«La democrazia è, prima di tutto, conoscenza. È il contesto nel quale avviene il confronto fra le idee e si esercita il diritto a manifestarle e testimoniarle. Alla libertà di opinione si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e realtà»: comincia così il discorso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia del Ventaglio al Quirinale, il tradizionale scambio di saluti con i giornalisti della stampa parlamentare in vista della pausa estiva.

La libertà di stampa

Mattarella ha subito posto l’attenzione sul valore della libertà di stampa, di informazione e di opinione come elementi fondanti uno stato democratico e come momento vitale di una democrazia che funziona. «Il ringraziamento più intenso riguarda il prezioso e talvolta non facile compito di seguire e interpretare il mondo delle istituzioni e della politica, dandone notizia ai cittadini, esprimendo opinioni, suggerimenti, critiche che - non va mai dimenticato - sono essenziali nella vita democratica». 

Il capo dello stato ha poi richiamato i problemi che la libertà di stampa può incontrare anche in un sistema democratico: «Le preoccupazioni e gli interrogativi che lei ha presentato sono comprensibilmente numerosi - ha detto rivolgendosi al presidente dell'Asp, Adalberto Signore -. Anzitutto quello sulla libertà di informazione. Nella società dell'informazione globale è del tutto superfluo richiamare l'importanza e il valore che l'informazione riveste per il funzionamento della democrazia e per un'efficace tutela del sistema delle libertà». 

Il presidente ha proseguito facendo un richiamo alla legge Gonella «che ha istituito l'Ordine dei giornalisti» ed è un esempio «pregevole» del dovere dei giornalisti di agire «contro le adulterazioni della realtà». «È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall'osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede». 

La violenza non più soltanto verbale

Ha anche definito «inquietante» il «diffondersi di una sub cultura che si ispira all'odio. Una violenza che da verbale diventa frequentemente fisica», richiamando anche recenti eventi molto violenti che si sono verificati in diversi contesti fra cui l’attentato all’ex presidente Donald Trump, quello al presidente slovacco Robert Fico, quello subito dall'ex sindaca di Berlino Franziska Giffey e anche quello al marito di Nancy Pelosi.

Ha poi fatto riferimento ai recenti fatti avvenuti a Torino, in cui un giornalista de La Stampa, Andrea Joly, è stato aggredito da alcuni militanti di Casapound. «Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l'informazione è esattamente questo, come anche a Torino nei giorni scorsi: documentazione di ciò che avviene, senza obbligo di sconti». E continua: «Per citare ancora una volta Tocqueville, “democrazia è il potere di un popolo informato”, ecco perché ogni atto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo contro la Repubblica».

L’attualità 

Il presidente si è poi concentrato su alcuni temi di attualità, cominciando con il conflitto in Ucraina: «Alla Nato la Federazione Russa ha regalato un rilancio imprevedibile di ruolo e di protagonismo. Chi non ricorda le parole di più di uno, tra capi di Stato e di governo della Nato che, appena tre anni fa, la definivano in stato di accantonamento, per usare un termine davvero riduttivo rispetto alle espressioni adoperate?». Ha ricordato poi come l’Italia sia fermamente impegnata nel sostegno all’Ucraina insieme all’Alleanza tutta. 

Ha anche parlato del conflitto in corso nella Striscia di Gaza: «Naturalmente, avvertiamo indispensabile adoperarsi, in Ucraina come tra Israele e Palestinesi, per la fine della guerra, per chiudere queste piantagioni di odio, che le guerre rappresentano anche per il futuro».

Le carceri

Nella fase conclusiva Mattarella si è soffermato sul problema del sovraffollamento delle carceri: «Il carcere non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza, Non va trasformato in palestra criminale. Vi sono in atto alcune proficue e importanti attività di recupero attraverso il lavoro. Dimostrano che, in molti casi, è possibile un diverso modello carcerario. È un dovere perseguirlo. Non ho bisogno di spendere grandi parole di principio: basta ricordare le decine di suicidi, in poco più dei sei mesi, quest'anno». Poi ha raccontato di aver ricevuto una lettera da alcuni detenuti del carcere di Brescia: «La descrizione è straziante: condizioni angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza. Indecorose per un paese civile, qual è e deve essere l'Italia».

Alla fine della cerimonia è stato consegnato un ventaglio decorato al Presidente della Repubblica e ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato. Questo omaggio è offerto annualmente dall'Associazione Stampa Parlamentare in occasione della chiusura dei lavori parlamentari per la pausa estiva. 

© Riproduzione riservata