In un’intervista, Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha annunciato l’intenzione del partito di mettere mano alla Costituzione nel punto in cui prevede la preminenza del diritto comunitario su quello italiano
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, ha proposto oggi in un’intervista di cambiare la Costituzione nel punto in cui prevede che il diritto italiano sia subordinato a quello comunitario.
«La sovranità del diritto Ue va rivista: discutiamone» ha detto a Repubblica. Il riferimento di Lollobrigida è all’articolo 11 della Costituzione, che prevede che la sovranità nazionale sia limitata per dare margine di manovra a organizzazioni sovranazionali.
L’Italia, recita l’articolo, «consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
La regola
Da qui discende la regola generale che le leggi promulgate dallo stato devono essere in accordo con le norme europee.
Ulteriore conferma arriva negli articoli 117, dove si specifica che «la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali», e nel 119, che riguarda la sfera economica: «I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea».
In ogni caso, la Corte costituzionale ha a disposizione uno strumento da utilizzare per tutelare i valori fondanti della Costituzione nel caso in cui una norma europea sia chiaramente in contrasto con essi.
I tecnici parlano di “controlimiti” per indicare il possibile intervento della Corte costituzionale sulla legge di ratifica dei Trattati, se le norme europee dovessero porsi in contrasto con i principi fondamentali o i diritti inviolabili della persona.
Gli altri paesi europei
Secondo Lollobrigida, il principio di preminenza è in discussione in tutta Europa, quindi l’idea di metterla in discussione non sarebbe un unicum. «Il principio della sovranità del diritto comunitario su quello nazionale è oggetto di dibattito anche in altri paesi. In Germania la Corte costituzionale ha affermato che, fra i due sistemi normativi, prevale sempre quello che più tutela la popolazione tedesca. È un concetto che dovrebbe essere oggetto di riflessione. Anche perché nessuno pensa più, alla luce degli ultimi eventi, che l'Europa sia perfetta».
Il riferimento è ai ricorsi contro i programmi europei di acquisto titoli di stato lanciati dall’Ue promossi soprattutto da euroscettici tedeschi. I ricorsisti lamentano il rischio che le operazioni della Bce mettano a rischio il nucleo di argomenti su cui lo stato nazionale ha diritto esclusivo di decidere.
Anche in Polonia, negli ultimi anni, la Corte costituzionale ha dichiarato la superiorità del regime giuridico nazionale su quello europeo con la sentenza nota con il nome di Polexit.
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