- Il presidente del consiglio durante la conferenza stampa ha detto di puntare sui giacimenti israeliani: «Vogliamo ridurre la nostra dipendenza dal gas russo e accelerare la transizione energetica verso gli obiettivi climatici che ci siamo dati», senza specificare la strategia.
- Il gasdotto EastMed non sarerebbe pronto prima del 2027 e Eni fa pressioni per l’alternativa offerta dai liquefattori egiziani: «È plausibile affermare che vi sono delle alternative che potrebbero essere più economiche e arrivare in esercizio in un tempo molto più rapido di quello che si immagina», ha detto Pistelli.
- Lo scorso febbraio l’Egitto si è accordato con Israele per un gasdotto che punti direttamente agli impianti di liquefazione egiziani. Bennett è favorevole a prescindere: «Israele vuole aiutare Unione europea e Italia producendo gas naturale e queste sono ottime notizie per il mondo».
Il presidente del consiglio Mario Draghi è in Israele, e ha chiarito ancora una volta che punta al metano dei grandi giacimenti del Mediterraneo orientale, ma ancora non si espone sul gasdotto EastMed, mentre Eni spinge per la soluzione alternativa: passare dai liquefattori dell’Egitto.
La conferenza stampa
In mattinata si è svolta la conferenza stampa di Draghi con il primo ministro Naftali Bennett. «Sono molto felice di essere qui oggi e ringrazio il presidente Herzog e il mio caro amico Naftali Bennett per l’invito e la calorosa accoglienza» ha esordito il presidente italiano. «Voglio prima di tutto dire che è stata una grande emozione visitare stamattina il memoriale di Yad Vashem».
L’Italia «è impegnata con la massima determinazione a contrastare l’antisemitismo, in tutte le sue forme» e, ha aggiunto, «a difendere i valori fondanti della nostra Repubblica e dell’Unione Europea: pace, fratellanza, tolleranza».
I rapporti con Israele, ha raccontato Draghi, sono stretti e si sono rafforzati ulteriormente negli ultimi anni in ambito sanitario, economico, commerciale.
«Dall’inizio della pandemia, c’è stato un continuo scambio di informazioni tra i nostri governi, per migliorare le nostre strategie di vaccinazione e di contenimento dei contagi».
Poi ha toccato il tema dell’energia: «Sul fronte energetico, lavoriamo insieme nell’utilizzo delle risorse di gas del Mediterraneo orientale e per lo sviluppo di energia rinnovabile», ma non ha citato il gasdotto EastMed (detto anche Poseidon) che dovrebbe partire dai grandi bacini levantini e arrivare fino in Italia: «Vogliamo ridurre la nostra dipendenza dal gas russo e accelerare la transizione energetica verso gli obiettivi climatici che ci siamo dati», sul tavolo c’è anche l’ipotesi del gas naturale liquefatto.
Intanto ha condiviso con Israele la strategia europea per l’Ucraina. Draghi si prepara a recarsi a Kiev insieme al cancelliere Olaf Scholz e al presidente francese Emmanuel Macron. A quanto riporta Repubblica, il viaggio dovrebbe svolgersi giovedì, e con il primo ministro Bennett il presidente del consiglio ha ribadito che l’Italia «sostiene e continuerà a sostenere in maniera convinta l’Ucraina, il suo desiderio di far parte dell’Unione Europea».
Con Bennett ha discusso anche dell’emergenza grano: «Abbiamo pochissimo tempo, perché tra poche settimane il nuovo raccolto sarà pronto e potrebbe essere impossibile conservarlo».
Il gas
Sul metano, Israele non esclude nulla, ma si prepara a fare la sua parte. «Mario amico mio», ha detto il primo ministro Bennett, «Israele vuole aiutare Unione europea e Italia producendo gas naturale e queste sono ottime notizie per il mondo». A differenza che negli incontri dell’esecutivo italiano con i governi africani, non sono emersi ulteriori dettagli sulla strategia.
Eni, intanto, nell’ambito della discussione sul EastMed che si sta svolgendo in parlamento, ha fatto sapere che non trova conveniente l’ipotesi del gasdotto. L’infrastruttura non sarebbe operativa prima del 2027 e di recente Lapo Pistelli, responsabile Affari pubblici Eni si è detto a sfavore del progetto, in primo luogo proprio per i tempi di realizzazione previsti.
Sul fronte economico ha detto poi che «è plausibile affermare che vi sono delle alternative che potrebbero essere più economiche e arrivare in esercizio in un tempo molto più rapido di quello che si immagina» per l'entrata in esercizio del gasdotto e ha proposto piuttosto l’ampliamento dei liquefattori esistenti in Egitto, Idku e Damietta, un’area dove Eni si occupa anche di estrarre metano.
Lo scorso febbraio l’Egitto si è accordato con Israele per un gasdotto che punti direttamente agli impianti di liquefazione egiziani, una situazione che favorirebbe le esportazioni e che piace anche all’Eni.
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