi ha esperienza nei vari settori, è giusto che le metta in pratica. Se ognuno fa bene il proprio mestiere, l’Italia può diventare un paese migliore».

Per quanto riguarda le remunerazioni l’ex deputato dice: «I compensi delle società del Mef hanno avuto un taglio netto negli ultimi anni, non si vive con quelle cifre. Io cerco solo di fare bene il mio mestiere all’interno della Consap che, anche se è una piccola società, svolge un importante lavoro sociale. E poi i compensi sono lordi, nel mio caso la tassazione arriva al 60 per cento», conclude.

Sport e Tajani

Sia come sia, dentro Forza Italia non è un caso unico. La consulenza non viene negata ad altri esperti come Maria Spena, ex deputata, ora componente del cda di Sport e Salute, la “cassaforte” dello sport controllata dal Mef, e al fianco di Tajani alla presidenza del Consiglio. Da gennaio 2023 figura come «consigliere per le tematiche afferenti alle filiere produttive, alle politiche della formazione e sociali» per una remunerazione di 40mila euro.

Dopo pochi mesi, ad agosto, il suo nome è stato inserito (per una retribuzione di 16mila euro annui) nel consiglio di amministrazione della società, fondata nel 2019 per volere di Giancarlo Giorgetti. Spena, di professione docente, è stata una dei volti rampanti di FI a Romadegli anni Duemila. Napoletana di nascita, si è formata politicamente nella capitale fino a diventare assessora nella giunta Alemanno.

L’approdo a Montecitorio nel 2018 è stato lo sbocco naturale della sua carriera, bruscamente frenata nel 2022 quando è uscita sconfitta nel collegio uninominale di Roma contro il candidato del Pd, Paolo Ciani. Un’amarezza che il partito ha cercato di farle smaltire, valorizzandola con la doppia veste di manager e consulente.

Il vicepresidente del Consiglio ha mostrato generosità anche con Emily Rini, finora mai stata in parlamento ma candidata non eletta alle ultime politiche. È senza dubbio il volto di spicco del partito in Valle d’Aosta. Tajani l’ha voluta al suo fianco tra i consulenti per 30mila euro. Rini, nel frattempo, è anche presidente – per 16 mila euro all’anno – della Società Italiana per il Traforo del Monte Bianco, del Gruppo Anas. L’obiettivo è di partecipare alla costruzione e alla successiva gestione in concessione del tunnel transalpino di comunicazione tra la Francia e l’Italia.

Che bel Mase

Ma non solo la presidenza del Consiglio accoglie consiglieri di amministrazione. Roberta Toffanin, già responsabile lavoro di Forza Italia e senatrice nella scorsa legislatura, gravita nell’orbita ambientale. È attualmente dentro il cda (in scadenza) del Gestore servizi energetici (Gse), altra società del Mef che si occupa appunto di energia e rinnovabili, e allo stesso tempo è presente – dal 31 marzo – nella schiera di consulenti del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, esponente di spicco di Forza Italia. Da manager percepisce 13mila euro, mentre da consulente la remunerazione è più corposa: 60mila euro nel ruolo di «esperto in materia di relazioni istituzionali ed europee con le autorità politiche».

Sotto il tetto del Mase di Pichetto Fratin ha trovato spazio – dal dicembre 2022 - un’altra ex parlamentare forzista (per due legislature), Maria Alessandra Gallone, nelle vesti di esperta di «materia ambientale, con particolare riferimento all’economia circolare». Una consulenza da 35mila euro annui. Poco prima, a novembre 2022, Gallone è stata chiamata da Anna Maria Bernini, ministra dell’Università. Le due si conoscevano bene. Gallone era stata infatti vicecapogruppo al Senato, quando Bernini era presidente dei senatori azzurri.

La coppia si è riformata e l’ex parlamentare ha ottenuto un contratto da 45mila euro nelle vesti di consulente per le «politiche dell’innovazione e della sostenibilità in ambito universitario e della ricerca anche in attuazione del Pnrr». Fuori dal perimetro politico, poi, Gallone è pure consigliera nel cda della Luiss, l’università privata di Confindustria.

Esperienza capitalizzata

Doppio incarico pure per Urania Papatheu, anche lei senatrice nell’ultima legislatura. Pichetto Fratin l’ha ingaggiata per 30mila euro annui come «consulente per l’attuazione del programma di governo con riferimento alle tematiche ambientali». L’ex parlamentare siciliana di FI ha allargato i propri orizzonti e ha strappato una collaborazione a Palazzo Chigi da una collega di partito, la ministra delle Riforme, Elisabetta Alberti Casellati, che l’ha voluta per collaborare al lavoro di semplificazione normativa per 40mila euro all’anno. Il primo contratto è stato stipulato a marzo dello scorso anno, a gennaio è scattato il rinnovo fino a dicembre. Poi si vedrà.

«Si tratta di incarichi modesti, dal punto di vista dei compensi, la mia libera professione mi consentirebbe di raccogliere cento incarichi di questo tipo», dice Papatheu a Domani. «Sono una commercialista, funzionario regionale, già senatrice, penso di avere l’esperienza per supportare sia i funzionari della pubblica amministrazione che i ministri nella loro attività. E poi mi occupo di ambiente da 10 anni» precisa Papatheu. Quindi, «per le istituzioni e in particolare per la ministra Casellati, lavoro a tempo pieno. Al momento faccio solo questo lavoro, e un solo compenso di questo tipo non mi consentirebbe di vivere, a maggior ragione. Sono quasi costretta a sommare gli incarichi, dato che da circa un anno la mia attività di libera professionista è calata a causa degli impegni politici», conclude.

Ma non solo in Forza Italia c’è questa tentazione. Davide Bordoni, ex consigliere comunale a Roma e uomo forte della Lega nel Lazio, oggi candidato alle Europee. Il leghista è presidente della Ram - Logistica, Infrastrutture e Trasporti spa, società in house del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di Matteo Salvini. Dal 19 aprile fruisce dello stipendio 120mila euro all’anno, a cui inizialmente aveva rinunciato. Nel frattempo, il leader del suo partito lo ha reclutato a Palazzo Chigi con un compenso di 40mila euro all’anno. Se sarà eletto all’europarlamento, dovrà rinunciare per legge al ruolo di presidente della Ram. Ma con un paracadute già aperto.

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