Pier Silvio Berlusconi ha annunciato che nella scora stagione Mediaset ha primeggiato sulla Rai in termini di ascolti. «Oggi, dallo scorso settembre a fine maggio, nelle 24 ore, compresi tutti gli eventi, il totale Mediaset è davanti al totale Rai» ha detto l’amministratore delegato di Mediaset. «Ma non è un nostro obiettivo - ha proseguito Pier Silvio - è un premio indiretto del lavoro fatto e non è un dato che possiamo sostenere. Anche per quantità di spesa e investimento. Rai investe tra i 200 e i 280 milioni in fiction, noi siamo su cifre molto lontane. La nostra volontà è dare un prodotto più ricco possibile al pubblico, ma siamo una televisione commerciale». 

Berlusconi ha snocciolato i dati di fronte alla stampa invitata a Cologno Monzese. Secondo le rilevazioni, le reti Mediaset hanno raggiunto nelle 24 ore il 40,8 per cento di ascolto medio. Per quanto riguarda l’intero anno «è matematicamente impossibile» rimanere davanti alla Rai «perché arrivano gli Europei e le Olimpiadi», ha spiegato Berlusconi. «Nella vera stagione televisiva ad oggi siamo davanti ed è una bella soddisfazione».

La Rai ha replicato nel pomeriggio: per l’azienda, nei primi cinque mesi del 2024 viale Mazzini è primo editore televisivo in Italia, «distanziando le reti Mediaset nell'intera giornata e nel Prime Time. Considerando le reti generaliste, la Rai ha circa 5 punti di vantaggio su Mediaset nell'intera giornata e ben oltre 7 punti di vantaggio nella prima serata. Va evidenziato come sia aumentato il divario tra Rai 1 e Canale 5 nel prime time rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel 2024 Rai 1 ha fatto registrare un 7,3 per cento di share rispetto a Canale 5».

Il precedente

La questione degli ascolti è dibattuta da tempo. Ad aprile, Auditel aveva già certificato il sorpasso sul totale editori, con il 37,7 per cento di ascolti per Mediaset a fronte del 37 per cento di viale Mazzini. Rosario Fiorello aveva citato l’«ammissione» da parte del cda Rai del sorpasso da parte di Mediaset, salvo ricevere quasi a fine puntata un messaggio dall’ad Roberto Sergio che smentiva la notizia. Per argomentare, l’azienda aveva citato un perimetro finora non utilizzato, quello delle tre reti generaliste più il canale all news, all’interno del quale «la Rai è leader sia nell’intera giornata con uno share del 31 per cento e una media di 2 milioni 527mila spettatori (contro il 26.8 e 2 milioni 184 mila della principale concorrente), sia nel prime time con uno share del 32 per cento e 6 milioni 12mila spettatori (contro il 26.7 e 5 milioni 8mila della concorrenza)».

Il nuovo ricorso

Intanto, la formazione del nuovo cda che dovrebbe completarsi per fine mese con l’elezione dei quattro consiglieri che vengono scelti dal parlamento, rischia di bloccarsi. Nino Rizzo Nervo, Stefano Rolando, Patrizio Rossani e Giulio Vigevani con Roberto Zaccaria come garante hanno annunciato di volersi rivolgere al Consiglio di stato con un nuovo ricorso. Gli stessi candidati al cda ne hanno firmato un altro al tar del Lazio, che però ha negato la sospensiva della procedura fissando però un’udienza del merito del ricorso, le modalità d’elezione dell’organo, per ottobre. Ora, il nuovo ricorso potrebbe interrompere di nuovo tutto. 

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