- Il consigliere regionale Gianmarco Senna ha annunciato l’addio al partito di Salvini per entrare nel Terzo Polo, e quindi sosterrà Letizia Moratti alle prossime elezioni regionali.
- Questa fuoriuscita è un segnale d’allarme per Fontana e potrebbe non essere l’ultima. Molti leghisti ed ex leghisti, infatti, stanno guardando a Moratti, anche se le sue chances di vittoria sono pochissime.
- L’obiettivo, infatti, non è tanto far vincere Moratti quanto far perdere la Lega di Salvini nella sua regione simbolo, velocizzando l’implosione della sua segreteria.
Non c’è pace per la Lega in Lombardia. Il consigliere regionale Gianmarco Senna, infatti, ha annunciato l’addio al partito di Salvini per entrare nel Terzo Polo, che così costituirà un gruppo in regione grazie alla presenza di tre consiglieri in questo ultimo scampolo di legislatura.
L’addio di Senna, sebbene la notizia circolasse già da qualche giorno, è un segnale d’allarme per il presidente uscente e ricandidato, Attilio Fontana. Con il passaggio al Terzo Polo, infatti, Senna sosterrà la sua antagonista Letizia Moratti nella corsa al Pirellone, portando in dote un pacchetto di voti pesante. Senna, infatti, alle elezioni del 2018 fu il candidato più votato a Milano e la Lega aveva ragionato sul suo nome anche per la candidatura a sindaco del capoluogo.
Simbolicamente, però, questa fuoriuscita pesa doppio: Senna, infatti, è un amico di lunga data del segretario Matteo Salvini e in passato è stato socio della ex moglie Giulia Martinelli, che è anche la caposegreteria di Fontana ed è considerata la vera donna forte della Lega in Regione. Attraverso lei, Salvini ha sempre potuto tenere d’occhio quel che avveniva in regione Lombardia.
L’esodo leghista in direzione di Moratti, inoltre, potrebbe non fermarsi qui. Da settimane, infatti, nelle padanissime provincie di Bergamo e Brescia si parla di alcuni esponenti locali tentati dall’addio alla Lega per sostenere Moratti. Tra questi, ci sarebbe anche l’ex parlamentare e presidente del Copasir, Raffaele Volpi. Con l’ex sindaca di Milano, inoltre, stanno già cercando l’accordo anche gli ex leghisti del Comitato Nord di Gianni Fava e Davide Boni che coordina il movimento Grande Nord, che in dote porterebbero anche amministratori locali ed esponenti di liste civiche.
Prima della discesa in campo a sinistra di Pierfrancesco Majorino - che ha praticamente azzerato le possibilità di vittoria di Moratti - si discuteva addirittura di una lista civica a sostegno della ex sindaca di MIlano composta solo da ex leghisti.
Il crollo nei sondaggi
Se la vittoria di Fontana è data per certa, tuttavia, la Lega lombarda è in grossa difficoltà e con lei il segretario Salvini. Fratelli d’Italia, capitanati dalla coordinatrice e ministra per il Turismo, Daniela Santanchè, si stanno preparando a confermare il raddoppio di FdI sulla Lega nella sua regione simbolo, come già successo alle politiche. «Credo che Fdi nella prossima Giunta, nel prossimo Consiglio, avrà i numeri dalla sua parte», ha detto la ministra senza usare parafrasi. Il partito di Giorgia Meloni non ha voluto mettere in discussione la regola del secondo mandato per il governatore uscente, ma intende portare nel prossimo consiglio regionale tutto il suo peso elettorale e influenzare di conseguenza la gestione della locomotiva d’Italia.
Per questo la Lega in Lombardia sta provando a correre ai ripari, con i suoi eletti in prima fila a ogni inaugurazione e taglio di nastri. I sondaggi sono allarmanti e il timore è quello di un flop elettorale. Per questo un addio come quello di Sanna, per quanto atteso, ha l’effetto di un avviso ai naviganti. Il calo del partito di Salvini sembra inarrestabile anche a livello nazionale, con l’ultimo sondaggio di Swg che lo colloca al 7,6 per cento, più di un punto sotto il magro risultato delle politiche e scavalcato anche dal Terzo Polo, al 7,9.
«Se crolla la Lombardia crolla anche la segreteria di Salvini», è il pronostico che si sente ripetere più spesso tra chi non ama il segretario. Per molti leghisti, infatti, l’obiettivo non è tanto quello di far vincere Moratti, quanto quello di far perdere Salvini nella competizione interna al centrodestra. Del resto, le federazioni locali sono in agitazione, il primo congresso a Bergamo ha dato come esito la vittoria di un segretario apertamente anti-salviniano e la resa dei conti anche negli altri territori del nord sembra sempre più vicina.
© Riproduzione riservata