Quella di Paola Frassinetti, la sottosegretaria di Fratelli d’Italia all’Istruzione che sul suo profilo Facebook fa riferimento al «fascismo immenso e rosso», citando lo scrittore francese Robert Brasillach, accusato di collaborazionismo con il Terzo Reich, altro non è che una parte della sua antica storia. Una storia che condivide da più di trent’anni, militando nelle opposizioni di destra di matrice fascista. Prima missina poi di An e FdI a Milano. Non può essere una sorpresa una classe dirigente coerente con la sua natura, ampiamente raccontata nel libro del linguista Massimo Arcangeli: “Quel braccio alzato. Storia del saluto romano”, con l’ultimo capitolo “L’Italia s’è destra” in cui emergono i legami della destra di governo con il fascismo e l’ultranazionalismo nero internazionale. In un passaggio si fa anche riferimento al ristorante Corte dei Brut, centro culturale e crocevia del nazifascismo esoterico dove, dimostra Arcangeli, Frassinetti è di casa.

Ma appunto è solo una parte di una traiettoria di vita ben visibile. Più celata è quella che racconta il legame tra la sottosegretaria e il mondo Pro-Vita. Tra le pontiere che ha reso possibile l’ingresso nelle istituzioni dei progetti anti-gender, pro-life e pro-family neocattolici trasformandoli in politiche pubbliche vere e proprie.

Pro vita al ministero

È il 5 agosto 2020, mascherina calata sotto il naso e voce roca, Frassinetti, all’epoca Responsabile di Fratelli d’Italia del dipartimento Istruzione, interviene contro il cosiddetto ddl Zan. Prima dentro la Camera, poi in piazza: «Le lobby Lgbt vogliono entrare nelle scuole. Distribuire opuscoli con bambini con sessi diversi». E ancora: «L’intento è agevolare delle potenti associazioni Lgtb per poter incidere nella mente degli adolescenti». Il vocabolario di una cinquantina di parole è rafforzato da un dizionario che arriva direttamente dalle piazze del Family Day: parla di "gender fuori dalle scuole", intende la battaglia contro la possibilità che a scuola si parli di omotransfobia e discriminazione. Annuncia la difesa della «libertà educativa», intende una battaglia contro la scuola pubblica e un'educazione laica. Pronuncia la «difesa della famiglia», prevede la battaglia contro le famiglie arcobaleno, i loro figli e i loro diritti.

Nel maggio del 2021 si schiera contro la circolare del ministero dell’Istruzione guidato da Patrizio Bianchi con la quale si invitano le scuole di ogni ordine e grado a celebrare il prossimo 17 maggio la “Giornata internazionale contro l’omotransfobia”.

L’anno successivo Frassinetti firma insieme a molti altri il manifesto valoriale di Pro-Vita e Famiglia. Porta bene, entra in Parlamento, viene nominata sottosegretaria all’Istruzione.

Il 14 dicembre 2022 accoglie nelle stanze del ministero dell’Istruzione le associazioni CitizenGo Italia e Non Si Tocca La Famiglia, la delegazione anti-gender consegna una petizione "Stop gender nelle scuole" e presenta le proposte «per la tutela e l'educazione dei bambini e dei ragazzi dalle propagande ideologiche». All'uscita le due associazioni si ritengono soddisfatte «per il clima positivo nel recepire le urgenze e le istanze che in questo momento ritengono urgentissime» e dichiarano di avere «appuntamento a breve per fare il punto della situazione».

Nel marzo 2023 apre invece le porte all’associazione Pro-Vita e Famiglia ricevendo un documento dal titolo “Progetti applicati nelle scuole italiane ispirati alla teoria gender” dove si raccolgono i corsi di anti-bullismo con tanto di città, scuole, indirizzi, nomi e cognomi dei protagonisti che portano avanti corsi di educazione alle differenze.

L’8 giugno 2023 organizza insieme a ProVita alla Camera il convegno "Dall'emergenza all'alleanza educativa”. Accanto a Frassinetti siedono l’integralista cattolico Jacopo Coghe e Massimo Gandolfini leader del Family Day e fresco di nomina come consulente del Dipartimento per le politiche antidroga.

È una presenza fissa ai convegni: “Educare alla Libertà, alla bellezza e all’affettività”, organizzati da Giusy D'Amico, (presidente dell'associazione “Non si tocca la famiglia”), molto vicina al leghista Rossano Sasso, da questo lavoro di tessitura e confronto nasce la risoluzione contro il gender approvata in Parlamento.

Un attivismo quello di Frassinetti non solo sui social, nel turbinio dello scandalo per la nomina di Francesco Spano, capo-gabinetto dichiaratamente gay al ministero della Cultura è proprio la sottosegretaria che nelle chat del Dipartimento Scuola, che contiene anche esponenti Pro-Vita, si dichiara più ostile a Spano.

 

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