- Durante la discussione del ddl Bilancio è stato approvato un emendamento che elimina la possibilità di finanziare progetti di stoccaggio del carbonio. Per la prima firmataria De Petris (LeU) «avvantaggiano le fonti fossili».
- Il Pd si astiene e il senatore Collina si dichiara dispiaciuto: «L'altra parte della transizione ecologica e produttiva di Ravenna sta nella cattura della CO2 portata avanti da Eni».
- La Lega vota contro l’abolizione dei finanziamenti. Girotto (M5s): «Questo è un governo di emergenza, ci siamo dentro obtorto collo e ci opporremo a chi vuole attuare politiche secondo noi scorrette».
Il fondo per la transizione industriale da 150 milioni di euro contenuto nel disegno di legge di bilancio non potrà più finanziare lo stoccaggio della CO2, un flusso di denaro che secondo gli ambientalisti avrebbe potuto avvantaggiare Eni. Il Movimento 5 stelle e Liberi e uguali hanno presentato un emendamento al disegno di legge che ha eliminato questa possibilità. Il testo, approvato in commissione nella notte, ha previsto che siano soppresse le parole che includevano «la cattura, il sequestro e il riutilizzo della CO2».
L’emendamento prevede inoltre che ciascun intervento non potrà ricevere più del 5 per cento del fondo e le «agevolazioni alle imprese» verranno destinate solo alle aziende «che intendono attuare la completa decarbonizzazione del processo produttivo».
La prima firmataria è stata la senatrice di LeU, Loredana De Petris, insieme a lei altri senatori di Liberi e Uguali e il presidente della commissione Industria, Gianni Girotto, che coordina il comitato sulla Transizione ecologica del Movimento su mandato di Giuseppe Conte.
Il testo della legge di bilancio approvato in commissione Bilancio adesso dovrà andare in Aula a Palazzo Madama e dopo alla Camera per l’approvazione definitiva.
La Lega vota contro, il Pd si astiene
Luca Iacoboni di Greenpeace rispondendo a Domani appena arrivato il testo al vaglio del Senato aveva sottolineato che «l’unica compagnia che ha presentato un progetto è Eni, che vuole usare così i giacimenti dismessi di Ravenna per produrre idrogeno blu da metano».
La stessa opinione della senatrice De Petris: «Finora non è stata dimostrata la bontà di queste tecnologie, e non è nemmeno chiaro se siano sicure, ma di certo avvantaggiano le fonti fossili». La senatrice ricorda inoltre che di recente la commissione Europea ha escluso il progetto Eni tra quelli che possono essere finanziati dal Fondo per l'Innovazione.
Il fondo della legge di bilancio sarà amministrato dal ministero dello Sviluppo retto da Giancarlo Giorgetti. Interpellato da Domani, il ministro non aveva commentato su quali fossero le reali intenzioni del Mise, quello che è certo è che la Lega ha votato contro l’abolizione dei finanziamenti.
Il Movimento 5 stelle è pronto a fare da opposizione interna alla maggioranza: «Non siamo contrari in senso assoluto allo stoccaggio, non ci opponiamo a prescindere, il denaro pubblico va destinato ai migliori progetti costi-benefici e sono rinnovabili ed efficienza», dice Girotto, che continua a portare avanti la linea pentastellata divergente anche rispetto a quella del ministro dello Sviluppo, Roberto Cingolani, che in un primo momento veniva individuato come gradito allo stesso Beppe Grillo.
«Analizzeranno l’impatto dello stoccaggio. Finora i progetti sono stati un buco nell’acqua. La tassonomia – ovvero la lista europea delle fonti ritenute sostenibili, ndr - si esprimerà su tutte le tecnologie, ma noi continuiamo a dire niente gas, niente nucleare e niente stoccaggio della CO2».
Sull’ambiente aggiunge riferendosi alla Lega, «è normale che abbiamo pensieri diversi»: «Questo è un governo di emergenza, ci siamo dentro obtorto collo e ci opporremo a chi vuole attuare politiche secondo noi scorrette». Matteo Salvini infatti continua a portare avanti l’ipotesi di avvantaggiare gas e nucleare come risposta all’aumento dei prezzi dell’energia.
La linea di M5s e LeU è diversa anche da quella del Partito democratico, che si è astenuto. «Non do dei giudizi, ognuno trarrà le proprie considerazioni» commenta Girotto, per De Petris «avranno dei problemi a Ravenna».
Stefano Collina, deputato dem eletto proprio nel ravennate, ha pubblicato un comunicato per dimostrare il suo dispiacere: «Di fatto ostacola gli investimenti a Ravenna sulla cattura della CO2. Il Partito Democratico si è astenuto. Essere contro la cattura dell'anidride carbonica in Italia significa essere contro il polo tecnologico-energetico di Ravenna».
Collina è capogruppo dem in commissione Industria e ha difeso l’operato di Eni: «L'altra parte della transizione ecologica e produttiva di Ravenna sta nella cattura della CO2 portata avanti da Eni, che consente di trattenere sul territorio il know how tecnologico e ingegneristico patrimonio del polo ravennate».
Il senatore si è schierato anche a favore del metano: «Il recente rilascio del permesso di estrazione che garantirà lavoro fino al 2035 nel settore storico del gas – ha proseguito -, oggi si accoppia con la realizzazione delle scelte del futuro, attraverso il progetto già avviato Agnes dell'eolico off-shore».
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