Il fondatore, in rotta con l’ex premier, posta una storia su Whatsapp in cui condivide il suo commento alle regionali liguri, finite malissimo per il Movimento. Il garante non sarebbe nemmeno andato a votare
«Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo». Con queste parole, Beppe Grillo commenta nelle storie di WhatsApp la fotografia di un lupo. È la prima dichiarazione pubblica del fondatore del Movimento 5 stelle del risultato delle elezioni regionali in Liguria dopo la sconfitta di Andrea Orlando: il voto ha portato il Movimento a un risultato devastante: i Cinque stelle hanno preso appena il 4,8 per cento, arrivando quarti dietro Pd, Avs e lista civica a sostegno di Orlando.
Non è difficile cogliere nella frase di Grillo il riferimento allo scontro con Giuseppe Conte, che aveva già sconfessato sabato scorso, prima del voto, rivendicando il diritto all’«estinzione» del Movimento. Nel video in cui commentava la decisione dell’ex premier di non rinnovare il contratto di consulenza dal 300mila euro tra il garante e il partito per consulenze in fatto di comunicazione, Grillo era stato durissimo con Conte, spiegando che dal suo punto di vista l’esperienza del M5s è da considerarsi conclusa.
Le parole di Conte
«Non ci nascondiamo dietro un dito: un risultato deludente, al di sotto delle aspettative» confessa invece Conte in una nota diffusa oggi. «Una responsabilità che ci conferma l'assoluta necessità di rifondare il Movimento ripartendo dalle attività di radicamento sui territori». Per l’ex premier si tratta di un problema a cui il partito sta cercando di porre rimedio anche con il processo della costituente in programma per fine novembre, «proprio perché ha colto la necessità di un autentico rilancio».
Ma parte subito anche il contrattacco. Tra le righe si legge il riferimento a Italia viva, che ha rivendicato ieri sera come i consensi che raccolgono i renziani avrebbero fatto la differenza nel risultato del centrosinistra: «La sconfitta di Andrea Orlando è solo colpa di Giuseppe Conte» ha detto Maria Elena Boschi, «alle Europee la nostra lista ha preso 23.400 preferenze. Matteo Renzi ha preso 6.500 preferenze e Raffaella Paita oltre 4mila. Con Italia Viva in coalizione il centrosinistra avrebbe vinto».
Durissima la replica di Conte: «A fronte di tutto questo non ci turbano le uscite di chi, in questi minuti, prova a ridurre la politica a una fredda questione di numeri. Lascino da parte le calcolatrici: ipotizzare fantasiose alleanze con Renzi e i suoi epigoni avrebbe solo fatto perdere ancor più voti al M5S».
L’alleanza, continua Conte, è prova del fatto che «non si può barattare la credibilità di un progetto politico con gli interessi di qualche gruppo di potere pronto a spostare il proprio pacchetto di voti alla corte del miglior offerente».
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