Al presidio “Vi aspettiamo al Varco” contro la proposta di legge di Fratelli d’Italia che rende la gestazione per altri reato universale, le opposizioni compatte preparano il contrattacco post approvazione: «Nei tribunali per cancellarla»
In piazza Vidoni, a trecento metri dal Senato dove è in corso la discussione sul ddl Varchi contro la gestazioni per altri, sono le associazioni Lgbt a chiedere alle opposizioni una promessa che guarda già oltre i giorni a venire. «Prendetevi un impegno fin da ora; quando sarete maggioranza tra i primi provvedimenti ci dovrà essere la cancellazione di questa legge: senza libertà di coscienza, senza sé e senza ma», scandisce ferma Alessia Crocini, presidente di Famiglie arcobaleno.
L’europarlamentare del Pd Alessandro Zan, arrivato da Bruxelles per il presidio organizzato dall’associazione di genitori omosessuali, ascolta attento sotto un sole cocente e non toglie mai la giacca. Il deputato di Avs Nicola Fratoianni, insieme all’attuale presidente di Sinistra italiana Nichi Vendola, in prima fila, non danno segni di sofferenza, addestrati da decenni di congressi ben più torridi di questa piazza di mezzogiorno. Ci sono anche la senatrice del Movimento 5 stelle Alessandra Maiorino, la senatrice dem Cecilia D’Elia e il deputato di +Europa Riccardo Magi.
Il copione è già scritto: mercoledì 16 ottobre, al massimo giovedì, palazzo Madama dovrebbe dare il via libera al progetto di legge Varchi di Fratelli d’Italia che modifica il reato di gestazione per altri, rendendolo universale, ovvero perseguibile anche se commesso all'estero. La pratica è in realtà già vietata in Italia dalla legge 40 e “il reato universale” nel linguaggio giuridico non esiste. «Loro hanno la forza dei numeri, noi della ragione», spiega Maiorino.
«Presenteremo una pregiudiziale di costituzionalità perché questo è un abominio giuridico. Siamo iscritti in massa per spiegare quello che loro non spiegano: cos’è la gestazione per altri volontaria, quella che non prevede costrizione né abuso. Dicono che vogliono difendere le donne ma l’onorevole di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi ha calato la maschera quando ha detto che questa è una legge contro le persone Lgbt. La cosa più spiacevole è il fatto che crei uno stigma. La Lega stessa ha presentato un emendamento che chiede che figli frutto di surrogata siano dati in adozione. Una crudeltà mostruosa».
Una legge fumosa
«Di fatto è una stigmatizzazione delle famiglie omogenitoriali», specifica Cecilia D’Elia. «Non solo è incostituzionale, ma in contrasto con i diritti fondamentali che sanciscono che nessun cittadino può essere condannato per una condotta che non è reato nel paese in cui viene commessa. Una scemenza propagandistica», affonda Magi.
In piazza anche la segretaria dell’associazione Luca Coscioni Filomena Gallo che si chiede: «Come faranno a capire quali sono i nati da gravidanza per altri? In Italia entrano anche bambini che non hanno bisogno di quel passaporto temporaneo che è richiesto per altri paesi. Bisognerà esibire un certificato di parto? Saremo compatti nei tribunali per cancellarla».
Una legge fumosa che a un passo dalla sua approvazione lascia molti dubbi. Il giudice su segnalazione potrà aprire dei fascicoli ma come dovrà procedere? Sia la corte Costituzionale sia quella di Cassazione hanno dichiarato che sì, la pratica della gpa costituisce una violazione dell’ordine pubblico (perché da noi è penalmente punita) eppure bisogna attivare la procedura di adozione dei casi speciali, e tutelare soprattutto il minore.
Per Vendola «il capro espiatorio delle campagne della destra tornano a essere gli omosessuali, indirettamente con l’argomento delle genitorialità. In questa Europa vecchia che non fa più figli, i colpevoli siamo noi che i bambini li facciamo, non ce li mangiamo neppure».
«È un reato inesistente ma attacca la vita di bambini», spiega a Domani Alessia Crocini di Famiglie arcobaleno: «Il governo lo sa bene ma partiti come Fratelli d’Italia e Lega hanno costruito la loro propaganda sulla cancellazione delle accise e l’abbassamento delle tasse, e ora che la legge di Bilancio si avvicina e nessuna delle promesse verrà mantenuta, c’è bisogno di un’arma di distrazione di massa. Le famiglie italiane chiedono pane, Giorgia Meloni dà loro la legge Varchi».
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