Il magistrato all'inizio degli anni Ottanta ha portato avanti l'inchiesta sulle colonne venete delle Brigate rosse. Titolare dell’inchiesta sul Mose di Venezia, ha difeso le scelte di Matteo Salvini sul blocco delle navi dei migranti, durante il dibattito sul ddl Zan ha paragonato gli omosessuali ai pedofili e si è espresso contro lo scioglimento di Forza Nuova
Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, ha deciso di lanciare la candidatura di Carlo Nordio, l’ex procuratore di Venezia, come prossimo presidente della Repubblica. Nordio si distingue da anni per la sua vicinanza al mondo della destra: ha difeso le scelte di Matteo Salvini sul blocco delle navi dei migranti, durante il dibattito sul ddl Zan ha fatto un parallelismo tra omosessuali e pedofili, ha firmato i referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e infine si è espresso contro lo scioglimento di Forza Nuova.
Nordio, che viene descritto come un grande appassionato di letteratura, è ben visto anche dal mondo produttivo del nord. Per due anni gli industriali veneti lo hanno nominato presidente del premio Campiello, uno dei più prestigiosi premi letterari in Italia.
La storia
Nato a Treviso il 6 febbraio del 1947, Nordio all'inizio degli anni Ottanta ha portato avanti l'inchiesta sulle colonne venete delle Brigrate rosse, e poi su alcuni rapimenti. Titolare dell’inchiesta sul Mose di Venezia, nonché consulente della Commissione parlamentare per il terrorismo e presidente della Commissione ministeriale per la riforma del codice penale. Di recente, ha deciso di appoggiare i referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e dai Radicali. Lo ha riferito lo stesso Salvini con una nota e una foto dell'ex magistrato veneto.
Lo scioglimento di Forza Nuova
Nordio si è espresso contro lo scioglimento di Forza Nuova, il partito neofascista che a ottobre ha guidato l’assalto dei no pass alla sede della Cgil. «Dal punto di vista politico – ha commentato pochi giorni dopo – è assurdo sciogliere una forza, per quanto sciagurata. E questa sicuramente lo è, perché è violenta, ma è fatta di persone e queste si raggrupperebbero sotto altre forme o titoli».
Secondo l’ex magistrato, «non si deve agire tanto sulla sigla, quanto sulle persone individuate come violente, che vanno isolate e neutralizzate». Il problema per lui è di ordine, e ha proposto piuttosto che alle forze di polizia sia concesso di rispondere con la forza: «Non si può ammettere che la forza della legge venga prevaricata dalla legge della forza, dunque se queste persone usano la forza è necessario che le forze dell'ordine abbiano l'autorizzazione a reagire nel modo adeguato».
Il ddl Zan
Anche il ddl Zan, il disegno di legge sull’omostransfobia contro cui si è battuta strenuamente la Lega, ha trovato parole di critica da parte di Nordio, che è arrivato a creare un parallelismo tra pedofilia e omosessualità. Per l’ex magistrato si tratterebbe in entrambi i casi di orientamenti sessuali: «Quando ho studiato all'università - aveva dichiarato - nei manuali di medicina legale le perversioni andavano dalla masturbazione alla necrofilia. Oggi non è più così. Un tempo l'omosessualità era punita con la morte, oggi è disciplinata».
Nordio ha tenuto a specificare che tutto è relativo e che il disegno di legge, che di fatto proponeva un aggravante per i reati di odio per provenienza geografica, orientamento sessuale e condizioni fisiche, secondo il magistrato avrebbe punito anche chi si esprime contro i pedofili: «Parliamo di una concezione estremamente volatile e sicuramente la pedofilia fa parte dell'orientamento sessuale, per quanto deviato. Se una persona si esprimesse in termini brutali, ma anche comprensibili contro un pedofilo rientrerebbe in questa fattispecie penale».
«La pedofilia è un reato, non un orientamento sessuale», aveva twittato il deputato forzista Elio Vito, pro Zan. E lo scrittore Simone Alliva: «Vergognoso paragonare ancora omosessualità a pedofilia».
Il caso Gregoretti
Sul blocco delle navi dei migranti e i decreti sicurezza di Salvini, Nordio si è schierato ancora una volta dalla parte della Lega. Il caso Gregoretti, che ha visto Salvini indagato per sequestro di persona per aver trattenuto a bordo della nave della Guardia di finanza 131 migranti, sarebbe stato «una pericolosa interferenza della magistratura» sulla politica.
La sintonia con la Lega è costante, e già nel 2019 il partito di Salvini avrebbe pensato a lui come candidato sindaco di Venezia.
Ancora prima, nel 2015, Giorgia Meloni aveva espresso parole di apprezzamento per Nordio. In quel caso chiedevano entrambi di abolire il velo islamico.
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