La risposta arriva a un’interrogazione di Fratelli d’Italia. Nel testo si chiede anche come mai il governo non abbia già proceduto allo scioglimento del partito: «È una questione di estrema delicatezza»
La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha detto che fermare Giuliano Castellino, il leader partito neofascista Forza Nuova, prima dell’attacco alla Cgil non è stato ritenuto possibile: «Un intervento coercitivo in un contesto di affollamento presentava l’evidente rischio di provocare reazioni violente da parte dell’interessato e dei sodali», creando «problemi all’ordine pubblico». Lo ha detto alla Camera rispondendo a un’interrogazione di Fratelli d’Italia. «La scelta di precedere coattivamente nell'immediatezza nei suoi confronti non è stata ritenuta percorribile da parte delle autorità di pubblica sicurezza e da parte dei responsabili dei servizi di sicurezza che erano nella piazza».
Prima si è associata «alla condanna» di quanto avvenuto e ha espresso la solidarietà alla Cgil «per il vile assalto» di Forza Nuova. Sullo scioglimento del partito e delle altre associazioni a carattere eversivo ha ribadito che il governo aspetterà la magistratura e il parlamento: «È una questione di estrema delicatezza».
La leader di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni, ha accusato la ministra: «Lei viene qui e ci dice che sapeva e non ha fatto nulla». Poi ha aggiunto: «Noi siamo lontani anni luce da Forza Nuova». Il partito, ha proseguito, «è proficuo per un governo che può far finta di non vedere, il regime siete voi». Un termine diffusissimo nelle chat di no vax e no green pass.
L’interrogazione
Fratelli d’Italia, dove siede anche Giorgia Meloni, ha chiesto alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese di spiegare come sia stato possibile l’assalto alla Cgil del 9 ottobre, la partecipazione dei vertici di Forza Nuova e come mai il governo non abbia già sciolto il partito di estrema destra. Da giorni, Fratelli d’Italia si è detto contrario alla mozione del Pd per lo scioglimento del movimento di estrema destra e ha ribadito che non parteciperà alla manifestazione antifascista della Cgil, chiedendo invece che si esprima l’esecutivo. Il testo è stato firmato da tutti i deputati del gruppo e vede come primi firmatari il capogruppo, Francesco Lollobrigida, e Meloni che ha presentato l’interrogazione in Aula.
La manifestazione
Stamattina si è svolto il comitato per la sicurezza che dovrebbe portare a una stretta sui cortei. Nel testo si ricordano i passaggi delle violenze dei gruppo di No vax e No pass guidato dai leader di Fn, Roberto Fiore e Giuliano Castellino.
Per Fratelli d’Italia «desta sconcerto che tale specifico assalto fosse stato annunciato addirittura dal palco diverso tempo prima» e «che i manifestanti abbiano avuto tempo di percorrere ben due chilometri che li separavano dalla piazza alla sede della Cgil senza che alcuno intervenisse». Secondo il partito di Meloni è poco chiaro come sia stata possibile la partecipazione dei leader di Forza Nuova, Castellino e Fiore (non specificamente nominati), «già sottoposti alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno», con «la prescrizione di non partecipare alle manifestazioni pubbliche senza l'autorizzazione», e già indagati per le violenze scatenate nel corso delle manifestazioni di protesta contro il green pass organizzate a Roma il 24 luglio e il 14 e 28 agosto scorsi.
Lamorgese ha specificato che darà ulteriori informazioni sulla dinamica dell’attacco durante le audizioni che si svolgeranno martedì 19.
Lo scioglimento
Fratelli d’Italia continua a battere sulla responsabilità del governo di intervenire: «La normativa vigente offre tutti gli strumenti necessari per procedere allo scioglimento sia delle Associazioni sovversive, dirette e idonee a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici o sociali costituiti nello Stato ovvero a sopprimere violentemente l'ordinamento politico e giuridico dello Stato», e per la «riorganizzazione del disciolto partito fascista». Per questo, aveva chiesto come mai «il governo non abbia proceduto allo scioglimento di organizzazioni sovversive come indicato dalla normativa vigente, in modo da garantire la sicurezza della nostra Repubblica, la tutela delle forze dell’ordine e dei cittadini che democraticamente legittimamente manifestano il loro dissenso rispetto a provvedimenti del Governo».
Lamorgese ha controbattuto: «È doveroso evidenziare come si tratti di un tema di eccezionale rilevanza politico-giuridica e di estrema complessità e delicatezza. Lo testimonia peraltro la limitata casistica applicativa della legge legge Scelba». La questione «è attualmente alla particolare attenzione del governo, la cui azione collegiale potrà indirizzarsi anche sulle basi della valutazione della magistratura nonché delle indicazioni del parlamento a seguito della mozione già calendarizzata», che alla Camera vede uniti Partito democratico, Liberi e Uguali, Movimento 5 stelle e Italia Viva. Al Senato ne sono state presentate quattro, tutte d’accordo sullo scioglimento.
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