Un’amicizia con un pregiudicato potrebbe già bastare. Ma nelle chat pubblicate da Repubblica tra Paolo Signorelli – portavoce del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – e Fabrizio Piscitelli detto “Diabolik” – il capo ultras della Lazio, estremista di destra e trafficante di droga ucciso a colpi di pistola il 7 agosto del 2019 – c’è di più. Signorelli, che nel frattempo si è autosospeso, è molto vicino ad Arianna Meloni, sorella della presidente del consiglio e moglie del ministro, già portavoce del capogruppo di Fd’I alla Camera Tommaso Foti e assunto nello staff di Lollobrigida dopo le polemiche per il “caso Frecciarossa”.

Antisemitismo, nostalgie fasciste a fascino per altri esponenti della galassia criminale romana. Le conversazioni emerse nell’ambito delle inchieste per l’omicidio di “Diabolik” mettono in imbarazzo direttamente il ministro, cognato e braccio destrissimo della premier.

Antisemitismo, neofascismo e criminalità romana

«Mortacci loro e degli ebrei». Così Signorelli rispondeva a un post di Piscitelli sui soldati nazisti morti in carcere dopo essere stati catturati dagli Alleati, durante la seconda guerra mondiale. L’antisemitismo è uno dei fil rouge che lega i due. «Mica è colpa nostra se i romanisti sono ebrei», dice Diabolik in una nota audio. «Tutti ebrei», risponde il portavoce del ministro.

E ce n’è anche per Gad Lerner: «Quell’ebreo di Gad Lerner...». «Cosa ha detto quel porco?», risponde Signorelli. L’occasione è la posizione critica nei confronti della galassia ultras assunta dal giornalista dopo la morte nel dicembre 2018 di Daniele Belardinelli, tifoso dell’Inter rimasto vittima negli scontri con i supporter del Napoli a Milano.

Ultras, neofascismo, criminalità: un trinomio che ha caratterizzato tutta la vita di “Diabolik”, un mix che spiega bene anche i rapporti con il portavoce di Lollobrigida. I due si conoscono per la comune passione calcistica – la Lazio – e, per osmosi, anche per la comune frequentazione degli ambienti dell’estrema destra romana. Piscitelli è stato uno dei storici capi ultras della Lazio, e la bandiera con il suo simbolo sventola a ogni partita nelle curve nord dell’Olimpico e di San Siro, lato Inter, storicamente gemellati con i tifosi biancocelesti. Signorelli all’epoca era speaker di una delle radio sportive della capitale.

Quando i due parlano dei neofascisti degli anni Settanta e Ottanta, tra i più sanguinari degli “anni di piombo”, Signorelli scrive: «Onore a loro». Nei messaggi tra i due vengono esplicitamente citati Valerio Fioravanti, Pierluigi Concutelli, Luigi Ciavardini e Mario Tuti. Ma anche il nonno di Signorelli, anche lui Paolo. Paolo Signorelli senior è stato spesso definito «l’ideologo del terrorismo neofascista», tra i fondatori di Ordine nuovo. 

Nelle chat ci sono poi i racconti di riti pagani, perché – spiega Diabolik – «i fascisti e i nazisti sono pagani». «A me lo dici? Io festeggio il solstizio, viva il paganesimo», risponde il portavoce di Lollobrigida. «Nonno era pagano convinto – continua –. Mia zia si è sposata due mesi fa con rito pagano. Bellissimo. Tutte poesie e riti vari, incensi, cerchi magici, fuoco rivolti al sole. È stato bello». «E dove?», domanda Diabolik. «Sulla cima del monte Soratte, tutti là siamo andati. Ci stava pure il Ciavarda (l’ex Nar Ciavardini, ndr) si è divertito, anche se lui è molto cattolico». Il monte Soratte non è un posto a caso, perché è il luogo dove Mussolini fece costruire il suo bunker.

Ci sono poi le fascinazioni per la galassia criminale romana. Quando la procura di Roma ha assolto Elvis Demce, ultras della Lazio e uno degli uomini più violenti di Piscitelli, Signorelli esulta. Demce negli anni subirà diverse condanne per traffico di droga e tentato omicidio, l’ultima lo scorso gennaio.

L’autosospensione di Signorelli

Nel frattempo, Signorelli si è autosospeso dal suo ruolo: «Tengo a precisare di non ricordare la conversazione in oggetto. Ritengo altresì doveroso sottolineare quanto mai distanti da me, dal mio pensiero e dal mio sentire, siano i gravi contenuti di quella conversazione. In attesa di chiarire la vicenda, ho comunicato la mia autosospensione, con effetto immediato, dall'incarico di capo ufficio stampa», si legge in una nota. 

«Per come ho conosciuto Paolo Signorelli in questi due anni, sono certo sia distante anni luce da quanto riportato nella conversazione e confido possa smentirla al più presto», ha dichiarato Lollobrigida.

Le reazioni

Le prime prese di posizione alle chat rivelate da Repubblica sono arrivate dall’opposizione. Il responsabile Esteri del Partito democratico, Peppe Provenzano, ha denunciato: «Tra elogi all’eversione nera e altre indegne affermazioni, emerge un rigurgito razzista che non può avere spazio nella Repubblica fondata sulla costituzione antifascista. Questo personaggio non può rimanere un solo minuto in un posto di responsabilità istituzionale. Mai abbassare la guardia sull’antisemitismo e qualsiasi altra forma di odio razziale».

Stessa posizione da parte di Sandro Ruotolo, altro componente della segreteria dem: Paolo Signorelli «non può restare un minuto di più al suo posto. La sua cultura e il suo modo di pensare sono stati sconfitti il 25 aprile di 79 anni fa». Per Carlo Calenda «se questo governo non si ripulisce da questa schiuma nazifascista farà una brutta fine».

Ma voci critiche si sono alzate anche dalla stessa maggioranza di governo. Il vicepresidente leghista del Senato e già ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, ha detto ad Affaritaliani: «Se le frasi riportate sono quelle, sarebbero molto gravi. Su cosa fare ci deve pensare il ministro. Il ruolo di portavoce è un ruolo fiduciario con il ministro». Da Fratelli d’Italia, per ora, tutto tace.

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