Il problema sarebbe un ritardo nelle forniture da parte del gruppo Siemens di alcuni componenti per una riparazione. Von der Leyen parla dei passati “distacchi” a danno di Bulgaria, Polonia e compagnie di altri paesi: «La Russia usa il gas per ricattarci»
L’atmosfera è tesa: Gazprom ha annunciato una riduzione di oltre il 40 per cento della sua capacità di consegna giornaliera di gas alla Germania tramite il gasdotto Nord Stream a partire da oggi.
Gazprom ha giustificato la decisione parlando della mancata consegna di alcune attrezzature da parte del gruppo tedesco Siemens. «Le consegne di gas tramite il gasdotto Nord Stream possono essere garantite solo fino a un volume di 100 milioni di metri cubi di gas al giorno invece dei previsti 167 milioni di metri cubi al giorno», ha affermato il gruppo in una dichiarazione pubblicata su Telegram.
Un portavoce del ministero dell’Economia tedesco ha detto che allo stato attuale la situazione è sotto controllo: «Osserviamo la situazione e verifichiamo lo stato delle cose. Al momento la sicurezza degli approvvigionamenti continua ad essere garantita».
Questa è la seconda riduzione che subisce la Germania. Gazprom, la compagnia di metano russa, infatti, il 12 maggio aveva deciso di inasprire la sua posizione annunciando che non utilizzerà più il gasdotto Yamal-Europa, che termina in Germania, dopo che la società che controlla l’impianto in Polonia è stata inserita nella lista nera di Mosca.
Von der Leyen e il ricatto
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ricevendo oggi un dottorato onorario alla Università di Beer Sheva (Negev) ha parlato degli scorsi tagli alle forniture: «Il Cremlino ha sfruttato la nostra dipendenza dalle energie fossili russe per ricattarci. E dall'inizio della crisi la Russia ha tagliato intenzionalmente le forniture di gas alla Polonia, alla Bulgaria, alla Finlandia e a compagnie olandesi e danesi in ritorsione contro il nostro sostegno all'Ucraina».
Sugli ammanchi tedeschi pesa anche il rifiuto dell’Olanda di pagare con i conti in rubli, come stanno facendo altre compagnie tedesche e l’italiana Eni. Il calo infatti, riporta Staffetta Quotidiana, è partito già la settimana scorsa. Lo ha riferito l’autorità per l’energia tedesca.
A breve ci sarà un viaggio del presidente italiano Mario Draghi, del cancelliere Olaf Scholz e del presidente Emmanuel Macron a Kiev in cui si parlerà dell’adesione dell’Ucraina all’Unione europea.
Per la presidente von der Leyen «il comportamento del Cremlino non farà che rafforzare la nostra determinazione a liberarci dalla dipendenza dalle energie fossili russe».
Agli ammanchi russi si sommano i disguidi americani, ovvero lo stop di un impianto di liquefazione. Freeport Lng ha fatto sapere che la riparazione richiederà almeno tre mesi e che «in questo momento, il completamento di tutte le riparazioni necessarie e il ritorno alla piena operatività dell'impianto non è previsto fino alla fine del 2022».
Intanto il costo del gas ha ripreso a salire. Il prezzo del gas in Europa ha registrato un netto rialzo: ad Amsterdam le quotazioni salgono a 91 euro al MWh (+9,1 per cento).
© Riproduzione riservata