In un evento quanto mai politico il secondogenito dice no alla discesa in campo. Ma presidia in conservatori di FI mentre Marina apre al centro. Delineando le nuove direttrici del partito
Il fascino della politica lo sente, i diritti civili sono l’eredità di suo padre, ma scendere in campo sarebbe «un suicidio».
Pier Silvio Berlusconi non vuole seguire le orme del padre. La politica non è il suo, almeno così dice. Anche se nei fatti i suoi messaggi, molto politici, li fa arrivare, giocando di sponda con la sorella Marina. La primogenita, quella più determinata, anche disposta a scontrarsi col padre per le sue convinzioni, che nelle scorse settimane ha colpito l’elettorato centrista con dichiarazioni aperturiste su diritti, aborto e fine vita.
Martedì, alla presentazione dei palinsesti autunnali di Mediaset il secondogenito dell’ex premier ha detto che la sorella «ha espresso la sua opinione personale, oltre che personale anche da editore, non da personaggio attivo in politica». Un segnale che rassicura l’area più moderata. Già, i moderati: lo spazio per un’iniziativa politica che raccolga un consenso più ampio c’è. Per Marina come per Pier Silvio.
«Penso che ci potrebbe essere una opportunità pazzesca di marketing parlando di politica. I moderati in Italia sono la maggioranza, oggi però non hanno qualcuno in cui si riconoscono veramente», ha detto l’ad di Mediaset. Sembra quasi che Forza Italia non basti. Quasi. «Forza Italia – assicura – è perfetta e sta lì, ma un conto è una Forza Italia di resistenza, un conto è una Forza Italia di sfida».
Per gli azzurri niente di diverso da quello che ripete da mesi Antonio Tajani. «Quello di resistenza è stato il primo anno dopo la morte di Berlusconi, quando ci davate tutti per morti» dice Maurizio Gasparri. «Adesso è arrivato il momento della sfida, e la nostra è quella di arrivare al 20 per cento». Su Tajani, nonostante le recenti parole di Marina, di dubbi non ce ne sarebbero. Ma qualcuno dentro il partito azzarda una certa insoddisfazione della famiglia nei confronti della gestione del ministro degli Esteri.
«Vorrebbero essere più informati di quello che succede» spiegano. Insomma, qualcosa nell’aria c’è. Fosse solo la voglia di apprezzare più da vicino «adrenalina, avventura, spinta, rapporto con la gente» che stuzzicano già oggi Pier Silvio. Gli sguardi sono tutti rivolti alla lunga serie di appuntamenti azzurri di settembre: la riunione dei giovani a inizio mese in Romagna, il Berlusconi day a Palermo, gli Stati generali dell’economia a Milano e la conferenza degli enti locali a Perugia.
Spartirsi i ruoli
Pier Silvio copre il fianco destro di Marina anche sulla vicenda dell’aeroporto di Malpensa, intitolato con una forzatura di Matteo Salvini a Silvio Berlusconi. Una fretta non gradita dalla famiglia, messa di fronte al fatto compiuto, fanno capire dal partito. Al sindaco di Milano Beppe Sala, che nei giorni scorsi si era rivolto alla sorella chiedendole conto di quanto accaduto risponde dunque Pier Silvio, che fa trasparire un certo fastidio per come sono andate le cose: «Le modalità e i tempi non sono stati perfetti. A Sala dico: dì se sei favorevole o no. Non rompere. Puoi anche dire che sei contro per mille motivi ma non fare polemica sulla polemica, pensasse a Milano. Io vivo in Liguria ma tutte le volte che ci vado dico che è un disastro Milano. Traffico, delinquenza, buche».
Il presidio dei rapporti con la destra emerge anche da certe scelte editoriali di Pier Silvio: Bianca Berlinguer nella prossima stagione uscirà dall’access time di Rete4 e otterrà due prime serate. In Forza Italia più di qualcuno esulta.
E la dimostrazione della direzione che ha impegnato Pier Silvio prosegue quando, durante la serata-evento, si passa a parlare del rapporto con la tv pubblica. Per l’ad di Mediaset quello di “TeleMeloni” non è un tema reale: «Dire che in Italia non c’è libertà di parola e di opinione a me sembra poco vero. In Italia si scrive e si dice tutto quello che si vuole».
Certo, la Rai rimane la principale concorrenza: che siano state fatte scelte «in modo azzardato» e qualche errore qua e là è indubbio, agli occhi del patron di Mediaset. Berlusconi non evita invece di restituire pan per focaccia ai leghisti che, su iniziativa del responsabile editoria Alessandro Morelli, hanno mosso contro lui e gli altri editori privati proponendo di alzare il tetto pubblicitario del servizio pubblico: «Un pasticcio assoluto, contrario di quello che andrebbe fatto». I salviniani non si scompongono e invitano il secondogenito a un confronto sul futuro dell’offerta televisiva «ivi compreso il miglioramento della tv pubblica con riduzione dei costi a carico dei cittadini».
Insomma, lo sbarco in prima persona non arriva, ma le direttrici dell’azione politica del binomio Berlusconi-Forza Italia nel dopo Silvio sono tracciate. E anche gli incarichi sono ben suddivisi tra i fratelli: mentre Pier Silvio rassicura la sponda conservatrice, al centro si rivolge Marina. Oltre Forza Italia sono rimaste solo macerie di Terzo polo: i parlamentari azzurri parlano di Carlo Calenda ormai soltanto come di “Calando”, Matteo Renzi viene ricordato più per la foto abbracciato alla segretaria dem Elly Schlein scattata durante la partita del cuore che per i suoi recenti successi elettorali. E per i Berlusconi si aprono praterie.
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