L’indagine sugli appalti pilotati ad Anas diventa subito un caso politico. Pd, M5Stelle, la Sinistra e i Verdi chiedono un’informativa urgente al ministro
«Nel rispetto della presunzione d’innocenza…». L’indagine che ha condotto ai domiciliari Tommaso Verdini, figlio di Denis, a sua volta indagato nell’inchiesta sulle commesse di Anas, deflagra alla Camera, dove è in corso la discussione finale sulla manovra.
I deputati di opposizione attaccano a testa bassa Matteo Salvini, sia nella sua veste di ministro dei Trasporti sia di segretario della Lega. E, di rimbalzo, in qualità di compagno dell’altra figlia di Denis Verdini, Francesca: uno scandalo che ha un impatto anche sul piano personale.
Nel mirino le intercettazioni in cui gli indagati, e in particolare Fabio Pileri, socio di Verdini junior nella società di consulenza Inver, vantavano entrature nella Lega e nel governo per pilotare gli appalti di Anas. Le accuse sono corruzione e turbativa d'asta.
Nelle intercettazioni compare più volte il nome del sottosegretario leghista Federico Freni: «Si è messo a disposizione» dice di lui ad esempio Fabio Pileri. Lo stesso a dire che «c’è un accordo con quelli della Lega di futura collaborazione con Matteo e con noi tramite Freni». Freni non è indagato e si è dichiarato estraneo ai fatti.
Il sistema
Per i pm Pileri-Verdini «riceve da un gruppo di imprenditori somme di denaro, camuffate sotto forma di compensi per consulenze fittizie asseritamente prestate dalla società Inver alle aziende a loro riconducibili, ovvero in contanti, allo scopo di avvicinare i dirigenti Anas, acquisire dagli stessi informazioni riservate su procedure di gara in corso di pubblicazione o di svolgimento». Soldi in cambio di informazioni, grazie a «pubblici ufficiali che mettono a disposizione le funzioni rivestite all’interno di Anas per favorire gli imprenditori segnalati da Verdini-Pileri». Pubblici ufficiali a loro volta «ricompensati con segnalazioni e raccomandazioni presso organi di vertice politico o istituzionali che ne favoriscano il ricollocamento in posti apicali in Anas».
Dopo le perquisizioni del luglio 2022, tutto si era congelato, fino alle elezioni dell’autunno successivo. Nessun imprenditore era più disposto a incontrare i Verdini finché non arriva il nuovo governo. «Guarda caso stasera è arrivato l’invito a cena… Guarda caso arrivano dopo che Salvini si è insediato! Che tempistica ragazzi!».
«Salvini riferisca»
«Chiediamo un’informativa urgente del ministro Salvini – ha detto Federico Cafiero de Rhao (M5s) – per riferire sul sistema di consulenza e appalti pubblici banditi da Anas, indagini che hanno coinvolto Tommaso Verdini. È gravissimo quanto sta accertando la procura di Roma».
Per Debora Serracchiani (Pd) «la vicenda giudiziaria avrà il suo corso, ma ancora nessuno del governo ha smentito quanto appare negli articoli. C'è la necessità di dare trasparenza. Chiediamo un intervento del governo, che smentisca ed elimini le ambiguità».
Anche Angelo Bonelli di Verdi-Sinistra, come gruppo, ha chiesto «un’informativa in Aula urgente di Salvini».
In soccorso del ministro arriva Enrico Costa di Azione: «Non dobbiamo portare avanti lo schema delle informative a gettoni. Le inchieste vadano avanti, ma non è che dall'inizio di una inchiesta si interessa anche il Parlamento».
Richieste accolte dalle proteste dei colleghi seduti ai banchi della maggioranza.
Inevitabile che il profilo giudiziario dilaghi sul piano politico in una vicenda che lambisce il governo e ha ad oggetto gli appalti della società pubblica. Anche perché i fatti contestati sono recenti. Nell’ordinanza la gip Ciranna specifica che «gli indagati hanno agito con grande spregiudicatezza. I fatti sono gravi ed attuale è il pericolo di reiterazione del reato. Le condotte sono avvenute in epoca recente, nell'estate/autunno del 2022 e si sono protratte fino ad aprile/maggio del 2023 (epoca a cui risalgono gli ultimi pagamenti alla Inver dei fittizi incarichi di consulenza)».
«Nonostante le indagini in corso e le perquisizioni del luglio dello scorso anno – sottolinea la gip – gli imprenditori hanno continuato a coltivare e sostenere il rapporto illecito con i Verdini e di conseguenza con i pubblici ufficiali confermati in Anas, limitandosi ad accorgimenti formali e documentali».
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