Il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, inizialmente sospeso dal partito di Giorgia Meloni ma mai uscito dal gruppo parlamentare e addirittura di recente nominato membro della commissione Affari esteri alla Camera, è stato rinviato a giudizio dal gup di Biella per il caso della sparatoria avvenuta la notte di Capodanno 2024 nei locali della Pro loco di Rosazza. Il colpo, partito da un mini revolver, ha ferito a una gamba il 31enne Luca Campana, genero di Pablo Morello, capo della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che era presente quella notte. 

Pozzolo andrà a processo per due dei cinque capi di imputazione, quelli relativi al porto illegale di arma da collezione e all’utilizzo di proiettili a espansione (ovvero che hanno una pallottola progettata per espandersi all'interno del corpo del bersaglio, aumentando così la gravità delle ferite). Lo ha confermato all'uscita dal tribunale di Biella, dove si è svolta l'udienza preliminare, l'avvocato Andrea Corsaro, difensore del parlamentare. Il deputato, all'uscita dal tribunale, non ha rilasciato alcuna dichiarazione. L'udienza del processo è stata fissata per il 25 febbraio.

Per quanto riguarda gli altri capi di imputazione, come ha sottolineato in una nota anche la procura di Biella, è stata pronunciata sentenza di non luogo a procedere per il reato di lesioni colpose ai danni di Campana, che è stato risarcito e ha rimesso la querela. Non luogo a procedere anche per l'ipotesi di reato di accensioni ed esplosioni pericolose e omessa custodia di armi, sui quali è intervenuta l'oblazione da parte di Pozzolo.

Si andra' quindi a giudizio per porto illegale di arma comune da sparo e porto illegale di munizionamento da guerra. L'udienza e' stata fissata per il 25 febbraio davanti al Tribunale di Biella in composizione monocratica.

I fatti di capodanno

Campana aveva denunciato Pozzolo dopo che dalla pistola del deputato era partito il colpo che lo aveva ferito alla gamba. Un accordo, che passa anche da un risarcimento economico riservato, ha portato poi Campana a ritirare la querela facendo cadere il reato di lesioni.

Alla notte di Capodanno finita con il botto aveva partecipato anche Delmastro, che stava fumando fuori dall’edificio al momento dello sparo, e altri esponenti locali di Fratelli D’Italia. La presenza di Delmastro alla festa aveva generato polemiche sulla scelta degli agenti che proteggono il sottosegretario, ma anche sulle attività svolte dai poliziotti penitenziari al seguito del fedelissimo di Meloni. Il caso era diventato politico e aveva costretto la presidente del Consiglio a intervenire stigmatizzando l’episodio.

Emblematiche sono le testimonianze dei presenti alla festa di Capodanno, raccolte nel fascicolo che prima del ritiro della querela vedeva Pozzolo indagato per lesioni. Soprattutto la ricostruzione dell’accaduto a opera della polizia giudiziaria: il documento certifica che il deputato ha riservato un trattamento indisponente e scontroso ai militari chiamati a intervenire e in particolare a eseguire l'accertamento tramite "Stub" al fine di rilevare residui di polvere da sparo su Pozzolo.

Il deputato non è stato collaborativo: «Dicendo che avrebbe immediatamente informato il suo avvocato e che i predetti accertamenti sulla sua persona non potevano essere effettuati in quanto lo stesso è un membro della Camera». Poco dopo è arrivato il padre e difensore, Enzo Pozzolo, che ha spiegato al figlio la legittimità degli accertamenti.

Alla fine i militari hanno eseguito lo stub, ma l’irritazione del deputato è aumentata quando gli agenti hanno provato a «persuaderlo a consegnare i suoi vestiti al fine di sottoporli a sequestro, tuttavia in ogni circostanza ricevevano dallo stesso una risposta negativa categorica, ribadendo che non poteva essere costretto a fare tale attività e che non avevamo l'autorizzazione per farla», si legge nell’annotazione. Pozzolo aveva anche aggiunto che «non poteva stare lì a perdere tempo per colpa del magistrato che non conosceva i suoi diritti di deputato».

La perizia e i proiettili a espansione

È stata la perizia balistica su ciò che è avvenuto quella notte a mettere seriamente nei guai Pozzolo. I rilievi infatti hanno confermato la versione di Campana: «Eravamo nell'ordine: Pozzolo e Morello che guardavano verso il tavolo, lato lungo.. io, invece, mi ero spostato verso il lato corto, dando le spalle alla cucina. A quel punto, Pozzolo ha continuato a maneggiare la pistola appoggiandola sul tavolo; ricordo solo un gioco di mani.. mentre la maneggiava, la canna era puntata verso il lato corto del tavolo dove mi ero posizionato io. A quel punto ho sentito il rumore di un colpo di pistola e un piccolo dolore alla gamba sinistra, in corrispondenza del quadricipite, nella parte alta (sostanzialmente all'altezza del tavolo). Ero sinceramente incredulo; ho guardato Morello e Pozzolo, anche loro erano increduli, li ho visti "pietrificati"», aveva dichiarato l’uomo.

Ma la perizia faceva luce anche sul tipo di munizioni: «Il proiettile in sequestro, estratto dalla coscia del Campana, è calibro 22 HP (espansivo), ramato, lievemente deformato sulla parte apicale, non affungato», ha scritto infatti la perita, ricordando che «secondo la normativa vigente la munizioni con proiettile espansivo non possono essere utilizzate per la difesa personale».

Durante le indagini preliminari, la difesa di Pozzolo ha presentato dei report con l’obiettivo di smentire la perizia tecnica. Una «censura» che riguarda il metodo dell’indagine, perché la consulenza tecnica avrebbe tramutato l’incertezza in certezza in merito a chi avesse in mano la pistola. Si passa poi ai presenti, le cui «mere narrazioni» sarebbero state usate nella perizia per una ricostruzione del fatto che non avrebbe assolto «correttamente il compito assegnato».

Il perito si concentrava anche sulla traiettoria assunta dal proiettile dopo aver toccato il tavolo, arrivando a conclusioni differenti. «Una traiettoria balisticamente impossibile, come fosse una riedizione del magic bullet dell'omicidio Kennedy... che richiede, senza dubbio, una revisione della dinamica del fatto partendo dalle evidenze tecnico-scientifiche, e non invece come è stato fatto dalle narrazioni dei presenti», scriveva il perito che affrontava criticamente anche il tema delle cartucce a espansione, che sarebbero deformabili e non vietate, così come ritiene questione controversa quella attinente il reato di porto illegale di armi.

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