Giorgia Meloni ha voluto dimostrare di saper mantenere le promesse fatte nel settembre scorso a Caivano.

Il territorio in provincia di Napoli, teatro di un drammatico stupro di gruppo ai danni di due cuginette di 10 e 12 anni, è stato il centro di una serie di interventi messi in campo dal governo e oggi la premier ha partecipato alla riapertura del centro sportivo ex Delphinia, restituito alla cittadinanza dopo l'imponente opera di riqualificazione.

Certa della presenza del presidente della Campania Vincenzo De Luca, che in un fuorionda aveva usato nei suoi confronti l’epiteto poco urbano, gli è andata incontro a mano tesa: «Presidente De Luca, la stronza della Meloni, come sta?». A fugare ogni dubbio sul fatto che si sia trattato di una improvvisata, la battutaccia e volto basito di De Luca sono stati inquadrati da un cellulare prontamente piazzato al posto giusto.

Il video poi è stato subito pubblicato con il logo di Atreju e fatto girare online, diventando virale. Così Meloni è diventata un filmato di 10 secondi formato social e ha definito ancora di più il suo paradigma: trova un nemico e seppelliscilo a suon di provocazioni e accuse.

Il video virale

Questa volta è toccato a De Luca e l’occasione non avrebbe potuto essere più ghiotta: cogliere alla sprovvista il governatore più verace, quello con la battuta sempre pronta e forse il più attrezzato tra i dem a tenerle testa sul piano della comunicazione spiccia, che nei giorni scorsi l’aveva accusata di venire a Caivano a fare passerella elettorale. «Se tutte le volte che la politica passeggia portasse questi risultati, avremmo una politica più rispettata dai cittadini», ha aggiunto Meloni ai cronisti. Eppure, proprio la battuta di Meloni ha trasformato Caivano in un ring e la premier e il governatore, presenti in veste ufficiale come rappresentanti delle istituzioni, sono diventati due avversari.

Dietro la trivialità, tuttavia, si nasconde altro: De Luca non è solo un avversario mediatico, ma anche e soprattutto il più duro oppositore della riforma dell’autonomia, su cui però arranca ancora tra livelli essenziali delle prestazioni e che arriverà in aula dall’11 di giugno, quindi subito dopo il voto europeo. Tuttavia il risultato, voluto e ottenuto da Meloni, è quello di aver oscurato l’iniziativa istituzionale organizzata dal suo governo, che aveva lo scopo di promuovere una nuova idea di legalità e di sviluppo del territorio.

Sulla carta, infatti, l’inaugurazione dell’ex centro sportivo Delphinia ora intitolato a Pino Daniele - che era in stato di abbandono dal 2018 e lì si era consumata la violenza di gruppo sulle due ragazzine – doveva rappresentare la missione compiuta della premier. Sport e Salute, azienda pubblica che fa capo al Mef, ha infatti promosso un intervento su un'area complessiva di 50mila metri quadri, per un impegno economico di 9milioni e 300mila euro.

Il risultato è stato la riqualificazione della palestra, della piscina e la creazione di campi da calcio, tennis e padel, una pista d’atletica e uno skate park. Infine un parco urbano attrezzato, dedicato al giudice Rosario Livatino, con un teatro da 500 posti e un anfiteatro all’aperto. «La sfida di Caivano è stata una delle mie principali scommesse», ha confermato Meloni all’inaugurazione, «lo Stato e le istituzioni possono fare la differenza, possono mantenere gli impegni».

Accompagnata dai ministri Matteo Piantedosi e Andrea Abodi, dal capo della Polizia Vittorio Pisani e dal presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma, Meloni ha visitato il centro e si è trattenuta con don Maurizio Patriciello, il parroco della chiesa del Parco Verde di Caivano che per primo si era appellato a lei e che ieri l’ha ringraziata dicendo che «non avrei scommesso un euro che qualcuno dei nostri governatori sarebbe venuto. Ed ecco che è successo quello che è successo. Io quello che sto vendendo faccio fatica a crederlo».

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